di Scorta Civica e Agende Rosse
Egregio Presidente della Repubblica, Dottor Sergio MATTARELLA,
ci rivolgiamo a Lei per chiederLe sostegno e vicinanza nei confronti di un uomo che, per amore della giustizia, sta sacrificando la propria vita contrapponendosi al peggior nemico esistente in Italia: la mafia. Questo uomo si chiama Antonino Di Matteo, giudice di punta del pool di magistrati che, a Palermo, sta portando avanti un processo durissimo, volto a dimostrare l'effettiva esistenza di accordi intercorsi tra boss mafiosi e uomini delle istituzioni fin dagli anni '90.
Tali possibili accordi, come sostenuto in alcuni processi, sarebbero all'origine del periodo stragista, che trovò il suo macabro apice nelle stragi di Palermo, Milano, Roma e Firenze negli anni 1992 e 1993.
Da più di due anni il Giudice Di Matteo vive una vita impossibile, denigrato e ostacolato, ma soprattutto costretto a misure di sicurezza durissime a causa delle permanenti minacce di cui è oggetto. Diversi collaboratori di giustizia hanno affermato che l’esplosivo destinato a un attentato contro il Dott. Di Matteo e la sua scorta è già a Palermo e che per il suo utilizzo è solo questione di tempo.
Anche nei giorni scorsi, a fine settembre, il pentito Francesco Chiarello, ex boss di Borgo Vecchio, ha dichiarato che "l'esplosivo per l'attentato al Magistrato Nino Di Matteo è stato trasferito in un altro nascondiglio sicuro".
Tranne rare eccezioni nessun giornale, nè telegiornale ne parla.
Intanto diversi Comuni Italiani, fra cui Rozzano, Messina, Torino, Bologna, Potenza, Ferrara, Grotte e Agrigento hanno approvato la cittadinanza onoraria al Dott. Di Matteo.
Il silenzio però delle più alte Istituzioni dello Stato resta al momento senza eccezioni. Silenzio che ha fatto indignare moltissimi cittadini, associazioni, movimenti.
Dopo le esternazioni di Totò Riina dal carcere, dopo il racconto del piano di attentato nei confronti del Pm, tutto sembra tacere.
Ecco quindi qual è il motivo per cui cittadini di ogni parte di Italia di organizzare una manifestazione a Roma in data 14 Novembre 2015.
Lo scopo della manifestazione non è quello di chiedere maggiore protezione militare per il Giudice Di Matteo, ma di far sì che le Istituzioni rompano il silenzio sulle sorti del Pm e degli uomini della scorta.
Ancora una volta i cittadini dimostrano che ci sono e che stanno al fianco dei Magistrati che rischiano la vita ogni giorno per la Verità e la Giustizia.
Signor Presidente, Presidente Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana e soprattutto di tutti gli Italiani, un Suo gesto, anche una sola Sua parola di sostegno a questo Giudice infaticabile, simbolo per tutte le persone oneste ed uno dei più alti esempi che le Istituzioni stesse possano mostrare ai cittadini italiani, sarebbe per noi tutti uno dei gesti più importanti che le Istituzioni stesse potrebbero compiere a riguardo.
Ricordiamo tutti noi la partecipazione Sua e del Presidente del Senato, on. Pietro Grasso, alla manifestazione organizzata al Tribunale dell'Ucciardone di Palermo il 23 maggio dell'anno corrente in ricordo dell'anniversario della strage di Capaci.
Ancora più gradita ed importante sarebbe una Sua disponibilità a ricevere una nostra delegazione guidata da Salvatore Borsellino, fratello del Giudice Paolo Borsellino, per esporLe il senso della nostra manifestazione.Indimenticabile resterà nella testa degli Italiani tutti, l’omelia del Cardinale Pappalardo ai funerali del Generale Dalla Chiesa in cui, senza paura, il Cardinale puntò il dito sui poteri romani ricordando la frase di Tito Livio “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur" (mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata) con l’evidente intenzione di paragonare Palermo a Sagunto. In attesa di Suo riscontro, Le porgiamo i nostri più sentiti e cordiali Saluti.
SCORTA CIVICA e Agende Rosse e i Cittadini Italiani aderenti alla iniziativa, al fianco ed in sostegno del Giudice Di Matteo, degli uomini della sua scorta e del Pool di Palermo tutto.