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saguto silvana 2di Aaron Pettinari
Il Csm apre un'indagine. E intanto si dimette un altro magistrato indagato
Lo scorso 22 maggio su alcuni giornali venne riportata la notizia che l'allora presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto (in foto), oggi indagata per corruzione, induzione ed abuso d'ufficio, fosse oggetto di un pericolo di attentato. Secondo la Procura di Caltanissetta quella notizia sarebbe stata fatta filtrare appositamente in quella data dopo la denunce continue nei suoi riguardi tramite le inchieste giornalistiche di Telejato, la piccola emittente di Partinico che ha nel direttore Pino Maniaci il suo principale simbolo, e de Le Iene. La trasmissione di Mediaset aveva proprio intervistato Maniaci sul tema. Travolta dalle polemiche, secondo la relazione che il Procuratore Capo Sergio Lari e l'aggiunto Lia Sava hanno inviato alla Prima commissione del Csm, la Saguto voleva evitare quello che ormai era un “fiume in piena” e far tornare a parlare di se per il suo impegno di giudice antimafia.

Nel dare l'annuncio del progetto di morte contro la Saguto, secondo quanto riportato su un sito Internet e sulle agenzie, vi era una nota dei servizi di sicurezza, che parlava dell'interesse di Cosa nostra per uccidere il magistrato chiedendo un “favore” al clan Emmanuello di Gela. La procura di Caltanissetta, come riportato dal Messaggero, ipotizza che quella notizia, che risaliva a parecchio tempo prima, fosse stata “soffiata” di proposito ai giornali in quel periodo, da un ufficiale della Dia vicino alla Saguto: un modo per ottenere solidarietà dall’opinione pubblica dopo gli attacchi di Pino Maniaci che, oltre ai servizi televisivi, aveva anche presentato un esposto alla procura di Caltanissetta sulla gestione dei beni sequestrati. Ed è proprio da quella denuncia che l'indagine ha preso il via e la “bomba” all'interno del Tribunale di Palermo è esplosa nella sua interezza.
La Saguto si è dimessa nei giorni scorsi e nel frattempo anche Lorenzo Chiaramonte, indagato per abuso d’ufficio ha fatto un passo indietro lasciando l’incarico di giudice della sezione misure di prevenzione: è accusato di non essersi astenuto in occasione dell’incarico di amministratore di beni sequestrati a una persona a lui molto vicina.
Di fronte ad un tema tanto delicato il Csm ha persino aperto un fascicolo al vaglio della prima sezione (competente per i casi di incompatibilità ambientale dei magistrati) sui magistrati coinvolti.
Nell'inchiesta è infatti coinvolto anche Tommaso Virga, fino all’anno scorso componente togato di Palazzo dei Marescialli, oggi indagato per induzione alla concussione: per gli inquirenti avrebbe favorito un procedimento disciplinare che pendeva sul capo della Saguto e in cambio il figlio Walter avrebbe ottenuto un incarico da amministratore giudiziario. Nel registro degli indagati anche il pm antimafia Dario Scaletta accusato di rivelazione di notizie riservate in quanto avrebbe informato in qualche maniera la Saguto.
Nomi che si aggiungono al padre della Saguto, al marito e al figlio, e all'amministratore giudiziario, Gaetano Cappellano Seminara.
Infine nelle carte inviate al Csm dalla procura nissena appare anche il nome di un altro magistrato: Fabio Licata. Quest'ultimo però potrebbe essere coinvolto solo come testimone.
Intanto anche al Tribunale di Palermo c'è aria di rinnovamento si starebbe valutando la possibilità di cambiare tutti gli amministratori giudiziari nominati da Silvana Saguto, la presidente della Sezione misure di prevenzione finita sotto inchiesta per corruzione, induzione alla corruzione e abuso d'ufficio. Per ora si tratterebbe di una semplice ipotesi.
Intanto, accanto all'inchiesta giudiziaria potrebbero esserci provvedimenti nei confronti degli amministratori coinvolti (WalterVirga e Gaetano Cappellano Seminara) dall’Agenzia per i beni confiscati. In merito è intervenuto il prefetto Umberto Postiglione: “Se ci saranno provvedimenti da prendere nei confronti di amministratori di beni confiscati 'infedeli' li prenderemo sicuramente. Aspettiamo che si insedi il nuovo presidente della sezione misure di prevenzione”.
Particolarmente duro l'intervento di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, riguardo alla testimonianza di Caruso in Commissione antimafia, caduta praticamente nel vuoto: “Il prefetto Giuseppe Caruso ha denunciato un sistema che non funzionava. È stato umiliato da tanti, ma è stata una persona pulita e trasparente. Una persona con un grande naso, da bravo poliziotto qual è”. Infine una battuta l'ha rilasciata anche il procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi: “Le inchieste di questi giorni sul mondo della politica e della magistratura devono far riflettere. Non ci deve essere alcuna sacca di impunità. Nessuno, tra persone e istituzioni, può pensare di sottrarsi ai controlli previsti dalla nostra Costituzione”.

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