“Si muove dalla Sicilia ed anche dall'Italia”
di AMDuemila - 3 agosto 2015
“Matteo Messina Denaro è una sorta di parassita che non tiene conto dei legami familiari, ma usufruisce dei soldi che i componenti della sua famiglia e del clan possono fargli avere”. A dirlo intervenendo alla conferenza stampa in cui sono stati illustrati i particolari dell'operazione “Ermes” che oggi ha portato all'arresto di undici fiancheggiatori del padrino latitante è il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato. Il magistrato, che ha coordinato l'inchiesta insieme ai pm Paolo Guido e Carlo Marzella, ha aggiunto: “Nonostante il territorio sia più che sorvegliato e da anni si susseguono operazioni, ancora non siamo riusciti a prendere il latitante. Questo può significare solo che gode di protezioni ad alto livello”.
La Principato ha anche detto che “Matteo Messina Denaro non sta sempre nel Trapanese, ma si sposta dalla Sicilia e anche dall'Italia. Quando sente stringersi attorno a lui il cerchio - ha spiegato - taglia i contatti con i fedelissimi finiti sotto indagine”.
Intervistata da La Repubblica, ha aggiunto anche gli arrestati “Avevano un ruolo importantissimo nel sistema di comunicazione del latitante. Gente fidatissima, alcuni con un pedigree mafioso di tutto rispetto. Segno che il carcere non li aveva affatto fiaccati. Segno che l’organizzazione mafiosa resta temibile, proprio per la sua capacità di resistere a indagini e processi”. Il Procuratore aggiunto ha anche confermato che con l'obiettivo di catturare il latitante è stato creato un unico gruppo di lavoro tra polizia e carabinieri. “Non è più tempo di divisioni fra le forze dell’ordine – ha detto - Bisogna mettere in comune tutte le informazioni possibili per arrivare alla metà, al più presto”.
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