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Video, foto e audio all'interno!18
di AMDuemila - 18 luglio 2015
Gli interventi del convegno "Il patto. Dal doppio Stato al sistema criminale integrato"
“Noi continueremo a chiedere verità e giustizia fino a quando non ce la daranno. Non vogliamo un’altra piazza della Loggia dove dopo 43 anni sono stati assolti tutti gli imputati. Se non ci sono i colpevoli non c'è stata neanche la strage ma ci sono i morti”. Ad urlarlo con forza è Salvatore Borsellino intervenuto alla conferenza di Villa Trabia. “I magistrati che cercano la verità vengono attaccati e discriminati dallo stesso Csm che nega a Di Matteo di poter continuare a servire lo Stato contro il crimine organizzato.
Saremo complici se chiuderemo gli oggi e non staremo vicino ai magistrati che stanno combattendo x la verità e la giustizia”. Parlando dell’incontro con Mattarella in via d’Amelio ha aggiunto di essere andato “per non lasciare sola mia sorella ora che abbiamo accettato che venisse un rappresentante delle Istituzioni.
Di Mattarella sto aspettando i fatti, non mi bastano le parole a sostegno dei magistrati che stanno procedendo su questa difficilissima via della verità e giustizia”.
In merito all’avocazione dell’inchiesta sul caso Agostino Borsellino ha replicato ad Ingroia. “Perché non pensare che l’avocazione sia avvenuta per dedicare forze maggiori e permettere alla Procura di essere libera di occuparsi di quel processo sulla trattativa su cui si basa il futuro del nostro Paese?” Infine Borsellino ha parlato dell’inaugurazione della casa di Paolo in via Vetriera: “E’ lì che voglio far tornare l’amore di Paolo. Ora è presente e non si allontanerà più e accoglierà tutti i ragazzi che vorranno sperimentare il suo amore e io sarò lì per quello”.

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Salvatore Borsellino: "Usate parole dei figli di Paolo su 'passerelle'"
di AMDuemila - 18 luglio 2015
"Quando si ha la sventura di essere parente di una vittima di mafia si hanno solo due possibilità - ha elencato Salvatore Borsellino nel corso del suo intervento alla conferenza "Il patto. Dal doppio Stato al sistema criminale integrato" -  o si fa l'orfano, il parente inconsolabile che piange e sta zitto, e allora ti toccherà solo una volta all'anno essere contattato da qualche giornalista che ti chiederà un ricordo il più possibile triste e lacrimevole, o avrai la possibilità di chiedere a gran voce verità e giustizia. Che tu sia parente di una vittima di serie a o di serie b, ad esempio dei ragazzi delle scorte, se ti azzardi a chiedere verità e giustizia verrai attaccato e destabilizzato, staranno attenti ad ogni tua mossa". "Poi - ha spiegato ancora Borsellino - succederà quello che è successo in questi giorni, che verranno adoperate le parole dei figli di Paolo per dire che si dissociano a quello che i fratelli di Paolo fanno in via d'Amelio, perchè secondo qualcuno fanno delle passerelle, quando invece in via d'Amelio sono tornato dopo 10 anni di silenzio per impedire che ci siano delle passerelle, e da sette anni non si è visto  più un solo rappresentante delle istituzioni". Borsellino ha infatti ricordato che Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino "non sono mai venuti in via d'Amelio perchè hanno fatto una scelta che io rispetto di vivere le giornate che ricordano il sacrificio del padre lontano dalle polemiche vergognose che ogni anno puntualmente vengono tirate fuori".
"Noi rispettiamo profondamente le istituzioni - ha ricordato il fondatore delle Agende rosse - ma non accettiamo che vengano vilipese da persone che le occupano indegnamente. Domani ho voluto che il nome di Paolo comparisse in secondo piano, e che i primi fossero quelli dei ragazzi di scorta, di cui non si ricorda mai nessuno". Infine, parlando della Facoltà di Giurisprudenza, storica sede della conferenza di stasera in ricordo della strage: "In quell'università ci ritorneremo perchè là è mio fratello ed è là che dobbiamo ritornare".



Salvatore Borsellino: "Intercettazioni Crocetta? Degrado vita pubblica giunto al limite"
17di AMDuemila - 18 luglio 2015
Palermo.
Le presunte intercettazioni (smentite dalla Procura di Palermo) che coinvolgerebbero il presidente della regione Crocetta e il medico personale Tutino "sono qualcosa di gravissimo - ha ribadito Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso, alla conferenza organizzata a Villa Trabia in occasione della strage di via d'Amelio - sia che le intercettazioni esistano sia che si tratti di una macchinazione". Se si tratta di una cosa vera, ha continuato Borsellino, "è una minaccia di morte ben precisa rivolta a Lucia, proprio in occasione del 23mo anniversario della morte di suo padre, avrei voluto che Crocetta dicesse 'non può esistere questa intercettazione' perchè invece si è servito di una scusa puerile?". Quello che è veramente grave, ha specificato ancora Salvatore, "è che Tutino possa aver pensato di dire queste parole senza che Crocetta reagisse come avrebbe dovuto reagire. Poi c'è la possibilità che questa sia una macchinazione ed è anche grave aver sentito che la procura dice di non avere queste intercettazioni, ma com'è possibile che dei giornalisti le abbiano? Chi è stato a farle? Si tratta di una macchinazione estremamente grave verso una delle figlie di Paolo, acuendo il dolore che può provare in questi giorni. Vuol dire che il degrado della nostra vita pubblica è giunto a un limite di non ritorno".



Giorgio Bongiovanni: "E' il sistema criminale a condannare a morte alcuni magistrati"
16di AMDuemila - 18 luglio 2015
"Il sistema criminale ora ha paura perchè è arrivato a condannare a morte alcuni magistrati". A dirlo è il direttore di ANTIMAFIADuemila Giorgio Bongiovanni, intervento alla conferenza "Il patto. Dal doppio Stato al sistema criminale integrato" in corso a Villa Trabia (Palermo) in ricordo della strage di via d'Amelio. "Il capo della criminalità organizzata Salvatore Riina e uno dei punti di riferimento Cosa nostra, il super latitante Matteo Messina Denaro, hanno condannato a morte il magistrato Nino Di Matteo perchè è andato oltre" ha ricordato Bongiovanni. "Oltre cosa? Di cosa hanno paura? del processo a degli ex ministri? - si è domandato il direttore -  allora mi viene da pensare che l'ex presidente della Repubblica faccia forse parte di questo sistema dove lo Stato è non solo sotto ricatto ma sistema criminale".
"Sono convinto - ha continuato Bongiovanni - che la strage di Via D'Amelio è il cuore della strage di Stato dove lo Stato in prima persona ha chiesto la morte di Paolo, rispetto a tutte le altre stragi dove sicuramente c'è stata la complicità". Per questo secondo il direttore Bongiovanni "Solo smascherando facce più o meno visibili che ancora governano il nostro paese riusciremo a liberarlo".
Riferendosi all'impegno di molti cittadini e movimenti che da sempre chiedono giustizia e libertà il direttore di ANTIMAFIADuemila ha detto: "Dobbiamo alzare il tiro delle nostre proteste e manifestazioni. Non possiamo accettare la trattativa in diretta che vediamo in questi giorni sulla modifica della nostra Costituzione. Bisogna avere il coraggio di dire che i magistrati devono essere sostenuti dalle alte cariche politiche e insistere affinché il presidente della Repubblica dire che lo Stato è con i magistrati condannati a morte dalla mafia."



Antonio Ingroia: “Per verità sulle stragi non serve solo resistenza ma anche la forza di ricostruire”
di AMDuemila - 18 luglio 2015

“Dopo tanti anni siamo ancora qui a fare un'analisi sulla ricerca della verità. Ogni anno c'è un'emozione diversa. Quest'anno c'è quella dell'amarezza per tutto quello che sta avvenendo in questi giorni ma anche perché si ha la sensazione di essere lontani dalla verità”. A dirlo è l'ex pm Antonio Ingroia nel corso della conferenza "Il patto. Dal doppio Stato al sistema criminale integrato" in ricorso del 23° anniversario della strage di via d'Amelio.
“I primi anni sono stati del dolore e della rabbia, poi c'è stata l'indignazione, poi il riscatto con le battaglie vinte come nei processi Contrada e Dell'Utri, quindi la speranza quando ci trovavamo a dire che eravamo nell'anticamera della verità quando con convinzione abbiamo creduto di poter aprire certe porte. Ero ancora magistrato. Poi pian piano quelle porte sono state tutte chiuse con la certificazione di Napolitano autore del conflitto d'attribuzione che ha portato alla distruzione delle telefonate con uno degli imputati del processo, Nicola Mancino. Quello fu l'ultimo segnale. Un ostacolo, una pietra semi tombale sulla ricerca della verità sulla trattativa Stato-mafia”. Quindi ha concluso: “Per arrivare a verità e giustizia, in assenza di avamposti in politica e seppur in maniera minore, anche dentro la magistratura, tocca alla comunità farsene carico per ricostruire invertendo quel processo di omologazione che è in corso anche dentro la magistratura con sponde politiche, e dentro le correnti”. 

FOTOGALLERY© Paolo Bassani



Antonio Ingroia: “Credo che sia un fatto grave l'avocazione dell'indagine su Agostino. Si dà un segnale preoccupante all'esterno”
10di AMDuemila - 18 luglio 2015

Non c'è solo il caso dell'intercettazione Tutino-Crocetta ad allarmare Antonio Ingroia, l'ex pm di Palermo, oggi avvocato, intervenuto durante l'evento organizzato a Villa Trabia (Palermo) dall'associazione culturale Falcone e Borsellino a 23 anni dalla strage di via d'Amelio. “Ho letto sui giornali che la Procura generale di Palermo ha avocato l'indagine dell'omicidio Agostino che stavano seguendo i colleghi Di Matteo e Del Bene. Avvero un segnale brutto nell'avocazione perché la firma in calce al provvedimento è di un amico come Roberto Scarpinato con cui abbiamo fatto tante battaglie dallo stesso avamposto. Lo so che lo farà per ragioni istituzionali, doverose, se ha ritenuto di agire così, ma quando si combatte la stessa battaglia un atto del genere scatena certi meccanismi e all'esterno fa passare un messaggio di divisione come se fosse uno scippo. Magari per personalismi, protagonismi. Questa cosa mi preoccupa perché così si incrina il funzionamento di quegli avamposti su cui la comunità che chiede verità e giustizia confidava”.



Antonio Ingroia: “Credo che l'intercettazione sia una bufala. Se Crocetta deve dimettersi è per ragioni politiche”
di AMDuemila - 18 luglio 2015

“Tra il comunicato della Procura di Palermo e quello de L'Espresso credo al primo”. Lo ha detto Antonio Ingroia nel corso della conferenza "Il patto. Dal doppio Stato al sistema criminale integrato" in ricordo del 23° anniversario della strage di via d'Amelio. “In quell'ufficio so che ci sono persone serie. Sono d'accordo che si faccia chiarezza sulla vicenda Crocetta-Tutino e sul governo regionale. Sono d'accordo che si faccia giustizia, sia essa penale o etico-politica. Ma questo valga per tutti, anche per quei giornalisti, qualora si dimostri che sia una bufala questa vicenda. In passato, quando divulgammo il comunicato sulla non presenza del nome di Schifani nel registro degli indagati adoperammo un escamotage. Perché per indicare Schifani avevamo usato un altro nome. Ma mai smentimmo dicendo che Schifani non fosse indagato. Per questo dico che il comunicato della Procura è molto tranciante. Non lascia ad interpretazioni”. Quindi aggiunge: “Crocetta deve dimettersi per ragioni politiche. Ma quel che sconcerta di questi giorni è anche la fila che si è creata dall'uscita dell'Espresso con tanti politici dal passato imbarazzante che si sono ripuliti l'anima su questa indagine”. In merito all'intervento di Manfredi Borsellino alla commemorazione del pomeriggio al Palazzo di Giustizia Ingroia ha detto: “Non c'ero. Mi sono commosso vedendo su internet l'intervento. Però non mi è piaciuta una cosa. L'applauso dei ministri Alfano ed Orlando, il primo Ministro già al tempo di Berlusconi che ostacolò le indagini con un disegno di legge sulle intercettazioni, bavaglio per l'informazione e manette per la magistratura. Il secondo uomo della continuità di quella linea di governo che parte da Berlusconi e arriva oggi a Renzi”.



Antonio Ingroia: “Intercettazione Crocetta-Tutino serve per destabilizzare e distrarci da verità”
9di AMDuemila - 18 luglio 2015

“Nei giorni scorsi è uscito un articolo fondato su un'intercettazione inesistente che serve a destabilizzare la famiglia Borsellino e che serve a distrarci sulla ricerca della verità sul tema dello Stato-mafia”. A dirlo è l'ex pm Antonio Ingroia, alla conferenza "Il patto. Dal doppio Stato al sistema criminale integrato" in corso a Villa Trabia (Palermo) in ricordo della strage di via d'Amelio in cui furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Commentando i fatti recenti Ingroia ha aggiunto: “Se questa intercettazione c'è che il direttore dell'Espresso la tiri fuori. As ogni smentita è stata detta una cosa diversa. Prima si dice che è dentro all'indagine su Tutino, poi che è parte di indagine segreta, poi che è di un'altra procura. Personalmente, di fronte al contenuto mostruoso di quell'intercettazione credo che chiunque abbia detto o inventato questa mostruosità debba vergognarsi e dimettersi. Sia esso Presidente della Regione, giornalista o direttore dell'Espresso. Per questo è importante andare a fondo su questa vicenda che lascia una profonda amarezza in questi giorni”. 



Anna Vinci: "Bisognava eliminare chi non permetteva allo Stato di trattare con l'altra faccia della luna"
3di AMDuemila - 18 luglio 2015

Palermo. Un potere occulto strisciante che ha influito sulle scelte del nostro paese con ricatti e piani eversivi, è questo il quadro che presenta la scrittrice Anna Vinci, intervenuta alla conferenza "Il patto. Dal doppio Stato al sistema criminale integrato" organizzata dall'associazione culturale Falcone e Borsellino in occasione del 23° anniversario della strage dove morì Paolo Borsellino e gli uomini della scorta. "Il 24 maggio '84 Tina Anselmi - ha raccontato Anna Vinci - dopo la chiusura dei lavori della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2 disse 'Frugando tra i segreti della P2 ho scoperto come il potere possa essere  una mera apparenza e di come per 10 anni i servizi segreti sono stati gestiti da un potere occulto'". A conferma delle parole della Anselmi, la biografa della ex-parlamentare della Dc ha raccontato del forte impegno da parte di vertici delle Istituzioni dell'epoca per far tacere e sminuire lo scandalo della P2. "Quando viene acclamato con grandi consensi il nuovo presidente Cossiga…Tina Anselmi riceve una visita di Martelli e Formica che le dicono di mettere pace su questa faccenda".
Riferendosi alle stragi del '92, Anna Vinci ha spiegato che "prima bisognava eliminare qualcuno che dava fastidio (l'omicidio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, ndr)  ad un certo punto la cosa diviene più grave e bisogna eliminare coloro che non permettono allo Stato sotterraneo di trattare con l'altra faccia della luna".
La scrittrice ha sottolineato, facendo un parallelo con la situazione attuale, la gravità del tentare sempre di spostare l'attenzione e confondere cambiando il senso e il valore delle parole: "Il piano di rinascita democratica della P2 dimostra come si cerchi sempre di cancellare realtà e il significato delle parole, si parla di rinascita democratica quando si tratta in realtà di un vero e proprio piano eversivo".



Saverio Lodato: "In questi giorni Borsellino assassinato ancora"
6di AMDuemila - 18 luglio 2015
Palermo.
In questi 23 anni che ci separano dalla strage di via d'Amelio "abbiamo continuato cocciutamente a chiedere verità e giustizia, con la presunzione di voler conoscere non solo i nomi degli esecutori materiali della strage ma anche dei mandanti di coloro che quei macellai avevano ispirato". A dirlo lo scrittore e giornalista Saverio Lodato nel corso della conferenza "Il patto. Dal doppio Stato al sistema criminale integrato" in ricordo del 23° anniversario della strage di via d'Amelio. "Oggi - ha continuato - dobbiamo riconoscere che ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano perchè 23 anni dopo, in forme che sono cambiate ma la sostanza è rimasta la stessa, Paolo Borsellino è stato assassinato in questi giorni un'altra volta" parlando del fatto che "Rita e Salvatore Borsellino (fratelli del giudice ucciso, ndr) si sono visti costretti a intimare pubblicamente al presidente della Regione Sicilia Crocetta, che da anni si fregia del titolo di presidente antimafioso, di non mettere piede a Palermo e in via d'Amelio in questi giorni". O che Manfredi, figlio di Paolo Borsellino, "sia scoppiato in lacrime di fronte al nuovo Presidente della Repubblica raccontando il calvario attraversato in questi due anni da sua sorella Lucia (dimessasi nelle scorse settimane dall'assessorato alla sanità, ndr) che forse si era illusa di poter cambiare qualcosa". "Vi sembra normale - ha proseguito Lodato - che 23 anni dopo non possa essere presente qui il pm Nino Di Matteo, perchè diversamente il Csm lo metterebbe sotto punizione come ha già fatto? O che in questi giorni parecchi commentatori, approfittando della scandalosa vicenda di Crocetta, e non parlo delle intercettazioni ma di un Rosario Crocetta che oggi si trova nell'impossibilità di svolgere le sue funzioni, abbiano titolato con sommo gaudio 'antimafia finalmente a pezzi'?".
"Il 'doppio Stato'? - si è dunque chiesto lo scrittore - In Italia non c'è, c'è uno Stato-Mafia e una Mafia-Stato, diversamente tutto quello che accadde nel '92 non si sarebbe dovuto ripetere, non avremmo assistito allo scenario al quale stiamo assistendo in questi giorni". E infine: "Le menti raffinatissime di cui parlava Falcone? Sono sotto gli occhi di noi tutti e continuano ancora oggi a fare il loro sporco lavoro, è cosa che ormai riguarda tutto il territorio nazionale".



Giuseppe Lombardo: "E' il silenzio a rendere forte la 'Ndrangheta"*
lombardo-giuseppe-c-giorgio-barbagallodi AMDuemila - 18 luglio 2015

"Qualcuno mi ha rimproverato perchè parlare della 'Ndrangheta la rende forte, io ho risposto che il silenzio la rende forte, ho ribadito il silenzio è omertà, l'urlo è liberazione - con queste parole Giuseppe Lombardo, magistrato di Reggio Calabria, ha voluto lanciare il suo messaggio alla conferenza, organizzata dalla rivista ANTIMAFIADuemila "Il patto. Dal doppio Stato al sistema criminale integrato" in ricorso a Villa Trabia a Palermo per il 23° anniversario della strage di via d'Amelio. Il magistrato reggino non potendo essere presente di persona a scritto una lettera nella quale cerca di dare un volto alla criminalità organizzata che è fatta  di "uomini che fuggono da se stessi, senza anima, cuore" e che "non sono modelli nemmeno per i figli". "uomini soli e lo sanno - scrive Lombardo augurnadosi che presto arriverà il giorno del cambiamento. "Quel giorno capiranno che è finita l'era delle collusioni…quel giorno tutto sarà cambiato, tutti assieme ci muoveremo nella giusta direzione, ci muoveremo da uomini liberi come ci ha insegnato Paolo Borsellino".

* testo della lettera inviata dal pm Lombardo letto durante la conferenza

Foto del pm Lombardo © Giorgio Barbagallo

ASCOLTA L'AUDIO DELLA CONFERENZA
Il patto. Dal doppio Stato al sistema criminale integrato
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