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ammannato-danilo-c-skytg24di Lorenzo Baldo e Francesca Mondin - 29 ottobre 2014
L’ex Capo della Polizia Vincenzo Parisi informa l’ex Presidente della Camera Giorgio Napolitano del rischio attentati e l’ex Ministro dell’Interno Nicola Mancino non ne sa niente? “Mancino ha mentito al processo Tagliavia dicendo che non sapeva nulla”. Quindi il Capo dello Stato ne era a conoscenza? “Si, così ha detto testualmente ieri: ‘lo sapevo per conoscenza diretta, io sono stato 2 anni e mezzo Ministro dell’Interno’, e allora perché Mancino è venuto a raccontare bugie nel processo di Firenze?”. “E’ un dato di fatto che con le sue dichiarazioni Napolitano lo ha smentito”. A parlare è Danilo Ammannato (in foto), l’avvocato della Parte civile che rappresenta l’associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. Anche lui ha presenziato all’udienza del processo sulla trattativa che si è svolta ieri al Quirinale: “una grande prova di democrazia”.

Il legale di Giovanna Maggiani Chelli e di tutta l’associazione ci tiene a sottolineare quella che a tutti gli effetti è una solenne smentita a quanto dichiarato da Nicola Mancino (all’udienza del 17 febbraio 2011) del processo per le stragi del ‘93. Ammannato riprende le dichiarazioni di Napolitano davanti alla Corte di Assise: “Parisi mi disse che c’era una fonte che parlava di un possibile attentato nei miei confronti”. Come era possibile che l’allora Ministro dell’Interno non ne fosse a conoscenza? Il legale prosegue la sua riflessione: “Napolitano dice che Parisi gli diede quella notizia consigliandogli di ‘prenderla con cautela, anche se non era palesemente infondata’”. Per Ammannato attraverso la testimonianza del Capo dello Stato “salta fuori tutta la storia”, da una parte troviamo “chi cercava di tenere duro di fronte agli attacchi allo Stato: Vincenzo Scotti, Claudio Martelli, Giovanni Spadolini e lo stesso Napolitano”, e “chi viceversa, come alcuni esponenti dell’Arma dei Carabinieri ed altri, sotto sotto, paventava accordi per far smettere  le stragi, penso al generale Mori o al generale Subranni, ma anche, tra gli altri, a Mancino e a Mannino”. L’avvocato fiorentino che ha seguito tutti i processi sulle stragi del ’93 è convinto che ci sia stato qualcuno che “di nascosto faceva quegli ‘indicibili accordi’”, e a questo punto per lui è chiaro: “c’erano i Carabinieri, c’era Parisi (che conosceva perfettamente la situazione) e quindi probabilmente c’era anche  l’ex Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, che nel ’93 avrà detto di alleggerire la situazione sulle carceri e sul 41 bis”. Per Ammannato è del tutto evidente che “la mafia ha fatto gli attentati seguendo una strategia stragista” di cui “c’è traccia nelle sentenze passate in giudicato”, ma la domanda è un’altra: “gli obiettivi chi glieli ha indicati?”.

Foto © Sky Tg24

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