Dal 20 ottobre on line la nuova edizione del giornale
di Lorenzo Baldo e Aaron Pettinari - 15 ottobre 2014
“Qual è questo giornale che parla di sé con tanta fierezza? E' ‘L'Ora’, indipendente della sera o paracomunista, a seconda dell'angolo visuale. ‘L'Ora’ morti e feriti, gridato ogni sera per le strade da strilloni bambini, ‘L'Ora’ chi fotografi, con le foto non si sa di chi o di che, ma sempre foto, un giornale che fa parte del colore e del costume – c’è l'ora dell'‘Ora’, nei pomeriggi di pioggia o di solleone, con il titolo della prima pagina urlato incomprensibile, come un abbaiare cantilenante per la strada, e i panieri di vimini calati dai piani alti o i portieri che lo mettono nell'ascensore - un giornale cui il palermitano non è indifferente: o lo ama o lo odia”.
Giuliana Saladino (“De Mauro - Una cronaca palermitana”, Feltrinelli, 1972)
Lo slogan dei maxi poster è di quelli azzeccati: “Torna l’Ora legale”. Nella città di Palermo si ricomincia a parlare dello storico quotidiano della famiglia Florio. Che nell’era tecnologica diventa on line dal 20 ottobre: loraquotidiano.it. E non solo. Da quel giorno ogni due mesi nelle edicole siciliane uscirà il giornale cartaceo “I Quaderni de l’Ora” con speciali approfondimenti e dossier. Una vera e propria sfida in un momento storico nel quale il giornalismo d’inchiesta rischia di rimanere confinato in piccoli spazi. “L’Ora è stato il primo giornale che ha trattato il tema della mafia cogliendo la forza dirompente del fenomeno. La fotografia era il sale di questo giornale, basti pensare che molte volte l’editoriale era affidato solo alle fotografie”. E’ il ricordo di un ex “biondino”, Alberto Stabile, uno di quei giovani cronisti dell’Ora che nell’ambito giornalistico degli anni ’70 venivano identificati con quel termine. Il ricordo di Stabile, che oggi scrive per Repubblica, fa rivivere il film sugli anni della mattanza mafiosa di Palermo. Anni nei quali tra i fotografi del quotidiano c’erano Letizia Battaglia e Franco Zecchin che sfrecciavano su una vespa da un omicidio all’altro per catturare immagini, spesso cruente, da portare subito al giornale. “I giovani ‘biondini’, ambiziosi e capaci, sono stati, e sono ancora, tra i migliori giornalisti dell’editoria italiana – ricorda con nostalgia la grande fotografa palermitana –. Sparpagliati un po’ dappertutto hanno dato il meglio di sé. Gli anni duri trascorsi al giornale L’Ora, sono stati per tutti noi una scuola formidabile di formazione che nessuna scuola di giornalismo può offrire”. Tra coloro che hanno preso in mano questa bellissima e gravosa eredità ci sono Sandra Rizza, Giuseppe Lo Bianco e Vittorio Corradino: giornalisti di razza. Che hanno vissuto gli anni più intensi dell’Ora, pronti a dirigere una rinnovata edizione dello storico quotidiano indipendente mettendo su una fucina di giornalismo di inchiesta per far crescere una nuova generazione di cronisti. Un grande segnale di rinascita culturale per la città di Palermo. Che può espandersi ulteriormente contribuendo ad una “rivoluzione culturale” di cui c’è tanto bisogno per poter risanare questa terra.
E’ per noi motivo di grande orgoglio far parte di questa nuova realtà editoriale. Un grande in bocca al lupo ai nostri colleghi che hanno avuto il coraggio di realizzare un progetto dalle immense potenzialità, a chi vi prenderà parte, e a chi, credendoci, lo sosterrà!
Il sito web: www.loraquotidiano.it
L’Ora su facebook: www.facebook.com/loraquotidiano
L’Ora su twitter: twitter.com/loraquotidiano
ARTICOLI CORRELATI
In bocca al lupo a L'Ora Quotidiano/3 - Video
Il piacere di svelare, il dovere di informare
Storia del giornale L’Ora e dell’Archivio di lavoro della redazione
L'Ora, il primo giornale che ha parlato di mafia – Documentario (Video)
L’Ora, Palermo, la mafia. Intervista a Letizia Battaglia
In bocca al lupo a L'Ora Quotidiano /1
In bocca al lupo a L'Ora Quotidiano /2