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riina-trib-milano-di-matteo-bigdi Aaron Pettinari - 10 dicembre 2013
L'interrogatorio di Brusca a Milano a rischio per il pm.
Dal carcere come in libertà. Salvatore Riina continua a minacciare, con le proprie affermazioni, la vita del sostituto procuratore di Palermo Antonino Di Matteo. Appena pochi giorni fa gli inquirenti della Dia di Palermo, che continuano il monitoraggio sul boss corleonese, hanno ascoltato un nuovo intervento. “E' tutto pronto – ha detto Riina – e lo faremo in modo eclatante”. A riportare le dichiarazioni del “Capo dei capi” è Il Fatto Quotidiano che racconta come, nei giorni scorsi, il procuratore di Palermo Messineo e quello di Caltanissetta Sergio Lari siano volati a Roma per avvertire il ministro dell'Interno Angelino Alfano. Quest'ultimo, proprio la scorsa settimana in occasione della riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, aveva detto pubblicamente che non era possibile escludere “la tentazione di riprendere una strategia stragista”. Ma a certificare lo stato d'allerta in merito alla sicurezza di Di Matteo sono intervenuti sia Lari che il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. Il primo nel fine settimana, intervistato da Lucia Annunziata al programma Rai “Mezz'ora”, ha dichiarato apertamente: “Le minacce di Riina non sono da prendere sottogamba. Il boss è molto lucido malgrado l'età. Il suo tentativo nasce da una voglia di vendetta e di rivalsa”. Il secondo, ieri a Reggio Calabria, nella prima delle audizioni programmate dalla commissione antimafia ha detto: “Il detenuto Riina manifesta odio e vendetta contro i magistrati siciliani”. E quando i commissari gli hanno chiesto da quale fonte si ricavano le minacce ai pm, l’audizione del procuratore è stata secretata.

In base alle indiscrezioni emerse ieri il ministro Alfano ha convocato il capo della Polizia Alessandro Pansa e si sarebbe valutata anche l’eventualità di suggerire a Di Matteo di rinunciare alla trasferta milanese del processo trattativa Stato-mafia, prevista per domani, dove verrà interrogato il pentito Giovanni Brusca nell’aula bunker di via Ucelli di Nemi.
Secondo gli inquirenti della Dia il rischio di attentato sarebbe ancora più alto proprio a Milano. Per gli analisti infatti, Riina si sarebbe riferito proprio a queste udienze milanesi quando, parlando con un mafioso della Sacra Corona Unita, ha replicato alla notizia del possibile trasferimento del giudice in una località protetta dicendo: “Sempre al processo deve venire”.
Attorno a Di Matteo si stringe l'intera Procura e l'allerta nei suoi riguardi è massima e alla richiesta, che è in fase di valutazione, per l'applicazione di un bomb-jammer nell'auto di Di Matteo si sta pensando di aggiungere anche quella per la dotazione di vetri oscuranti anche nelle auto di scorta al magistrato. Un modo aggiuntivo per non permettere l'identificazione della vettura su cui viaggia lo stesso.

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