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ayala-giuseppe-web1In aggiornamento! Ore 13:28
Mafia: Ayala, non ricordo se c'erano oggetti rossi in luogo strage Borsellino
21 maggio 2013
Caltanissetta. "Non ricordo se ci fossero oggetti rossi sul luogo della strage in via D'Amelio. Ma è anche vero che in quel momento le nostre preoccupazioni erano ben altre. Io ero chino su quello che restava del corpo di Paolo Borsellino per cercare elementi per riconoscerne le sembianze''. Lo ha detto Giuseppe Ayala, proseguendo la sua deposizione al processo Borsellino quater rispondendo a uno dei legali di parte civile che gli ha chiesto se avesse visto oggetti rossi sul luogo della strage. Tutto ruota attorno all'agenda rossa del giudice e al video dei vigili del fuoco pubblicati nei giorni scorsi dove si vede un oggetto rosso.

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Mafia: Ayala, non ricordo chi mi consegnò borsa Borsellino in via D'Amelio
21 maggio 2013
Caltanissetta. "Non ricordo chi mi consegnò la borsa di Paolo Borsellino subito dopo la strage di via D'Amelio. Non ricordo se la prese un carabiniere della scorta, ricordo solo che la consegnai a un ufficiale dei Carabinieri". Lo ha ribadito nel corso della sua deposizione il giudice Giuseppe Ayala davanti ai giudici della Corte d'Assise di Caltanissetta. Un particolare ritenuto molto importante dai magistrati per capire dove fosse l'agenda rossa del giudice Borsellino dopo la strage. Proprio ieri la Dda di Caltanissetta, guidata da Sergio Lari, ha delegato la Scientifica di Roma ad effettuare dei rilievi sul video dei Vigili del fuoco che mostrano un oggetto rosso vicino a un auto pochi minuti dopo la strage il 19 luglio 1992. Non è escluso che si possa trattare dell'agenda rossa, ma saranno necessari degli accertamenti. In una delle scorse udienze l'ex capo scorta di Ayala, Roberto Farinella aveva raccontato: "Presi la borsa del magistrato, volevo consegnarla al giudice Ayala ma lui chiamò un uomo in abiti civili che mi indicò come ufficiale. Questi prese la borsa e si allontanò senza aprirla".

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Mafia: Ayala, per Falcone in pool Mani pulite c'era protagonismo eccessivo
21 maggio 2013
Caltanissetta. "Giovanni Falcone mi disse che nei magistrati del pool di magistrati di Mani pulite di Milano c'era un protagonismo eccessivo sulle rogatorie". Lo ha detto il giudice Giuseppe Ayala deponendo al processo Borsellno quater, in corso davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta. Ayala racconta di un incontro con Giovanni Falcone poco prima della strage di Capaci del 23 maggio 1992, che all'epoca era direttore generale del Ministero della Giustizia. "Giovanni mi diceva che c'era una sovrapposizione della della Procura di Milano rispetto al ruolo che competeva al Ministero della Giustizia sulle rogatorie", ha spiegato.

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Mafia: al processo Borsellino quater il mistero del 'caramellaio' Campesi
21 maggio 2013
Caltanissetta. "Roberto Campesi era nella mia scorta ma non lo misi io. Mi si presentò e mi disse di essere un esperto si sicurezza, non un agente segreto. Mi disse che era un grande amico di Antonio Montinaro, agente di scorta morto con Giovanni Falcone e di essere Presidente della Fondazione Montinaro, anche se poi ho scoperto che non esisteva. E lo misi in contatto con i miei responsabili della sicurezza. Purtroppo sono caduto in un grande trappolone". Il nome di Roberto Campesi, ex uomo della scorta del giudice Giuseppe Ayala, personaggio molto controverso e misterioso, spunta all'improvviso nel corso del processo Borsellino quater, in corso davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta. Il suo nome è stato fatto anche in una delle ultime udienze da Roberto Farinella, ex caposcorta di Ayala. Campesi si aggirava tra le macerie di via D'Amelio subito dopo la strage con esponenti delle forze dell'ordine. Fu riconosciuto in fotografia dall'ex agente di scorta in aula a Caltanissetta nel processo per la strage di via D'Amelio. In quell'udienza Farinella spiegò di essere stato allontanato dalla scorta dopo avere fatto notare che la presenza di un civile in una scorta armata di un magistrato antimafia era quantomeno inopportuna. Campesi rimase invece nella scorta del magistrato e cinque anni più tardi venne arrestato con l'accusa di millantato credito e truffa nei confronti dei figli di Gianni Ienna, un imprenditore arrestato per mafia nel '94 ritenuto un prestanome dei boss Graviano. In passato Campesi aveva un negozio di caramelle, da qui il nome 'il caramellaio'.

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Mafia: Ayala, dopo strage tenni in mano per pochissimo borsa Borsellino
21 maggio 2013
Caltanissetta. "Io in via D'Amelio c'ero solo fisicamente. Ma quello che rimane nella mia memoria è che la borsa è transitata solo per pochissimo tempo nelle mie mani, perchè non avevo titolo per tenerla, l'ho consegnata a un ufficiale dei carabinieri. Se materialmente l'ho presa io o me l'hanno consegnata non me lo ricordo. La cosa importante è che l'ho avuta in mano e l'ho consegnata a un ufficiale". Lo ha detto il giudice Giuseppe Ayala rispondendo ai pm del nuovo processo Borsellino, che si celebra davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta. Sono cinque gli imputati alla sbarra. Ayala, che prosegue oggi la sua deposizione iniziata nella scorsa udienza, sta ripercorrendo i momenti succesivi alla strage di via D'Amelio del 19 luglio '92 in cui morirono il giudice Paolo Borsellino de cinque agenti della sua scorta.

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Mafia: Ayala, Mancino mi disse di non ricordare incontro con Borsellino
21 maggio 2013
Caltanissetta. "Ricordo che il senatore Nicola Mancino mi mostrò la sua agenda dicendomi che al primo luglio 1992 non c'era fissato nessun appuntamento con Paolo Borsellino. Mi disse anche che proprio quel giorno Mancino si insediava come ministro dell'Interno e che c'era una stanza piena di gente e che poteva darsi che c'era anche Borsellino. Ma non se lo ricordava". Lo ha detto il giudice Giuseppe Ayala deponendo al processo Borsellino, in corso davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta presieduta da Antonio Balsamo. Ayala ricorda alla Corte un incontro con l'ex Presidente del Senato, Nicola Mancino in cui quest'ultimo gli avrebbe mostrato l'agenda del '92 su cui non sarebbe stato annotato alcun incontro con Paolo Borsellino. Mentre alcuni testi, tra cui il pentito Gaspare Mutolo, hanno raccontato di un incontro tra Mancino e Borsellino appena 18 giorni prima della strage di via D'Amelio. Alla domanda dei pm Stefano Luciani e Nico Gozzo se Mancino gli ha mai parlato dell'esistenza di una trattativa tra Stato e mafia, Ayala ha risposto: "Assolutamente no".

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