Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Nel dicembre del 2008 la Corte d'Appello presieduta da Claudio Dall'Acqua - che ha recentemente condannato il senatore Marcello Dell'Utri a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa – nega l'acquisizione a processo di alcune carte trasmesse al procuratore generale Antonino Gatto dalla procura di Reggio Calabria.

Le carte in questione riportano una serie di interessanti intercettazioni tra boss della 'Ndrangheta che più volte fanno il nome del senatore. Ed alcune conversazioni tra lo stesso politico del Pdl ed esponenti di vertice del clan Piromalli, uno dei più potenti casati di 'Ndrangheta, da sempre in collegamento con Cosa Nostra.

I colloqui vengono registrati nell'ambito dell'inchiesta calabrese denominata “Cent'anni di storia” (sfociata in un blitz il 22 luglio del 2008) dove il senatore non risulta indagato. E anche se fino ad ora non sono mai confluite in alcun processo è chiaro che risultano decisamente compromettenti.

E oltre al senatore Dell'Utri ad apparire nelle conversazioni tra esponenti del clan Piromalli - impegnati a risolvere la posizione carceraria del capomafia Giuseppe Piromalli in un periodo particolarmente delicato per la cosca, entrata in conflitto con gli storici alleati Molè - sono anche Clemente Mastella e Lorenzo Cesa. Rispettivamente ex ministro della Giustizia ed ex vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, neppure loro iscritti nel registro degli indagati.

Le intercettazioni
Il 2 dicembre del 2007 viene registrata dagli inquirenti una telefonata tra due dei personaggi chiave dell'inchiesta, poi sfociata nell'omonimo processo tuttora in corso: Aldo Micciché, faccendiere, già dirigente della Democrazia Cristiana, originario di Marapoti ma rifugiato da anni in Venezuela (dopo aver sommato 25 anni di “cumulo pena” per diversi reati) e Gioacchino Arcidiaco, cugino di Antonio Piromalli, figlio del superboss ristretto al 41bis Giuseppe Piromalli e suo sostituito alla guida della cosca.
E' Arcidiaco a chiamare il Miccichè per chiedergli delucidazioni in merito ad un importante incontro al quale di lì a poco avrebbe partecipato.
Altre intercettazioni avrebbero poi dimostrato che quell'incontro era realmente avvenuto e che l'interlocutore dell'Arcidiaco era il senatore Marcello Dell'Utri. Al quale i boss, in cambio di favori politici, avrebbero rivolto alcune richieste: prima fra tutte quella di preservare l'immunità di Antonio Piromalli, che dopo l'arresto del padre era l'unico a poter guidare la 'ndrina, pur sotto la direzione dello stesso Giuseppe Piromalli che impartiva disposizioni dal carcere. Una strada che seguiva parallela a quella già imboccata nel tentativo di liberare definitivamente lo stesso Giuseppe dal regime del 41bis.
In un successivo passaggio della conversazione intercettata e sempre in riferimento ai favori da assicurare a Dell'Utri, Arcidiaco sorprendentemente allarga i confini della disponibilità da offrire all'onorevole e a Miccichè dichiara: “Ho avuto autorizzazione di dire che gli possiamo garantire Calabria e Sicilia”.

Dal documento: Conversazione del 2 dicembre 2007
Interlocutori Gioacchino Arcidiaco e Marcello Dell'Utri

Gioacchino chiama il senatore Dell'Utri ed esordisce dicendo di essere "Gioacchino...ci siamo sentiti un paio di giorni fa, se si ricorda....tramite Aldo MICCICHE'",il senatore a sentire questo nome sembra ricordare ed  esclama:"ah, come no?!! Certo...si, si!", poi Gioacchino informa il senatore di essere arrivato ora a Milano e aggiunge"e quindi...non so...Aldo mi     aveva detto ... che ci dove ... che ci potevamo incontrare..." e continua spiegando al senatore che lui domani alle 11.00 ha un esame al Centro Tumori per cui propone di fissargli un    appuntamento per domani mattina a Milano. Il Senatore  chiede a Gioacchino il suo cognome, e Gioacchino risponde "Arcidiaco", il senatore sembra segnarsi questo nome, poi riferisce a Gioacchino che domani mattina potranno vedersi dopo l'esame a cui Gioacchino deve sottoporsi, poi il senatore gli  spiega di avere un appuntamento con l'avv. Lima alle ore    11.30/12.00 in via Senato 12, Gioacchino ribatte "con l'avv. Lima? Anche io, anche io!", poi il senatore invita quindi Gioacchino a raggiungerlo in via Senato 12 verso le  12.30 ma entro     le ore 13.30 perchè a quell'ora poi ha una colazione. Gioacchino conferma l'appuntamento e riferisce al senatore che domani mattina, all'uscita dal centro tumori, lo chiamerà per avvisarlo di un suo eventuale ritardo all'appuntamento. Il senatore gli fornisce il numero del suo ufficio a Milano (...) in quanto domani mattina potrebbe non rispondere al cellulare perchè impegnato in qualche riunione.  Gioacchino conclude ringraziando il senatore per la "disponibilità" dimostrata.

N.B. Il senatore contatta Gioacchino dopo che questi aveva provato a contattarlo, sempre invano, diverse volte.
   
Integrale

ARCIDIACO: pronto?
DELL'UTRI: pronto?
ARCIDIACO: Senatore Dell'Utri, buonasera
DELL'UTRI: si, chi parla?
ARCIDIACO: eee...Gioacchino...ci siamo sentiti un paio di giorni fa...non so se si ricorda...tramite Aldo Miccichè...
DELL'UTRI: ah, come no?!! Certto, si, si!
ARCIDIACO: scusi se la chiama a quest'ora...
DELL'UTRI: no, prego, prego...
ARCIDIACO: sono praticamente appena arrivato...a Milano...quindi...
DELL'UTRI: ah, ho capito...si, si...e quindi?
ARCIDIACO: quindi, non so...Aldo mi aveva detto che ci doveva...che ci potevamo incontrare...io...adesso...domani sono al Centro Tumori, come lei sa, per malattia...
DELL'UTRI: si, si...
ARCIDIACO: però se fissiamo un appuntamento, al limite...
DELL'UTRI: domani a Milano, no?
ARCIDIACO: si, domani, si!
DELL'UTRI: mi ricorda il suo cognome, Gioacchino?
ARCIDIACO: "ARCIDIACO"
DELL'UTRI: "ARCIDIACO" ?(lo ripete)
ARCIDIACO: si
DELL'UTRI: ah, ho capito...si...dunque domani io sono a Milano...un pò incasina...a che ora è impegnato lei?
ARCIDIACO: io alle 11.00 avrei un esame radioattivo da fare...
       
(...)

DELL'UTRI: quindi dopo,  magari....se vuole...io devo vedere l'avv. Lima alle....
ARCIDIACO: ah, vi dovete vedere con l'avv. Lima? Anche io, anche io!
DELL'UTRI: e allora...l'avv. Lima dovrebbe venire alle 11.30/12.00 in via Senato 12...se viene lei, così prima...perchè poi alle 13.30 ho una colazione...ci possiamo vedere...
ARCIDIACO: eee...il problema è che io alle 11.00 ho l'esame...
DELL'UTRI:  quando finisce, a mezzogiorno e mezza, non so? No?
ARCIDIACO: ah! Via Senato 12 allora?
DELL'UTRI:  si, via Senato 12, si!
ARCIDIACO: va benissimo...e allora, al limite la chiamo domani mattina, così ci sentiamo e vi...come esco dall'ospedale...al limite se ritardo 10 minuti...
DELL'UTRI: si, ecco...se io non...se al telefono non le rispondo è perchè magari sono in qualche riunione, può chiamare anche IN UFFICIO...te l'ho dato il numero dell'ufficio di Milano?
ARCIDIACO: no, il numero dell'ufficio di Milano, no...
DELL'UTRI: eh, glielo do..
ARCIDIACO: si...un attimo solo...
DELL'UTRI: è un numero facile facile, lo può tenere anche a memoria...allora è (...)
ARCIDIACO: perfetto, senatore!
DELL'UTRI: benissimo!
ARCIDIACO: la ringrazio per la disponibilità
DELL'UTRI: allora ci conosciamo domani, grazie a lei!
ARCIDIACO: perfetto! Arrivederci.
DELL'UTRI: arrivederci, buona serata!


Come si diceva, dopo aver parlato con il politico, Arcidiaco chiama il Micciché per comunicargli di aver contattato Dell'Utri specificandogli che ci sarà un incontro a tre:
“Domani sono dal senatore... domani sono in riunione con il senatore e con l'avv. Lima”

Il Micciché si affretta ad impartire le sue direttive:
“Spiegagli chi siamo, che cosa rappresentiamo per la Calabria... voglio che tu sia rappresentato bene... io gli ho già detto tante cose... mi sono spiegato?”

A causa di disturbi nella comunicazione i due interrompono la telefonata e si sentono poco tempo dopo:

Gioacchino: pronto?---//
Aldo: pronto!---//
Gioacchino: oh bello mio!---//
Aldo:  io ti ho chiamato a casa di tua zia ma non mi ha risposto nessuno
Gioacchino: io sono qua ...ma non ha suonato il telefono!
Aldo: è (...)
Gioacchino: si... a meno che sia scarico il cordeles     ...omissis ..
Aldo: come stai figlio!
Gioacchino: io domani faccio la PET ...speriamo che esce bene, domani mattina faccio la PET alle 11,00 ... pomeriggio alle 17,00 faccio la TAC e nell'intervallo tra... verso le 12,30 mi ha detto quell'amico nostro in comune che ci vediamo a Milano in piazza San Babila dove c'è anche l'avv. LIMA che domani si devono vedere
Aldo: si esatto
Gioacchino: ...così con la scusa, che c'è l'avv. Lima, io ho tutta la documentazione pronta dell'azienda agricola per il discorso fideussione e anticipo fatture
Aldo: perfetto ...ora importantissimo è questo...
Gioacchino: ecco voglio capire in che termine mi devo proporre
Aldo: ...vai ad avere con Marcello DELL'UTRI, attento ...perchè dato che ormai è sicuro che vicenda BERLUSCONI sta arrivando in porto, è chiaro? ci spiegaci chi eravamo... fagli capire che Aldo ...Aldo quando era
Gioacchino:   ... io la cosa che gli dico   ... io già ne ho parlato con mio “cugino” (rif. ad Antonio Piromalli cl.72 ndr), la prima cosa che dico: io sono qua da colloquio avvenuto con Aldo Miccichè, anche perchè NOI   ... NOI  ...  facendogli intendere chi siamo…NOI vediamo e stravediamo per Aldo!---//
Aldo: si, si questo  ...  ma è importante che capisca CHI SIAMO NOI, attento! Fagli capire guarda che quando Aldo era Segretario Provinciale delle Democrazia Cristiana tutti i Comuni della Provincia di Reggio, 100 erano Democratici Cristiani   ... secondo, Aldo pigliava 105000 voti, la Piana   ... la Piana è COSA NOSTRA facci capisciri   ... spiegaci che l'unico collegio che aveva su 10  ...  su 11 Comuni 10 Comuni Social Comunisti era quello di Cinquefrondi che io sono stato l'unico a vincere   ... perchè io ho vinto a Galatro, ho vinto a Maropati   ... naturalmente a Cinquefrondi, a San Giorgio Morgeto è chiaro? I paesi Comunisti  ...  l'unico  ...  a San Giorgio Morgeto c'era un Sindaco Fascista all'ora ed a Galatro lo stesso con tutto questo io ho vinto in tutte le parti   ... mi sono spiegato? Fagli capire che  ...  il Porto di…il Porto di Gioia Tauro lo abbiamo fatto noi, insomma! Hai capito o no? Fagli capire che in Aspromonte e tutto quello che succede là sopra è successo tramite noi, mi hai o capito? Fagli capire, insomma, che  ... ---//
Gioacchino:   ... adesso l'oggetto che   ... voglio capire  ...  è stato lui a cercare noi tramite te   ... perchè avesse bisogno di qualcosa giù?---//
Aldo: sono stato io a collocare i miei due pupilli, Gioacchino ed Antonio, in mano loro….OMISSIS…..ora fagli capire che in Calabria o si muove sulla Tirrenica o si muove sulla Ionica o si muove al centro ha bisogno di NOI  ...  hai capito il discorso? e quando dico NOI, intendo dire Gioacchino e Antonio, mi sono spiegato? ----// 
Gioacchino: ho capito!---//
OMISSIS


Il successivo passo dell'intercettazione spiega quale sarebbe stata una delle principali richieste che l'Arcidiaco avrebbe rivolto al senatore nell'interesse del “cugino” Antonio Piromalli. E che consisteva nel far ottenere l'immunità allo stesso Piromalli attraverso il conferimento di una funzione consolare per conto di un qualsiasi stato estero. Che sia “russo, vietnamita, arabo, brasiliano, non mi interessa”, sottolinea Arcidiaco, “perché se c'è zio fuori e pure lui ... eh ... poi siamo rovinati!”.

Gioacchino: soprattutto! ma su questo abbiamo discusso in famiglia eh... noi abbiamo solo una richiesta che non è ne finanziaria ne di mio zio ne di altri ...è che almeno, non tanto su di me, ma su quanto mio cugino gli venga riconosciuta in qualche forma ...in qualche cosa ...l'immunità.
Aldo: va bè è naturale
Gioacchino: che sia un...
Aldo: lui si trova in un momento...
Gioacchino: ...guarda Aldo che gli venga dato un Consolato dello Stato Russo, Viettenamita, Arabo, Brasiliano non mi interessa ...perchè...
Aldo: questo lo possiamo fare! 
Gioacchino: ...ecco perchè se c'è zio fuori e pure lui ...eh... poi siamo rovinati!
Aldo: naturale

In quanto alla partecipazione all'incontro dell'avvocato Lima, Micciché sottolinea: così “capisce che non sei l'ultimo arrivato! Mica è facile parlare con Marcello Dell'Utri, parliamo chiaro... parlare con Marcello Dell'Utri significa l'anticamera di Berlusconi”.
E ancora aggiunge: “...Lui vorrà che si facciano i centri della Libertà...” “...e tu gli dici che noi siamo a disposizione che quando deve partire l'operazione per i Centri lui deve venire incontro”.

(...)
Aldo: "... naturale ! ... tu gli fai capire che sei a completa disposizione per quanto riguarda..."
Gioacchino: " ... si ..." 
Aldo: " ... i centri ...eccetera ...eccetera"
Gioacchino: "tutto! ... tutto quello che ..."
Aldo: " ... naturalmente ... da ora ..."
Gioacchino:  " ... datemi gli strumenti naturalmente ... "
Aldo: "eh be è chiaro! ... da ora a quando andremo a fare quello che dobbiamo fare vediamo che cosa ci danno loro a noi"
Gioacchino: "certo!"
Aldo: "l'importante che capisce che Gioia Tauro ... Rosarno ... Palmi ... eccetera ... eccetera ... e anche sulla ionica e via di seguito ... dove non arrivate voi vi faccio strada io"
Gioacchino: "no gli dico io ... ho avuto autorizzazione di dire che gli possiamo garantire Calabria e Sicilia" 
Aldo: "Calabria e?"
Gioacchino: "Sicilia!"
Aldo: "e beh naturale! ... chiaro!?""
Gioacchino: "io questo glielo posso garantire se lui mi viene incontro"
Aldo: "esatto! ... questi discorsi falli a quattro occhi naturalmente"
(...)


Il giorno dopo, 3 dicembre 2007, sono proprio le intercettazioni a confermare che quella riunione è realmente avvenuta.
E' Marcello Dell'Utri a sentirsi con l'Arcidiaco, che in presenza di Antonio Piromalli lo chiama e viene intercettato. La conversazione tra i due non solo conferma l'avvenuto incontro, ma consente di accertare quale fosse stato uno degli oggetti del summit: “La piena disponibilità offerta dall'Arcidiaco all'uomo politico di organizzare le basi del partito (Circoli) nel territorio di Gioia Tauro, ed altri luoghi, e pienamente accolta dal Dell'Utri”.
Lo stesso giorno, al telefono con Arcidiaco, Miccichè riferisce di un colloquio avuto con il senatore in riferimento alla riunione tenuta poco prima. Dell'Utri “mi ha chiamato... era entusiasto”, e di Arcidiaco aveva detto: “pensa a quante cose possiamo fare... un giovane meraviglioso”.

Sintesi   
Gioacchino chiama Marcello DELL'UTRI per confermare l'appuntamento per domani...
   
Dell'Utri: pronto!
Gioacchino: Senatore buonasera Gioacchino sono
Dell'Utri: ciao Gioacchino dimmi!
Gioacchino: sono appena uscito sempre dall'ospedale ...niente le confermavo l'appuntamento per domani pomeriggio dalle 13,00 in poi quando vuole
Dell'Utri: domani pomeriggio ...allora con Simone ...eh?
Gioacchino: si si
Dell'Utri: adesso adesso ...aspetta un attimo che ti do conferma
Marcello Dell'Utri si rivolge a persone a lui vicino "ciao Albe ...come stai? ...allora si! ...Rosita c'è il ragazzo che è     venuto prima che si chiama Arcidiacono Gioacchino ...deve incontrare te o Simone o tutte e due, perchè deve fare circoli a Gioia Tauro ed in altri posti ...a che ora, a che ora possiamo farlo salire?" 
Marcello Dell'Utri a questo punto si rivolge nuovamente a Gioacchino, nel frattempo in attesa "...tu sei libero dalle?"
Gioacchino: facciamo dalle 15,00 in poi?
Dell'Utri: dalle 15,00 in poi?
Gioacchino: si
Dell'Utri: si ...diciamo allora a che ora? domani  (si rivolge a Rosita, e questa dice: dalle 15,30  in poi?) ...alle 15,30?
Gioacchino: 15,30!
Dell'Utri: eh? va bene?
Gioacchino: al solito posto!
Dell'Utri: perfetto! dove ci siamo visti oggi! va bene?
Gioacchino: va benissimo ...ok ...la ringrazio Senatore arrivederci
Dell'Utri: ciao ciao

E della straordinaria forza di quella cosca Dell'Utri avrà piena conferma nei mesi a venire, quando potrà constatare con mano il buon andamento dell'attività posta in essere dai consociati per lo sviluppo dei Circoli della Libertà. O almeno così apparirebbe, ancora una volta, in uno dei tanti dialoghi intercorsi tra Gioacchino Arcidiaco e Aldo Micciché, nel corso dei quali è il secondo a dichiarare: “Politicamente va benissimo e bisogna incrementarli al massimo in modo tale da riuscire a fare, grazie alla riconoscenza del Senatore per i Circoli, ciò che loro intendono ottenere”.

Il ministro ha le mani legate
Poco tempo prima, il 4 ottobre del 2007, nel corso di una conversazione intercettata con Antonio Piromalli, Aldo Miccichè accenna per la prima volta, utilizzando un linguaggio criptico, a Clemente Mastella, allora ministro della Giustizia, la persona a cui fa capo il meccanismo dell'art. 41 bis dell'Ordinamento Penitenziario.

“Stamattina – dice – ho avuto un colloquio con quella persona per motivi particolari connessi al senatore Colombo (Emilio Colombo ndr.) che è mio compare”. E “siccome è stato un colloquio lungo sono riuscito ad accennargli”. “Lui”, prosegue, “l'intervento lo aveva già fatto”, “però dice che in questo momento sta succedendo un casino della madonna per i provvedimenti particolari”... “è un momento delicato... comunque vediamo se passa sta bufera e loro come avevano promesso a dicembre dovrebbero cercare di fare qualcosa”.

Nel prosieguo della conversazione il faccendiere accenna quindi a una serie di disposizioni che tale misterioso personaggio avrebbe dato a Francesco Borgomeo e alla Segretaria, facendo poi il nome di Adriana Zerbetto e Antonella Appulo. In altre parole: il capo della segreteria del ministro della Giustizia, la segretaria particolare e un esponente del movimento giovanile del partito dell'Udeur, al cui vertice sedeva proprio Clemente Mastella.
E' così che gli investigatori identificano la persona oggetto dei discorsi tra i due indagati proprio nel Mastella l'unico, sottolineano, che avrebbe potuto “dare disposizioni al Capo della segreteria del Ministro e alla sua Segretaria particolare”.
Una considerazione logica che avrebbe trovato riscontro anche in una successiva telefonata fatta dallo stesso onorevole al Miccichè, dopo che quest'ultimo avrebbe tentato invano di contattare il politico. “Anche se va detto”, avevano scritto sul punto i magistrati, “che la conversazione non affrontava alcun tema specifico e anzi il Mastella si affrettava ad interromperla dopo aver compreso l'identità del suo interlocutore che gli parlava di possibili appoggi elettorali”.

Ma perché il ministro interrompeva quella comunicazione?
La domanda è lecita e la risposta potrebbe nascondersi nei successivi dialoghi tra Miccichè e Piromalli, dove, ancora una volta, è il primo a dichiarare: “Allora sto cazzo di Ministro... questo povero disgraziato non sa come muoversi, non sa se è un ministro, non sa se lo sentono, non sa se sta dentro o se sta fuori, è ricattato in qualsiasi momento”.
E' il novembre del 2007 e Mastella risulta iscritto nel registro degli indagati dell'inchiesta catanzarese Why Not (in quel periodo appena avocata al pm De Magistris), per questo consapevole che le sue telefonate potrebbero essere intercettate.
Miccichè, sempre rivolto ad Antonio Piromalli, continua: “...ha paura a parlare per telefono... ha paura se devono mandargli una mail... cambiano un fax al giorno...”. E in un successivo passaggio: “Basta il fatto di Catanzaro per vedere come è messo questo disgraziato... se gli controllano anche il cellulare che cosa vuoi di più... e io lo ho il cellulare... gli controllano il cellulare gli controllano il computer gli controllano i fax... come si comunica con sta gente ora”?.
Piromalli interviene: “Sì ma tanto più di la non possono andare” e Miccichè risponde: “Sì ma questo è un discorso che va bene a noi... ma non va bene a loro.. non si sa se resta questo Governo se non resta questo Governo se lui resta Ministro se lui non resta Ministro”, “che cazzo succede in questo centro Sinistra... sti cazzo di comunisti che stanno rompendo i coglioni a tutti i livelli possibili e immaginabili alla gente che lavora... alla gente che è nostra... chiaro o no?”.

A completissima disposizione
Nel tentativo di agevolare la posizione carceraria del superboss Giuseppe Piromalli - poiché solo lui, con l'autorevolezza e la saggezza del capo, avrebbe potuto riportare l'ordine all'interno di un sodalizio che, in in mano ad esponenti più giovani e più intolleranti, mostrava segni di turbolenza - , Aldo Micciché tenta affannosamente di attivare tutti i suoi contatti politici ed istituzionali

E tra quei contatti illustri apparirebbe, per come emerge ancora dalle intercettazioni, l'on. calabrese Mario Tassone, già esponente della Democrazia Cristiana e dell'Udc, sottosegretario e viceministro della Repubblica, ex vicepresidente della Commissione Antimafia.

E' Antonio Piromalli, lo si apprende dalle conversazioni captate, che lo deve incontrare  per sottoporgli una serie di questioni, ivi compresa quella del padre. Ed è al Tassone che Miccichè si riferisce quando ad Antonio afferma: “Si è messo a vostra completissima disposizione”, prima di comunicargli che darà a Gioacchino Arcidiaco i numeri di cellulare “riservati” per contattarlo (cosa che poi farà ndr) e di aggiungere che anche il consigliere regionale Nucera aspetta Antonio “a braccia aperte per tutto quello che avete bisogno”.
In successive conversazioni telefoniche il riferimento all'on. dell'Udc come di persona “a disposizione” torna insistentemente e in una di queste Miccichè esclama: “Ti stanno aspettando a braccia aperte, da Casini a scendere”, prima di sottolineare: “L'aria di elezioni dovrebbe far cambiare la situazione” e soprattutto ora che “ci sarà il congresso provinciale a Reggio Calabria e Antonio ha la possibilità di gestire tutto il partito (l'Udc ndr.) a suo piacimento!”.
Nel prosieguo della conversazione Antonio chiede ad Aldo se “per l'altro discorso la situazione è andata avanti o si è fermata” e dopo aver appurato che il giovane faceva riferimento a “Pinuccio” (Giuseppe Piromalli ndr.) si affrettava a rispondere: “Fatti i cazzi tuoi... ti voglio bene, non parliamo per telefono”.

Soffiate da Reggio
Alla fine di novembre, la situazione già precaria per la cosca, si complica ulteriormente. Mentre a Giuseppe Piromalli viene rinotificato il 41bis Gioacchino Arcidiaco chiama Aldo e gli chiede di contattare “il nostro amico che mi hai mandato tu l'altra volta che siamo stati a riunione”. Il frasario in codice non impedisce agli investigatori di capire che il soggetto in questione è Marcello Dell'Utri e il motivo di quel linguaggio criptico, utilizzato su una linea apparentemente protetta, è presto detto: “Ieri ci hanno chiamato e ci hanno detto che hanno tappezzato la macchina di mio cugino dell'ira di Dio”. E' in effetti in quei giorni che l'automobile di Antonio Piromalli viene sottoposta a controllo ambientale.

7 dicembre 2007

A:  Aldo MICCICHE'    G: Gioacchino ARCIDIACO
   

G: pronto?
A: pronto?
G: oh zio Aldo!!
A: allora so che avete un appuntamento domani, con Lima..
G: si, alle 16.00
A: va benissimo, mi..chiamate ect..vedete qual'è il sistema per aggirare questo cazzo di cosa speciale..mi sono     spiegato?   
G: si
A: perchè non voglio essere per il culo da nessuno io, ministro non ministro..chi cazzo sia!!
G: mh..
A: come si può aggirare sta faccenda, se è un problema che riguarda il direttore generale, la magistratura..chi    cazzo è .. o se dipende dall'utero Maria di qualche direttrice di penitenziario.
G: e dopo di chè?!
A: dopo di chè non sono cazzi tuoi! non devo dire a te quello che devo fare! ma guardate voi!!
G: ah..e senti una cosa, per i medicinali non sapppiamo niente?
A: ti ho detto che voglio risolvere questo problema,..i medicinali ho parlato con quello di..di..coso..mercoledì dovrebbe avere..che mi ha fissato un appuntamento alle 09.00, un appuntamento con il ministro della sanità, di quà,se è ancora in carica se non lo hanno ammazzato prima..vediamo che cazzo vuole fare. E dice che è sceso da 30 dollari a 25, ma di questo non dirò niente al  Ministro, non è un problema di soldi per lui.
G: senti una cosa, vedi che quei prezzi delle macchine che ti ho mandato sono con l'IVA e che devi togliere il 20% da quel prezzo.Poi disponibilità immediata, ora..domani ti mando..
A: non mi rompere i coglioni, nè tu nè Totò, risolvetemi il problema di Pino, che cazzo devo fare io, poi parliamo di quello che cazzo volete.
G: e senti una cosa, tu pensi che dovresti avvisare..
A: come?
G: dovresti avvisare il nostro amico che mi hai mandato tu l'altra volta che siamo stati in riunione, perchè praticamente ieri ci hanno chiamato e ci hanno detto che due settimane fà hanno tappezzato la macchina di mio cugino dell'ira di Dio..
A: hanno?
G: tapp..riempito la macchina di mio cugino...
A: che hanno fatto?
G: hanno messo delle cose in macchina no?!
A: ah ho capito!

(…)

A: il problema è che vi dovete muovere con molta cautela, perchè ho ricevuto una telefonata da Reggio (il luogo in cui si stavano svolgendo le indagini ndr.) da persone che tu nemmeno ti immagini, molto ma molto  alta, di stare molto attenti  sia la tua perona che che a quello...affettuosa.. attenzione, come una persona  molto ma molto alta.

In un passaggio successivo Micciché continua:

A: stiamo attenti, stiamo attenti che è venuta fuori una cosa..e..e non mi hanno chiamato..lo sai chi è Peppe Tuccio(?) no?!
G: Peppe?
A: Peppe Tuccio, il procuratore generale della Repubblica..
G: si..si si
A: come mio fratello, o Peppe Viola, sai chi sono questi?
G: si si si
A: sono gente legata a me..mani piedi culo e...e l'altro personaggio importantissimo di cui non ti faccio nome per motivi facilmente comprensibili
G: si
A:.. mi hanno detto, digli al ragazzo di non muoversi tanto ect.. hai capito? .. perchè se no .. si trova .. sta facendo un casino della madonna..un certo personaggio


(...)

Vota e fai votare
A febbraio, dopo la morte di Rocco Molè, Aldo Miccichè è preoccupato per le sorti di Antonio Piromalli che, a suo dire, ha ormai “la famiglia sulle spalle”. Al rischio della reazione dei Molè alla morte del boss Rocco si sommavano le vaste battute delle forze dell'ordine sulla Piana di Gioia Tauro, con perquisizioni, rinvenimenti di bunker e le dichiarazioni di alcuni soggetti che “stanno cantando come canarini”. E' lo stesso Micciché a rivelarlo al giovane capomafia chiedendogli di raggiungerlo in Venezuela dove, per ovvie ragioni, sarebbe al riparo da possibili arresti. Anche se, prima di partire, avrebbe dovuto sistemare insieme a Lorenzo e Gioacchino Arcidiaco “una certa faccenda” riguardante il solito Senatore Dell'Utri e le imminenti elezioni.

Nel corso dei colloqui intercettati Micciché riferisce di essere nella posizione di chiedere qualche favore (sistemare lavorativamente Lorenzo e la fidanzata di Gioacchino, Roberta Foti ndr.) poiché ora “ho un certo potere per il fatto delle elezioni all'estero”. Spiega quindi che il 25 marzo si incontrerà a Caracas con Barbara Contini, vice di Berlusconi, candidata in Campania alla quale, in quell'occasione, farà avere il curriculum di Roberta Foti.

Ma è il 26 marzo che i dialoghi tra Lorenzo Arcidiaco e Aldo Miccichè si fanno più interessanti. In quella data, infatti, Lorenzo chiama Aldo per riferirgli di un imminente appuntamento con il Senatore nel corso del quale gli avrebbe parlato, tra le altre cose, di un amico di “Totò” (Antonio Piromalli ndr.) “da diversi anni in auge a livello sindacale e compagnia bella che sposta un bacino elettorale di 5.000 – 10.000 voti” a Milano e provincia. Tale soggetto, continua, “era praticamente sempre su... collegato con i Coluccio, il Questore della Camera” e “adesso che i Colucci gli hanno promesso promesso e non gli hanno mai dato nulla... si è spostato su Casini. Tu pensi che farlo spostare su Marcello potrebbe essere interessante per lui?” Miccichè, felicemente sorpreso dalla notizia, risponde subito di sì e si incarica di parlarne con il senatore Dell'Utri prima del pianificato incontro. A Marcello, dirà successivamente “gli ho anticipato,,, che c'è una tradotta di calabresi che lì a Milano lo votano! E – rivolto a Lorenzo Arcidiaco - tu gli dici che vai lì a nome di questi... mi sono spiegato?” “In modo da fargli capire che ha bisogno di noi”. Il successivo 1° aprile Lorenzo chiama Aldo e confermandogli l'avvenuto incontro sottolinea: il senatore ha fissato un appuntamento “con questo qui di Cinisello”.

26.03.2008 alle ore 15.11.14
La conversazione intercorre tra  MICCICHE’ Aldo  e ARCIDIACO Lorenzo rispettivamente indicati con  “Aldo” e  “Lorenzo”.-----------------------------------------------------------------------------//
Lorenzo ARCIDIACO chiama Aldo MICCICHE’ ma risponde una donna (in corso di identificazione) alla quale si presenta come Lorenzo e chiede di Aldo. La donna risponde di attendere un momento.
OMISSIS

Aldo: hallo --//
Lorenzo: hallo Aldo, Lorenzo sono, ciao--//
Aldo: Lorenzino mio, dimmi bello--//
Lorenzo: senti bello, stamattina mi ha chiamato la segretaria di Marcello--//
Aldo: si--//
Lorenzo: si..eh..perché non aveva capito il nome, perché ieri gli ho chiamato ma erano occupati e gli ho lasciato il messaggio in segreteria telefonica..ehh..perché non aveva capito il cognome e dice che parlerà con il Senatore per fissarmi un appuntamento--//
Aldo: perfetto--//
Lorenzo: ..sentimi qui, Totò  mi diceva che c’è un suo amico che..hmm..da diversi anni in auge a livello sindacale e compagnia bella che sposta un bacino di 5000-10000 voti
Aldo: ehh--//
Lorenzo: era praticamente sempre su…collegato con i COLUCCIO, il Questore della Camera--//
Aldo: eh --//
Lorenzo: e adesso questo qui si è spostato, adesso che i COLUCCI gli hanno promesso promesso e non gli hanno mai dato nulla..si è spostato su CASINI. Tu pensi che la...farlo spostare su.. Marcello si…potrebbe essere interessante per lui?--//
Aldo: per chi? Per Marcello?--//
Lorenzo: eh, certo!!--//
Aldo: ma dipende dov’è!--//
Lorenzo: eh..lui dove li gestisce sti voti?!--//

Terza persona (riconosciuto come PIROMALLI Antonio) in sottofondo riferisce a Lorenzo ARCIDIACO che li gestisce a Milano e provincia.

Lorenzo: Milano e provincia.--//
Aldo: ebbhè parlane con Marcello.--//
Lorenzo: eh?--//
Aldo: parlane con Marcello, è una carta grossa questa!--//
Lorenzo: è una carta grossa..io volevo sapere se gli puoi dire tu qualcosa eventualmente, dirgli..i fratelli..incompr…sindacati a Pavia mi dice Totò--//
Aldo: bene bene..io glielo dico, gli dico che è urgente che ti voglio che si incontri con te, va bene?//
Lorenzo: hmm al limite domani --//
Aldo: d’accordo?--//
Lorenzo: perché.. perché stasera sono un pochino incasinato pure io  e quindi magari anche se è domani…--//
Aldo: stasera lo chiamo e gli..stasera lo chiamo e gli dico per domani, va bene?--//
Lorenzo: va bene.--//
Aldo: ti abbraccio..//
Lorenzo: ti abbraccio anche io..--//
Aldo: incompr…--//
Lorenzo: ciao bello ciao--//
Aldo: ciao--//

Fine Conversazione--//
F.L.C.S.--//



In quello stesso periodo, come emergerà successivamente, si registra un'altra conversazione tra Aldo Micciché e Marcello Dell'Utri, nel corso della quale i due parlano delle imminenti elezioni politiche e dei voti degli italiani residenti in Venezuela.

“Tesoro, bello d'Aldo tuo”, è la voce di Micciché rivolta al senatore, “provvederò che presso ogni consolato ci sia la nostra presenza segreta per i cosiddetti voti di ritorno, che nel 2006 hanno rappresentato più del 30%”. Il piano consiste nel fare incetta di schede bianche e votarle, un'operazione per la quale “complessivamente mi servono 60.000 euro”. E il politico del Pdl non fa una piega: per lui, è la risposta, va “benissimo”. L'amico Aldo incalza: “Tu sai la forza della verità nostra! In via molto riservata – dice - sarò assistito benevolmente dai miei cardinali e conseguenzialmente dalla mia chiesa cattolica... L'ultima cosa... i nostri cari... amici massoni eccetera, abbiamo superato tutte le varie empasse, ricordati che l'uomo del giorno lì è il nostro presidente dei probiviri, chiaro?”

E' l'8 marzo del 2008. Un mese più tardi, il 9 aprile, Micciché parla con Filippo Fani, stretto collaboratore della Contini, attuale senatrice. A Fani il faccendiere spiega i metodi che avrebbe usato per far vincere il candidato senatore del Pdl: bruciando a pacchi, con la benzina, le schede elettorali “che sicuramente non sarebbero state nostre”. Un sistema pratico per prevenire ogni rischio: dal momento che la vittoria per Berlusconi è in bilico, i numeri al Senato non possono riservare sorprese e quelli all'estero assumono un valore essenziale. L'amico Aldo chiama quindi la Contini alle 3 di notte per informarla della sua decisione e “per avere il suo ok, ma non mi ha potuto rispondere, povera disgraziata stava dormendo”. E dal momento che non c'era tempo da perdere “sai cosa ho fatto? Ho messo il tappo della benzina ecc... così si è risolto il problema. Ho le ceneri, se volete le ceneri ve le posso mandare”.
In quanto a “Barbara”, la notizia le va in ogni caso comunicata, ma “in via segretissima” perché “viene dai servizi di sicurezza”. Ergo: i servizi segreti del paese sudamericano, con i quali il faccendiere è in buoni rapporti, tanto che la sua capacità di movimento è notevole. E i risultati si vedono: il Pdl in Venezuela guadagna nel 2008 il 72,69% al Senato e il 65,92 alla Camera, a fronte del 27,8% di Forza Italia del 2006.

Tratto da: AntimafiaDuemila N°60

ANTIMAFIADuemila N°65

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos