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giuseppe_lumia.jpg23 gennaio 2008
di Antonella Romano 

L'intervista all'on. Giuseppe Lumia
"Rimuovere Cuffaro deve essere l´impegno di tutti, al di là delle appartenenze"

 


ANTONELLA ROMANO «LA Sicilia non può essere guidata da un presidente con una condanna. La politica di Cuffaro ha portato la Sicilia in condizioni disastrose sul versante della legalità e dello sviluppo. Rimuovere Cuffaro deve essere l´impegno di tutti, al di là delle appartenenze. Ha illuso i siciliani che lo sviluppo può esistere senza legalità».

Onorevole Beppe Lumia, in Sicilia gli imprenditori hanno iniziato ad alzare la testa contro il racket. Come si concilia con il fatto di avere un presidente della Regione condannato in primo grado?

«Ci chiediamo infatti come possa un presidente come Cuffaro guidare questa inedita e straordinaria rottura che si sta consumando nel rapporto tra mafia e impresa, pizzo e operatori economici. Rischiare di fare perdere alla politica l´occasione di partecipare a questo movimento di ribellione sarebbe assai grave».

Lei chiedeva le dimissioni di Cuffaro prima della sentenza.

«Sono sempre stato convinto che il giudizio politico debba essere autonomo rispetto a quello penale. Si rischia ancora una volta di svilire il ruolo della politica, per poi lamentarsi strumentalmente che la politica è guidata dalla magistratura. Dopo questa condanna, a maggior ragione, la politica deve trovare l´energia per far dimettere Cuffaro e per selezionare una classe dirigente libera dal sistema di relazioni con i boss».

Chi vuole davvero, secondo lei, che Cuffaro si dimetta?

«Nel centrosinistra vedo una coesione positiva. E vedo anche nel centrodestra una voglia di mettersi alle spalle il cuffarismo. Le condizioni ci sono anche nella società siciliana, se saprà dare una risposta moderna e forte. È necessario trasformare la vicenda delle dimissioni di Cuffaro in una grande azione di cambiamento».

Cuffaro dopo la sentenza la ha attaccata…

«Campanella ha parlato anche di me perché io lo insultavo, dicendo che era mafioso. Ho fatto le denunce sulla pubblica piazza, rischiando la vita. La politica dovrebbe fare nomi e cognomi e tenere lontani i boss mafiosi. Cuffaro invece li incontrava di nascosto e li informava».

MERCOLEDÌ, 23 GENNAIO 2008 Pagina III
LA REPUBBLICA EDIZIONE PALERMO 23 GENNAIO 2008

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