21 aprile 2009 - di Redazione
Apprendiamo proprio ora che nonostante l’ordinanza del Tribunale del
Riesame la procura di Roma ha deciso deliberatamente che non restituirà
l’archivio sottratto lo scorso 13 marzo a Gioacchino Genchi.
Il
consulente delle procure ha invocato l’immediato intervento del capo
della Stato, della Pg di Roma e della procura di Perugia. “Siamo in
presenza – ha detto - di un atto di eversione giudiziaria di una
gravità inaudita. Negli atti del sequestro vi sono infatti acquisizioni
importantissime riguardanti gli stessi magistrati della procura di Roma
che hanno eseguito il sequestro”.
E’ roba da matti. E da criminali. La procura di Roma, nonostante l’ordinanza del Tribunale del Riesame che scagiona Gioacchino Genchi da tutte le accuse mosse contro di lui non vuole restituire l’archivio sottratto al consulente delle procure lo scorso 13 marzo. Nell’ambito di un’operazione di sequestro disposta dai procuratori Toro e Rossi ed eseguita dagli uomini del reparto tecnico del Ros di Roma, guidati dal colonnello Pasquale Angelosanto.
Gioacchino Genchi, si legge in quelle carte firmate dal presidente estensore Francesco Taurisano – che proponiamo in forma integrale (SCARICA IN PDF 1 - 2) – ha agito correttamente, non ha violato la legge quando, nella veste di collaboratore dell’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ha acquisito ed elaborato i tabulati telefonici relativi a utenze in uso a parlamentari ed esponenti dei servizi di sicurezza, né ha violato la privacy quando ha effettuato 2600 interrogazioni all’Anagrafe Tributaria utilizzando l’abilitazione del Comune di Mazara del Vallo. Non arrecando “nocumento” ad alcuno.
Ancora, scrive il riesame, “le attività di acquisizione, di elaborazione e di trattamento dei dati storicizzati nei tabulati attestanti il traffico telefonico non possono definirsi illecite”. Perché Genchi “non violò le guarentigie a tutela dei parlamentari interessati dalle acquisizioni dei tabulati di traffico telefonico”, agendo, “di volta in volta, in forza del decreto autorizzatorio emesso dal pm, comunicandogli ogni emergenza di conoscenza storica circa il coinvolgimento di membri del Parlamento come soggetti intestatari ovvero usuari di utenze di telefonia”.
In quanto al contestato profilo di illiceità nella condotta acquisitiva si legge che anche questo è inconsistente, così come non è rinvenibile illiceità “nell’esercizio delle funzioni di elaborazione e trattamento dei dati, legittimamente e lecitamente raccolti in forza dei provvedimenti del pm, funzioni legalmente dovute nella qualità di consulente tecnico”.
Stesso discorso per l’analisi delle utenze telefoniche intestate alla Presidenza del Consiglio, al ministero della Difesa, a quello dell’Interno e a una persona. Mentre la procura di Roma, secondo il tribunale del riesame, “non ha definito la specificità e la concretezza della violazione addebitabile al consulente tecnico, strutturante ‘il factum’ costituente il reato di abuso d’ufficio”.
In parole povere, Gioacchino Genchi, ha sempre agito “nell’esercizio delle sue funzioni di ausiliare del pm De Magistris” anche per quanto concerne i tabulati di uomini dei servizi segreti. Per i quali non è “dato comprendere il nocumento per la sicurezza dello Stato”. Ma soprattutto “il tribunale non rinviene la norma di legge, ovvero di regolamento” che vieterebbe l’acquisizione di tabulati di uno 007.
La redazione di AntimafiaDuemila aderisce con piena
convinzione alla richiesta di intervento di Gioacchino Genchi e se ne
rende promotrice nella speranza che possa trionfare la Giustizia.
L'avvocato di Genchi: ''Nell'archivio del consulente le indagini sulla procura di Roma''
di Redazione - 21 aprile 2009
“Siamo oltre il porto delle nebbie”.
Lo ha dichiarato Fabio Repici, avvocato di Gioacchino Genchi, in
seguito alla decisione della procura di Roma di non restituire
l’archivio del consulente nonostante l’ordinanza del Tribunale del
Riesame. “Oggi – ha spiegato il legale, la procura capitolina – ha
fatto ammutinamento rispetto ai provvedimenti dei giudici che hanno
decretato l’illegittimità totale dell’operato della stessa Procura. I
reperti che la Procura di Roma sta mantenendo abusivamente in sequestro
sono tutti di proprietà del dr. Gioacchino Genchi”. Per tale motivi
oggi i pm romani “si sono resi responsabili, tra l’altro, dei reati di
rifiuto di atti d’ufficio e di appropriazione indebita”. Tanto più che
“nei supporti informatici trattenuti ci sono atti relativi a delicate
indagini per le quali il dr. Genchi aveva ricevuto incarichi
dall’Autorità giudiziaria. E ci sono perfino atti e intercettazioni che
riguardano il procuratore aggiunto Toro: tra l’altro sue conversazioni
nelle quali nel maggio 2006 concordava con altra persona, con
insospettabili capacità profetiche, gli incarichi al ministero della
giustizia presso l’appena nominato ministro Mastella e presso altri
ministeri, riferendo anche gli incarichi graditi da altri magistrati
romani, ivi compreso il dr. Nello Rossi. I magistrati della Procura di
Salerno sono stati cacciati su due piedi dal Csm per aver emesso un
provvedimento dichiarato legittimo dal competente Tribunale del
riesame. Mi chiedo: cosa assicura ai magistrati romani l’impunità
davanti al Csm ed al ministro della giustizia? Mi auguro – ha concluso
- che la risposta non sia da rintracciare nel contenuto di quelle
conversazioni”.
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