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I residenti di Campo Ascolano: “Udite altre esplosioni di recente, avvistato uomo incappucciato”. Ardita esprime solidarietà al giornalista

"Abbiamo delineato con i magistrati un contesto. Ci sono quattro-cinque tracce importanti che però per coincidenza alla fine riconducono sempre agli stessi ambiti. Sono cose molto complesse da provare". A dirlo il giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci lasciando la procura di Roma al termine dell'audizione durata due pre con i pm della Dda di Roma in seguito all'esplosione, avvenuta la scorsa notte, che ha distrutto la sua auto parcheggiata davanti casa a Campo Ascolano, frazione di Pomezia.
"Io sto presentando denunce su minacce ricevute dal 2021, quattro in particolare quelle più pesanti. Da quello che so al momento sono tutti fascicoli contro ignoti - ha spiegato il giornalista - Ho sentito in queste ore la vicinanza dei colleghi e degli amministratori. Credo che è dai tempi dell'attentato a Maurizio Costanzo che non accadeva una cosa del genere". “E’ la testimonianza che questo è un paese malato che vive la sua patologia come se fosse la normalità. Credo che bisogna che tutti quanti ci fermiamo un attimino a pensare di quanto sia importante complessivamente la difesa della libertà di informazione”. 

Parlando dell’audizione in procura, Ranucci ha dichiarato che “i verbali sono stati secretati, ma abbiamo cercato di ricostruire possibili momenti dell'avvertimento che è arrivato ieri sera". La vicenda preoccupa perché "è vero che si tratta di un ordigno rudimentale", ma era "stato posizionato dove sono rientrato" quindi "conosce le mie abitudini, perché lo ha messo in un punto dove passo solitamente", spiega. La Dda, "ovviamente ha cercato di capire la nostra attenzione - della squadra di Report -, sulla criminalità organizzata", aggiunge Ranucci.
Il conduttore della trasmissione di Rai Tre ha poi raccontato che nell’arco della giornata, mentre riceveva la solidarietà dal presidente Mattarella e dal presidente del Consiglio, ha ricevuto anche la notizia dell’ennesimo atto di citazione. “Così arriviamo a 240 denunce”, ha commentato sarcastico. Quindi, ha denunciato il giornalista, “credo che se uno voglia mettere mano alla difesa della libertà di stampa, bisognerebbe approvare per esempio, un disegno di legge che è in un cassetto che eviterebbe le cosiddette liti temerarie. La politica, come facciamo anche noi quando accettiamo le critiche dure, dovrebbe imparare ad accettare le proprie critiche senza usare lo strumento della querela o della denuncia. E lo dico a tutte le classi politiche”. Ranucci ha quindi sottolineato l’importanza della tutela dei cronisti. “Credo che bisognerebbe cominciare a tutelarli. Penso ai giornalisti locali che subiscono quello che ho subito io oggi in tantissime occasioni e non hanno alle spalle un’azienda come la nostra”. 
 

La solidarietà di Sebastiano Ardita

Sul gravissimo accaduto si è espresso anche il procuratore aggiunto di Catania Sebastiano Ardita che in un post su Facebook ha espresso la propria “personale solidarietà a Sigfrido Ranucci. Tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale - ha aggiunto il magistrato - hanno il dovere di esprimerla, se vogliamo che la violenza e la minaccia non travolgano l’informazione”.


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Il procuratore aggiunto di Catania, Sebastiano Ardita © Paolo Bassani
 

Nuovi dettagli trapelano sulle dinamiche dell’attentato

In giornata, sull’accaduto, è intervenuto anche il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi che ha sentito Ranucci a Piazzale Clodio insieme al pm della Dda Carlo Villani: "È un atto gravissimo su cui indagheremo a fondo insieme alle forze dell'ordine. Spero si tratti di un episodio isolato che non ci faccia tornare ai tempi bui degli attacchi ai rappresentanti della stampa". Intanto trapelano primi dettagli sulle possibili dinamiche dell’attentato. 
Un passante avrebbe visto un uomo incappucciato ieri sera a poca distanza dall'abitazione del giornalista Sigfrido Ranucci, a Pomezia. In base a quanto si apprende, l'uomo avrebbe raccontato agli inquirenti della presenza sospetta. In base ai primi risultati delle indagini, inoltre, non è escluso che chi ha posizionato l'ordigno rudimentale abbia seguito gli spostamenti del giornalista e il percorso seguito per rientrare nella villetta. Nelle vicinanza dell'abitazione è stata trovata una Fiat Cinquecento rubata a Ostia il 25 luglio scorso. Inoltre, alcuni residenti di Campo Ascolano hanno riferito che “c’erano state altre due esplosioni nelle scorse settimane sempre nella stessa zona. Forse era una prova in vista di quello che hanno fatto ieri". Per ora è solo un sospetto, ma sono tanti i residenti della frazione di Pomezia che raccontano di aver sentito altre deflagrazioni nell'area verde fuori dall'abitazione del giornalista. "La prima era stata il 28 settembre - racconta Nabila del comitato di quartiere - La seconda il sabato successivo. Noi pensavamo all'inizio fossero stati i soliti ragazzi con qualche petardo. Ma alla luce di quello che è successo è chiara cambia tutto. Il botto di ieri è stato molto più forte. Forse volevano testare la reazione delle forze dell'ordine per organizzare la fuga". Non solo.  
 

L’Antimafia sentirà Ranucci, martedì manifestazione a Roma 

La Commissione parlamentare Antimafia è intenzionata ad ascoltare in audizione il giornalista Sigfrido Ranucci. Come riporta l'Adnkronos, la presidente della Commissione, Chiara Colosimo, ha subito accolto la richiesta avanzata in una lettera dai componenti del Pd dell'organismo parlamentare di invitare "il più presto possibile, per una audizione, Sigfrido Ranucci, da tempo sotto scorta per tante sue inchieste che hanno riguardato anche la criminalità organizzata". Su tempi e modi la presidente attende di parlare direttamente con Ranucci. Stamattina la stessa Colosimo, appena appresa la notizia, aveva scritto su X: "Quello di stanotte è un vile e grave atto intimidatorio, voglio esprimere tutta la mia solidarietà a Sigfrido Ranucci ed un abbraccio esteso alla sua famiglia. Una condanna che deve vederci tutti dalla stessa parte, dalla parte della libertà di parola e di stampa". Per martedì prossimo, invece, il Movimento 5 Stelle ha indetto una manifestazione in difesa della libertà di stampa. “Lanciamo e mettiamo a disposizione di tutti un appello: martedì sera in piazza a Roma per rivendicare la libertà di stampa e tutelare il giornalismo investigativo. Facciamo appello alla società civile per dire una cosa chiara: non ci stiamo più!”, annuncia il presidente Giuseppe Conte a Pomezia, dove si è recato per vedere di persona gli effetti dell'attentato a Ranucci. Da Campo Ascolano hanno parlato ai giornalisti anche i figli del conduttore di Report. "Non abbiamo, paura. Non più di prima. Oneri e onori, no?". “Siamo orgogliosi di papà. Ha la stima di tantissima gente".

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