Il presidente M5s difende il conduttore di Report: “Un attacco alla libertà di informazione e alla democrazia”
"È un attentato che sconvolge l'opinione pubblica, sconvolge noi, sconvolge tutti coloro che hanno a cuore la democrazia, il giornalismo, la libertà di stampa. È un attentato terrificante. Che ci riporta ai periodi più bui della nostra storia, che riguarda uno dei giornalisti più esposti". Così il leader M5s Giuseppe Conte, venuto sotto casa di Sigfrido Ranucci in provincia di Pomezia per portare la solidarietà al giornalista in seguito all’attentato avvenuto ieri sera.
Il leader 5Stelle ha lanciato un appello: “Martedì sera ci ritroveremo in piazza a Roma per rivendicare il pluralismo e la libertà di stampa, e per tutelare il giornalismo investigativo. Chiamiamo tutti i cittadini, tutti gli esponenti della società civile, per dare una testimonianza chiara: non ci stiamo più".
Per Ranucci "la politica non ha fatto nulla, anzi lo ha delegittimato, certo non noi. Ha impedito, ha paralizzato la commissione di Vigilanza. Ora quei politici che da un lato hanno paralizzato l'operatività della Vigilanza per un anno esprimono solidarietà - ha aggiunto -. Come prima cosa almeno rinuncino alla montagna di querele che gli hanno buttato addosso e si scusino per il dileggio e la delegittimazione costante che hanno fatto nei confronti di Ranucci. Noi saremo sempre al fianco suo e di tutti i giornalisti che rispettando il codice deontologico con la schiena dritta fanno il loro lavoro e tuteleremo in ogni sede la libertà di stampa".
Arrivando al presidio per Sigfrido Ranucci davanti alla sede Rai di via Teulada, Conte ha ribadito che “i cittadini che sono a casa che in questo momento sono indignati hanno la possibilità e devono venire con noi martedì pomeriggio a Roma”.
"L'attentato di oggi è un segnale terribile, terrificante, per un giornalismo con la schiena dritta - ha continuato - e Sigfrido Ranucci ha la schiena diritta, ha resistito a tante pressioni, è sommerso da montagne di querele però ciononostante continua a fare il suo servizio con grandissime difficoltà. Gli smontano la redazione, gli tolgono delle trasmissioni, deve combattere centimetro su centimetro e non siamo alle prese con un'editoria privata, ma è il servizio radiotelevisivo pubblico".
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