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"Note di resistenza. Oltre le macerie" proiettato in esclusiva il 19 luglio sul palco in occasione della commemorazione

"Non si può guardare al futuro senza fare i conti con il passato. Perché è nel passato che si trovano le radici del nostro presente — e le verità che ancora oggi ci vengono negate. A 33 anni dalla strage di via d’Amelio, la verità è ancora prigioniera. Quella pagina oscura della nostra Repubblica è ancora avvolta dal manto paludoso dei depistaggi. Ostacoli, piste false, tentativi di riscrittura della storia fanno sì che la strage sia ancora tra noi. Ma per capire cosa accadde davvero; per scoprire le trame oscure di quel progetto terroristico-eversivo; per cercare di dare un volto ai mandanti esterni; bisogna riavvolgere il nastro". 
Si apre così il nuovo documentario prodotto da Our Voice. Una "videoinchiesta" di circa mezz'ora, in cui l'attrice Sonia Bongiovanni – fondatrice del gruppo – accompagna lo spettatore in un tuffo nel passato: il biennio stragista '92-'94. L'obiettivo? Contrapporsi alla voce unica al comando – quella della Commissione parlamentare antimafia, guidata da Chiara Colosimo – che, dal suo insediamento, non fa altro che atomizzare e parcellizzare le sette stragi di quel periodo, concentrandosi solo su una di esse (via d'Amelio) e su una sola pista: il dossier mafia-appalti. 





"Il 'sacro graal' di chi sostiene che dietro il biennio stragista vi siano solo gli interessi economici di mafiosi, imprenditori e politici della Prima Repubblica. Una narrazione riduttiva, che rischia di offuscare il disegno più ampio", recita Sonia. 
Note di Resistenza oltre le macerie, suoni e silenzi sulle stragi di Stato” – questo il titolo del documentario – è stato realizzato appositamente per la giornata commemorativa del 19 luglio. Un modo per opporsi al revisionismo storico perpetrato anche dal governo di Giorgia Meloni, che da sempre si vanta di un impegno politico ispirato al sacrificio di Paolo Borsellino, e che di recente ha addirittura esposto in Parlamento la borsa del giudice come un gagliardetto, spacciandola falsamente per la sua prima apparizione pubblica. “Una teca di vetro con dentro un corpo di reato, privato del suo organo più importante: l’agenda rossa, contenente i segreti del giudice assassinato”. 
A 33 anni da quei fatti, il documentario di Our Voice vuole offrire un contributo – seppur piccolo – per impedire che si allontani la ricerca della verità dalle responsabilità dei servizi segreti, dell’eversione nera, della massoneria e di quei mandanti esterni che sono stati i veri beneficiari politici delle stragi del ’92-’93, e che nel tempo hanno posto le basi per le attuali condizioni politiche. 

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