I moderni farisei e quelle ipocrisie procedurali che nascondono la verità
Cari signori di Forza Italia, signor Gasparri, cara presidente Colosimo, lasciateci porre una domanda semplice e diretta, senza giri di parole: è vero o no che il generale Mario Mori, ex direttore del Sisde, ha davvero cercato di influenzare i lavori della Commissione Antimafia?
Le intercettazioni che sono state raccontate da un anonimo investigatore al programma di Report erano forse opera dell’intelligenza artificiale o rispecchiano il vero?
Com’era prevedibile anziché rispondere si sono nascosti dietro a farisaiche procedure.
Forza Italia, partito fondato da un piduista, pagatore della mafia e pregiudicato (Silvio Berlusconi) assieme al condannato per concorso esterno in associazione mafiosa (Marcello Dell’Utri), ha presentato due distinte interrogazioni parlamentari (una alla Camera e una al Senato) indirizzate al ministro della giustizia Carlo Nordio per chiedere l'invio d’ispettori alla procura di Firenze per indagare su una presunta violazione del segreto d’ufficio. Nelle loro interrogazioni sono arrivati a sostenere che "lo scopo della puntata sembrerebbe quello di delegittimare le testimonianze raccolte dalla Commissione Antimafia, che contrastano con la ricostruzione del senatore Scarpinato”. Le richieste, per quanto grottesche, e le opinioni, al confine con la farsa, non sono che fumo negli occhi: i forzisti sbraitano, gridano allo scandalo, invocano ispezioni, lanciano insulsi strali, senza misurarsi con i fatti o senza entrare nel merito.
A ruota li ha seguiti lo stesso Mori, che, tramite il suo legale Milio, ha presentato un esposto al procuratore generale della Cassazione, Piero Gaeta, e al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, titolari dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati fiorentini. Secondo quanto ci risulta, in Via Arenula non hanno ancora preso in mano l’esposto, così come al Csm. Si tratta di atti che la legge gli permette di fare, questo è sicuro.
Ma la verità, che deve essere al di sopra di tutto, dove trova posto in tutto questo?
Perché si tace sul suo presunto tentativo di piegare una delle più alte istituzioni parlamentari?
Invece di affrontare la realtà, certi senatori e deputati scelgono il silenzio o si rifugiano in ipocrisie procedurali. La questione cruciale è una sola; l’investigatore sentito nella trasmissione di Report dal giornalista Paolo Mondani sembra parlare chiaro: “Saranno i parlamentari a chiamare i consulenti da lui segnalati e loro dovranno far finta di nulla, che tanto i parlamentari lo sanno che c'è dietro lui”, ha raccontato domenica scorsa.
Una partita truccata in piena regola, secondo le parole dell’investigatore: “Il generale non nega di essere il burattinaio della Commissione parlamentare antimafia”. “Parla, per esempio, con gli ufficiali De Donno e Obinu e commenta una dichiarazione del senatore Scarpinato quando nel 2023 disse che dietro le mosse della presidente Colosimo c'era lui. E Mori lo rivendica ridendoci su con i due ufficiali”, ha affermato. “Tant’è vero che briga per inserire tre consulenti da lui segnalati, visto che quelli portati dalla politica non sanno di che parlano”. “Sono sue testuali parole”, ha puntualizzato.
Certamente dovrà essere la magistratura a stabilire se ci sono delle responsabilità penali a carico di Mario Mori in merito a questa vicenda e a fare gli accertamenti necessari.
Ciò che è certa è la responsabilità morale di certe affermazioni: assecondati e protetti dalla maggioranza di governo Mori e De Donno – nell’ultima audizione della commissione antimafia - hanno pronunciato giudizi di stima e amicizia (da parte di De Donno) nei confronti di Marcello Dell’Utri e giudizi di disprezzo e disistima (da parte di Mori) nei confronti – genericamente – della Procura di Palermo. Davanti a queste indecenti dichiarazioni e alle rivelazioni della puntata di Report, i parlamentari avrebbero dovuto ‘strapparsi le vesti’, congedare sul posto i due ex ufficiali e accompagnarli alla porta.
È accaduto? Naturalmente no.
E allora, signori di Forza Italia, perché non cercate di dare una spiegazione invece di puntare il dito contro i magistrati che indagano?
E signor Mori (perché lei per me non è degno di essere chiamato Generale dei Carabinieri) era la sua voce, la sua persona, che pronunciava quelle indegne e antitetiche parole con i suoi interlocutori oppure era opera dell’intelligenza artificiale?
Ci risponda, noi aspettiamo.
Foto originale © Imagoeconomica
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