Il procuratore aggiunto di Catania: "I magistrati non sono nemici né vogliono far cadere il governo"
“Intanto, bisogna capire se questa legge sarà compatibile con la Costituzione, che garantisce a ogni cittadino la libertà di espressione. E poi va chiarito se questo limite riguarderà solo i magistrati”. A dirlo, commentando la proposta del guardasigilli Carlo Nordio di sanzionare disciplinarmente i magistrati che critichino l’operato del ministero, è il procuratore aggiunto di Catania Sebastiano Ardita, intervistato da ANTIMAFIADuemila a margine della presentazione del libro “Immortali” di Attilio Bolzoni (Ed. Fuori Scena). “La realtà - spiega - è che si concepisce il rapporto tra istituzioni come una sorta di lotta tra fazioni contrapposte. Si pensa che i magistrati siano per forza dei nemici che parlano solo per far cadere il governo”. “Per carità - precisa - ognuno si assume la responsabilità di ciò che fa, dice e intende compiere. Tuttavia, la gran parte di coloro che si occupano di giustizia hanno il diritto e il dovere di affermare quando una norma, una proposta di legge o una riforma è un disastro. È successo anche a me, per esempio, con la riforma Cartabia”. “E sarei disposto a dirlo anche per alcune riforme proposte da Nordio, che si muovono sullo stesso crinale”, aggiunge. “Iniziative come questa fanno venir voglia di spiegare meglio ai cittadini come funzionano davvero le cose, e di rivendicare il diritto di dire la verità, soprattutto quando questo non significa fare politica, ma garantire che il sistema giudiziario e il modello normativo cui i cittadini sono sottoposti funzionino correttamente”.
(20 Giugno 2025)
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