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Mosca lancia l'allarme nucleare. Trump con i neocon

L’escalation di follia non accenna a diminuire dopo l’attacco a tradimento di Israele contro l’Iran e anche Donald Trump sembra completamente perso in un delirio guerrafondaio senza fine. 
"Non ho alcun desiderio di negoziare con l'Iran. Non mi aspetto niente di meno che una capitolazione totale", ha dichiarato il Presidente degli Stati Uniti a Fox News, chiarendo che la diplomazia è possibile solo alle sue condizioni. 
"Se vogliono parlare, sanno come contattarmi. Avrebbero dovuto accettare l'accordo che era già sul tavolo: avrebbe salvato molte vite", ha poi scritto su Truth Social, mentre per la stampa israeliana, la Casa Bianca starebbe preparando “un'offerta di ultima possibilità" per Teheran. In caso di rifiuto, gli Stati Uniti potrebbero sostenere attacchi sul territorio iraniano. 
Nel frattempo, durante un incontro con i principali consiglieri in corso nella Situation Room, come rivelato dal Wall Street Journal citando funzionari dell’Amministrazione Usa, il presidente ha valutato una serie di opzioni, tra cui, appunto, un potenziale attacco statunitense contro l’Iran. 
Anche “Israele stima che l'America entrerà in guerra”, riporta il Canale 12. Tutto lo scacchiere sarebbe già in procinto di essere schierato allo scopo: la portaerei USS Nimitz, una delle più grandi navi da guerra del mondo, ha lasciato il Sud-est asiatico dopo aver annullato il piano di attracco in Vietnam e si sta dirigendo verso il Medio Oriente. I bombardieri strategici B-52H dell'aeronautica militare statunitense e le loro scorte, diretti in Medio Oriente, sono stati avvistati nei cieli dell'Italia. Infine, sull’Atlantico sono stati schierati oltre 30 aerei cisterna KC-135 e KC-46, un numero mai registrato prima.

Trump in mano ai neocon più guerrafondai

Nemmeno sulla possibilità di uccidere il leader supremo dell’Iran, il tycoon non ha escluso un eventuale coinvolgimento in tal senso. "È un bersaglio facile, ma lì è al sicuro. Non lo elimineremo (uccideremo!), almeno non per ora", ha scritto. "Ma non vogliamo che i missili vengano lanciati contro i civili o i soldati americani", ha aggiunto Trump, prima di minacciare: "La nostra pazienza si sta esaurendo". 


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Donald Trump © Imagoeconomica


Il tycoon, ormai completamente inebetito dai falchi sionisti del complesso militare industriale sembra totalmente all’antitesi delle sue iniziali promesse all’incipit della presidenza. L'anno scorso, il miliardario newyorchese aveva condotto una campagna elettorale volta a promuovere la pace nel mondo, facendo leva soprattutto sulla frustrazione degli elettori per l'esito delle guerre in Iraq e Afghanistan.
Ora, pare che i falchi della politica estera del Partito Repubblicano di Trump, noti come neoconservatori, stiano guadagnando influenza all'interno dell'amministrazione”, sostiene Yasmine Taeb, direttrice legislativa e politica del MPower Change Action Fund. 

Il rischio di un “disastro atomico”

 D’altra parte, il New York Times riferisce che l’Iran ha preparato missili e altri equipaggiamenti militari per attacchi alle basi statunitensi in Medio Oriente, qualora gli Stati Uniti si dovessero unire alla guerra di Israele contro Teheran.
Teheran, in aggiunta, potrebbe piazzare mine nello Stretto di Hormuz se gli Stati Uniti si unissero alla guerra di Israele. La stessa testata suggerisce che le mine punterebbero a bloccare le navi da guerra americane nel Golfo Persico.
Una situazione che diventa sempre più fuori controllo di ora in ora.  “Gli attacchi di Israele sulle strutture del programma nucleare pacifico dell’Iran sono illegali e spingono il mondo verso un disastro atomico” denuncia allarmato il ministero degli Esteri russo, Sergej Lavrov, citato dalla Tass.
Mosca cerca ancora di puntare sulla sua leva negoziale in quanto Paese che mantiene rapporti con entrambi i rivali. "Il presidente Putin ha affermato che la Russia è pronta a fornire servizi di mediazione se necessario", ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov durante la conferenza stampa quotidiana. Tuttavia "al momento, osserviamo una certa riluttanza, almeno da parte di Israele, a ricorrere a qualsiasi servizio di mediazione o a intraprendere un percorso pacifico verso una soluzione", ha aggiunto. 

L’Iran non stava costruendo armi nucleari

Nel frattempo, come nel caso della guerra in Iraq, emerge con sempre maggiore evidenza che la questione dell’imminente realizzazione di un’arma nucleare da parte dell’Iran rappresentava solo un meschino casus belli.
Secondo la CNN, i servizi segreti degli Stati Uniti, sapevano che Teheran non stava costruendo la bomba atomica, pretesto usato dal governo Netanyahu e da tutti i suoi alleati per giustificare il bombardamento di venerdì contro la Repubblica Islamica. 


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Una realtà ribadita dal capo dell'intelligence, Tulsi Gabbard che a marzo aveva testimoniato davanti al Congresso che la comunità dell'intelligence statunitense "continua a ritenere che l'Iran non stia costruendo un'arma nucleare". 
"Non mi interessa cosa ha detto. Credo che fossero molto vicini ad averne una", ha risposto Trump, interpellato sulla questione, perso in un delirio di arroganza e onnipotenza senza fine. 
A Washington c’è chi tenta di reagire alle follie contraddittorie del buffone di corte. Il deputato Thomas Massie, membro del Partito Repubblicano di Trump, ha proposto una misura che obbligherebbe il presidente degli Stati Uniti a chiedere l'approvazione del Congresso prima di attaccare l'Iran, in quanto “la costituzione non consente al potere esecutivo di commettere unilateralmente un atto di guerra contro un paese che non ha attaccato gli Stati Uniti”.

Netanyahu ha bisogno degli Usa per bombardare i bunker dove viene arricchito dell’uranio

Israele ha colpito diversi siti legati al programma nucleare iraniano, ma non è riuscito a distruggere l’impianto di arricchimento dell’uranio di Fordow, uno dei più protetti al mondo. La struttura è nascosta a grande profondità nel sottosuolo montuoso, rendendola virtualmente inaccessibile con le armi attualmente in possesso di Tel Aviv. 
Per distruggerlo, servirebbe una bomba in grado di penetrare profondamente prima di esplodere: la GBU-57 Massive Ordnance Penetrator, una bomba da 13.600 kg progettata per colpire bunker sotterranei. Tuttavia, Israele non dispone né di questo tipo di munizione né del vettore necessario per lanciarla.
L’unico velivolo attualmente in grado di trasportare e sganciare la GBU-57 è il bombardiere strategico americano B-2 Spirit, prodotto da Northrop Grumman. Questo velivolo stealth a lungo raggio può trasportare un carico utile fino a 18.000 kg e, secondo l’aeronautica militare statunitense, è stato testato con successo anche con due GBU-57, per un totale di 27.200 kg. Il B-2 ha un’autonomia di circa 11.000 km senza bisogno di rifornimento, il che lo rende capace di raggiungere qualsiasi punto del globo in poche ore – un’arma strategica chiave che solo Washington può impiegare in un’eventuale operazione contro Fordow. 


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Vladimir Putin e Sergej Lavrov © Imagoeconomica

Continuano gli scambi missilistici tra Teheran e Tel Aviv

Durante la notte tra il 16 e il 17 giugno, l'Iran ha lanciato quella che ha definito la "decima ondata dell'Operazione True Promise. I Pasdaran hanno condotto attacchi con droni e missili "contro obiettivi importanti e strategici" israeliani.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno confermato l’arrivo di almeno 20 missili balistici iraniani, diretti a colpire Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa e in Galilea. Secondo una valutazione iniziale, non ci sono state vittime negli ultimi attacchi, anche se un missile ha colpito un parcheggio nel centro di Israele, causando l'incendio di un autobus vuoto. 
I media iraniani sostengono che alcuni raid avrebbero interessato la sede del Mossad a Herzliya, vicino a Tel Aviv. L'agenzia Tasnim ha riferito che l'attacco avrebbe raggiunto anche il centro logistico della Direzione dei Servizi Segreti a Glilot, anche se al momento non ci sono conferme ufficiali da parte israeliana.
D’altra parte Tel Aviv ha condotto "diversi attacchi su larga scala" durante la notte contro obiettivi militari nell'Iran occidentale. Sono stati colpiti "decine di depositi e impianti di lancio di missili terra-terra", lanciatori di missili terra-aria e siti di stoccaggio di droni. Forti esplosioni sono state udite nel nord di Teheran per il quinto giorno consecutivo. Due forti esplosioni sono state registrate nella parte centrale e nella zona nord della capitale iraniana.
Il bilancio delle vittime iraniane ha raggiunto cifre drammatiche. Secondo l'organizzazione no-profit Human Rights Activists in Iran, sono stati uccisi 224 civili e 109 militari, con 119 vittime non ancora identificate, portando il totale a 452 morti, a cui si aggiungono oltre 600 feriti.
Il bilancio israeliano rimane fermo a 24 morti. Tuttavia, è salito il numero dei feriti dopo l'ondata di missili iraniani durante la notte, con 154 nuovi feriti trasportati in ospedale, la maggior parte in condizioni lievi. 

Foto di copertina © Imagoeconomica

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