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“La memoria, l’ho detto anche in trasmissione, può essere un tesoro ma anche un incubo per chi la teme” ha detto Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, partecipando in videocollegamento alla conferenza “Via dei Georgofili 32 anni dopo la strage. Aspettando ancora verità e giustizia”, tenutasi il 27 maggio 2025 nel Salone dei Cinquecento (Palazzo Vecchio) a Firenze. L’evento, organizzato dall’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili, in collaborazione con il Movimento delle Agende Rosse, ANTIMAFIADuemila e con il patrocinio del Comune di Firenze, rievoca le stragi mafiose degli anni ’90 e il loro contesto. Ha parlato del lavoro di Report, che ha portato “elementi di novità che riguardavano la partecipazione, la fattispecie della presenza di Stefano Delle Chiaie a Palermo nei giorni precedenti alle stragi”, nonostante le polemiche e le accuse di falsità. Sottolinea le connessioni tra Cosa Nostra, eversione nera, massoneria e servizi segreti. Voglio ricordare che erano “presenti degli uomini, l’artificiere Pietro Rampulla nella strage di Capaci, che era un uomo appartenente alla destra. Troia è stato condannato per la vicenda di Capaci e veniva detto 'u Mussolini', non a caso. Negare il fatto che ci siano presenze dell’estrema destra nelle stragi, anche quelle di mafia, ce ne vuole di fantasia”. Ha ricordato le rivelazioni di Luigi Ilardo, “un infiltrato di mafia” che “ha raccontato tutte le connessioni” pagando con la vita. Ha criticato anche la scelta della commissione antimafia di concentrarsi solo sulla strage di via d’Amelio, rilevando “una grandissima confusione” che sembra “creare una cortina fumogena” per spostare l’attenzione dalla ricerca della verità. “La Commissione antimafia ha il compito e il dovere di indagare sulle stragi di mafia, non su una sola”, ha affermato, sottolineando la necessità di continuare a cercare la verità per non dimenticare il passato e onorare le vittime.  

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