“L’ombra della 'tirannide della maggioranza' si staglia cupa. E cresce, perché la Colosimo ha proposto di modificare la legge istitutiva della Commissione, escludendo dai lavori e dalla consultazione dei documenti i membri in presunto conflitto di interessi.
È una norma contra personam, perché tutti capiscono che è confezionata su misura per Scarpinato” ha scritto Gian Carlo Caselli in un editoriale sul ‘Fatto Quotidiano’. “Lo scopo perseguito sembra quello di scrollarsi di dosso (nei casi che stanno a cuore al centrodestra) il fastidio di un contendente informato e pericoloso, perciò ‘catalogato’ come nemico” ha scritto definendola “un’idea singolare di democrazia. Anzi, un metodo che apre scenari inquietanti, fino a quello (provocatoriamente evocato da Saverio Lodato) dell’aula sorda e grigia di infausta memoria”.
E cosa fa la presidente della commissione antimafia, Chiara Colosimo?
Fa propria la “tesi innescata dall’avv. Trizzino, legale di una parte della famiglia Borsellino, e sostenuta da Mario Mori e Giuseppe De Donno, già ufficiali del Ros” secondo la quale “l’esecuzione della strage di via D’Amelio per impedire a Borsellino di occuparsi di mafia e appalti”; e lo fa “senza degnare di una qualche considerazione nessun’altra ipotesi alternativa o concorrente. In altre parole, la Colosimo non ricercherebbe la verità, bensì la conferma – a ogni costo – della tesi Trizzino-Mori-De Donno”.
Caselli dissente da “questa impostazione, il senatore Roberto Scarpinato (già stimato magistrato) il 4 settembre 2023 ha consegnato alla presidente Colosimo un’articolata memoria di 57 pagine con varie richieste istruttorie. Risultato? Silenzio tombale sulla memoria, considerata tamquam non esset. Dunque un comportamento che non garantisce affatto la minoranza, perché la maggioranza si piglia tutto e lo gestisce nel suo esclusivo interesse”.
Ma la “tirannide della maggioranza” si fa palese quando la commissione Affari costituzionali ha calendarizzato la proposta di legge di esautorare Scarpinato dalla commissione assieme a De Raho subito dopo che “il 13 maggio viene depositata all’Antimafia (e illustrata in una conferenza stampa) una nuova memoria di quasi 100 pagine, predisposta ancora da Scarpinato per il gruppo 5 Stelle, nella quale si contestano in vari punti le dichiarazioni e/o induzioni di Mori e De Donno rese in sede di audizione da parte dell’Antimafia”.
Fonte: 'Il Fatto Quotidiano'
Foto © Imagoeconomica
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