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Intervista all'ex Gran Maestro del Goi

Dalla spaccatura tra il Grande Oriente d'Italia (Goi) e Rito Scozzese Antico e Accettato agli scontri interni per l'elezione del nuovo Gran Maestro Venerabile; dalle infiltrazioni criminali mafiose nella massoneria al ruolo della P2 che non ha avuto mai fine. Sono questi i principali contenuti dell'intervista a Giuliano Di Bernardo, negli anni delle stragi Gran Maestro del Goi (fino al 1993, quando rassegnò le dimissioni), già gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia), ed oggi Gran Maestro e Fondatore di "Dignity. Ordine per la difesa della dignità dell’uomo". "Tutto è finito!" scriveva qualche tempo fa rispetto ai dissidi interni alla massoneria ed i fatti avvenuti dopo la vittoria di Antonio Seminario (neo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia) su Leo Taroni, candidato sconfitto.

Quest'ultimo, dopo aver annunciato ricorso alla giustizia interna del Goi, per una riconta ufficiale, si è rivolto anche alla magistratura ordinaria e lo scorso novembre il Tribunale civile di Roma, che più volte aveva rigettato le istanze, aveva accolto il ricorso sospendendo l’elezione di Seminario a Gran Maestro del Goi e l'installazione della Giunta. Lo scorso aprile, però, a Rimini si è tenuta una nuova assemblea del Grande Oriente d’Italia in cui sono state prese importanti decisioni: la revoca dei rapporti con il Rito Scozzese Antico ed Accettato con sede in Piazza del Gesù a Roma e l'annullamento del voto del 3 marzo 2024 e l'indizione di nuove elezioni. Tabula rasa. Come se nulla fosse.

"Chi governa attualmente il Grande Oriente d'Italia ne esce rafforzato - commenta Di Bernardo - Nessun magistrato andrà a metterà mai in discussione le nuove elezioni che vedranno la nomina di un nuovo Gran Maestro che io ritengo sarà ancora una volta Seminario".

Vista da fuori, tenuto conto che il Rito Scozzese (di cui fanno parte 4mila appartenenti al Goi su 23mila totali) ha un peso storico rilevante sul piano politico, è evidente che in gioco non c'è solo la scelta di un nuovo Gran Maestro, ma la direzione futura della stessa massoneria. Ed è qui che la questione diventa più delicata e grave. 


dibenardo giuliano

"In Italia non si vuole trovare una soluzione di fronte ai problemi - aggiunge Di Bernardo - Una situazione simile era avvenuta anni fa in Romania dove alcuni vertici non condividevano questo abuso di potere del Gran Maestro e la massoneria si è spaccata in due. Perché in Italia non è accaduto? Perché chi aveva la possibilità di farlo si è messo da parte". 

Secondo il fondatore di Dignity Order, però, in Italia vi è una situazione particolare che riguarda l'infiltrazione della mafia e della 'Ndrangheta. Questioni che si è trovato ad affrontare in prima persona negli anni Novanta. "I problemi di ieri sono i problemi di oggi, ulteriormente aggravati - afferma - Gli uomini che dovrebbero risolvere quei problemi sono incapaci a farlo. Guardando alla campagna elettorale delle passate elezioni, sebbene la lista Taroni fosse convinta delle infiltrazioni della mafia della 'Ndrangheta, non lo hanno mai denunciato chiaramente. Si sono limitati ad un vago accenno ad un atteggiamento mafioso esistente nel Grande Oriente d'Italia. Sebbene avevamo casi come quello di Tumbarello (medico accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso che aveva curato il boss Matteo Messina Denaro durante la latitanza, ndr)".

Nel corso dell'intervista Di Bernardo è anche tornato a parlare di Licio Gelli e della P2 annunciando una prossima pubblicazione sull'argomento: "Dirò le cose che so sulla P2, che non si limita ad essa ma a tutto un contesto che inizia con lo sbarco degli alleati in Sicilia. E' lì che si viene a creare per la prima volta il connubio tra mafia, massoneria e poteri dello Stato che sono continuati da lì fino ai nostri giorni. Io dirò quello che so, poi ognuno fa quel che vuole. Io ho detto io ho questi documenti, qualcuno di autorevole vuole vederli con me? Nessuno si è fatto avanti".

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