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L’UE accelera sul riarmo, mentre Vladimir Putin pretende che le forze ucraine si ritirino senza combattere

“A che punto siamo con la tregua in Ucraina? Gli Stati Uniti hanno le idee confusissime. Donald Trump sta procedendo a tentativi e colpi di fortuna. Trump propone ogni giorno una soluzione diversa e poi attende le reazioni delle controparti. Trump ha addirittura nominato due mediatori, Kellogg e Witkoff, in disaccordo tra loro sul da farsi. La condotta di Trump in questa fase è descritta bene da questi termini: confusione, caos, incoerenza, contraddizione e disorientamento”. Sono queste le parole di Alessandro Orsini per descrivere la situazione, senz’altro complessa, dell’Ucraina e di una pace che sembra non arrivare mai. Una situazione intricata fin dall’inizio, che sembra peggiorare - ha spiegato Orsini - con una confusione che ormai, a Washington, regna sovrana. L’ultima proposta ventilata da Trump consiste nel riconoscere a Putin, ufficialmente, la Crimea come territorio russo e, di fatto, anche i territori di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk attualmente occupati. Resterebbero invece fuori da questo riconoscimento le aree occupate nell’oblast di Sumy e di Kharkiv. Sul fronte opposto, l’Ucraina e i principali Paesi europei si muovono con un atteggiamento di assoluta chiusura. L’obiettivo comune è non cedere nulla alla Russia.

“L’Ucraina e l’Europa non vogliono concedere niente. Avendo capito che l’Ucraina non entrerà nella Nato di diritto, stanno cercando di farla entrare di fatto. Zelensky, Starmer e Macron propongono di riempire l’Ucraina di armi e di stabilire alcuni centri di addestramento in Ucraina, dove i soldati inglesi e francesi, che sono soldati Nato, addestrerebbero i soldati ucraini in vista di una nuova guerra con la Russia. Ursula von der Leyen - ha sottolineato il sociologo - annuncia che l’Europa deve riarmarsi per prepararsi alla guerra con Putin. I termini per comprendere la condotta dell’Europa in questa fase sono: oltranzismo, estremismo, radicalizzazione, chiusura e russofobia”. La Russia, dal canto suo, punta con decisione a ottenere il controllo pieno dei quattro oblast ucraini annessi formalmente il 30 settembre 2022. Vladimir Putin pretende che le forze ucraine si ritirino senza combattere, una richiesta che, almeno per il momento, appare piuttosto irrealistica. Anche perché - ha rilevato Orsini - le regioni contese ospitano ancora roccaforti cruciali per Kiev, come Kramatorsk, e abbandonarle significherebbe spalancare un corridoio per l’avanzata russa verso Ovest.

In sintesi, Trump immagina un’Ucraina neutrale, uno Stato cuscinetto tra Occidente e Russia; Putin invece pretende una vera e propria demilitarizzazione del Paese, affinché non rappresenti più una minaccia per Mosca. Al contrario, Zelensky e i suoi alleati europei stanno spingendo verso una militarizzazione ancora più intensa, trasformando l’Ucraina in una sorta di bastione armato ai confini della Russia. Tre versioni diverse, ognuna delle quali in contrasto con la possibilità di un accordo che possa portare a una pace duratura.

Restando all’interno del fronte occidentale, peraltro, esistono divergenze significative. Zelensky insiste nel chiedere garanzie di sicurezza concrete, con l’impegno formale degli Stati europei e della NATO a intervenire militarmente in caso di un nuovo attacco russo. Tuttavia, nessun Paese europeo è disposto a sottoscrivere un tale impegno: né Macron né Starmer vogliono assumersi il rischio di una guerra diretta con la Russia. Questo smaschera una verità spesso ignorata: non è solo Putin a negare all’Ucraina garanzie concrete, ma anche gli stessi alleati occidentali evitano di esporsi troppo, per timore delle conseguenze.

In ultimo, ma non meno importante, i motivi che si potrebbero celare dietro l’urgenza di Trump nel voler chiudere rapidamente il conflitto. “Primo: teme il collasso dell’esercito ucraino in estate. Secondo: teme che, terminate le armi di Biden, la guerra si trasformi nella ‘sua’ guerra. Terzo - ha concluso Orsini - teme una guerra tra Russia e Inghilterra”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Foto © Imagoeconomica

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