di AMDuemila
Una puntata speciale per ricordare il 25 marzo del 2000, quando a Palermo veniva presentato il primo numero
“La mafia è un fatto umano, e come tutti i fatti umani, ha avuto un inizio e avrà anche una fine”. Era questo il pensiero di Giovanni Falcone. Non un'utopia, ma una convinzione con cui costruire presente e futuro, giorno per giorno.
Quando il 25 marzo del 2000 presentammo a Palermo il primo numero di ANTIMAFIADuemila, avevamo ben chiaro il cammino che ci si presentava dinnanzi. Le immagini delle stragi di Capaci e di via d’Amelio e quelle del 1993 in Continente erano ancora vive nei nostri occhi.
Sentivamo fortemente la responsabilità di aver delegato alla magistratura e alle forze dell'ordine una battaglia di civiltà che in realtà appartiene ad ogni cittadino onesto.
25 marzo 2000, Palermo. La presentazione del primo numero di ANTIMAFIADuemila presso la sala Blu Cobalto ai Cantieri Culturali
Anche per questo il primo editoriale titolava “Non è utopia”. Racchiudeva l'essenza della decisione di fare la nostra parte. Ma soprattutto sintetizzava la futura linea editoriale del giornale: la denuncia e la memoria.
Siamo sempre andati avanti nel tentativo di dare un contributo alla ricerca della verità, in particolare sulle stragi del 1992 e 1993.
Abbiamo sempre creduto che in quel biennio stragista, quindi sul sangue di Falcone e Borsellino, sia crollata la Prima Repubblica e sia sorta la Seconda.
E siamo convinti che solo facendo luce sui “mandanti esterni” a Cosa nostra nelle cosiddette “stragi di Stato” potremo essere veramente liberi dal giogo di questo Sistema criminale.
Illustrazione by Mattia Riami
Un'utopia?
Non per noi. E neanche per tutti coloro che continuano a credere che oltre l'imbarbarimento della razza umana sia possibile scorgere una rinascita.
Venticinque anni fa parlare di mafie, quindi delle varie criminalità organizzate come Cosa nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita, non era cosa comune come oggi lo può essere.
E forse con una certa incoscienza ci siamo approcciati a questo mondo, ma vi era una forte spinta interiore che animava, ed anima, questo gruppo di amici e colleghi; andava oltre ogni ragionamento logico legato a possibilità e mezzi per realizzare una simile iniziativa.
Un percorso, il nostro, che è stato anche caratterizzato da quella spiritualità che ci ha fortificato nei momenti più duri.
Con questo speciale "Duemila Secondi" abbiamo aperto il "cassetto dei ricordi" per condividere con i nostri lettori e gli spettatori ciò che siamo stati e che, dopo venticinque anni, continuiamo ad essere.
Un modo per ringraziare loro e tutte quelle compagne e compagni di viaggio che in venticinque anni hanno camminato al nostro fianco, seguendoci giorno per giorno.
Viviamo tempi difficili in cui chi ci governa vorrebbe riscrivere la storia e a livello internazionale soffiano folli venti di guerre. Ma noi andiamo avanti continuando a lottare e resistere, dando voce a quei magistrati che, al di là dei vergognosi attacchi che ricevono, si ostinano a cercare la verità per rendere giustizia a coloro che sono morti nel nome di una “trattativa” tra Stato e mafia.
Restiamo e resistiamo accanto a quei familiari, vittime delle mafie, che ancora oggi cercano verità e giustizia per i propri congiunti. Rinnoviamo così il nostro impegno di resistenza nel tentativo di migliorare questa società e restituire un futuro alle nuove generazioni.
Cercheremo di farlo nel nostro piccolo, con la nostra voce e le nostre idee. A qualunque costo.
Segui il PODCAST: "Duemila Secondi"
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