L'intervento dell'ex procuratore generale di Palermo alla conferenza delle opposizioni
"Con l'articolo 31 del Ddl Sicurezza si è superata la soglia di tolleranza e garanzia per la stabilità e la buona salute del nostro ordinamento democratico". Lo ha detto il senatore ed ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato nel corso di una conferenza stampa delle opposizioni sul Ddl Sicurezza. "Con quel provvedimento pericolosissimo - ha aggiunto - tutte le pubbliche amministrazioni, gli enti che svolgono funzioni pubbliche e le aziende partecipate saranno assoggettati al potere unilaterale dei Servizi Segreti. Dovranno prestare la loro collaborazione quando verrà richiesta, senza alcuna possibilità di rifiutarsi".
"Dovranno fornire qualsiasi informazione, anche in violazione della privacy. Con la parola magica 'sicurezza' e grazie all'indeterminatezza della norma, i Servizi potranno chiedere alla pubblica amministrazione qualsiasi cosa, ad esempio potranno pretendere di avere accesso alle banche dati dei dipendenti, potranno chiedere alle università le attività e gli orientamenti culturali di determinati docenti o studenti, così come i medici ospedalieri dovranno fornire le cartelle cliniche dei pazienti. Si apre la strada a una possibile schedatura di massa" - ha proseguito Scarpinato - "consentendo così di ricostituire a tutti gli effetti l'Ovra fascista" perché i Servizi "avranno esattamente gli stessi poteri" della polizia voluta da Mussolini.
Il Ddl cosiddetto Sicurezza, incalza Alfredo Bazoli (Pd), è un provvedimento che fa acqua da tutte le parti e che "garantisce tutto, la repressione e l'intimidazione, tranne la sicurezza", ma l'articolo 31, che a tutti gli effetti "è forse la norma più grave e pericolosa", "va assolutamente stralciato". Ad ogni costo, "se non si vuole arrivare davvero a uno Stato di polizia".
"È inquietante, oltre che gravissimo, che il governo e la maggioranza di Giorgia Meloni si siano rifiutati di accogliere qualsiasi nostra proposta di modifica, anche il minimo rafforzamento dei poteri di controllo preventivo da parte del Copasir, cioè da parte del Parlamento italiano. Ma c'è dell'altro: i Servizi, nell'esercizio delle loro funzioni, potranno compiere azioni che di norma costituiscono reati, non più negli stretti confini previsti nel passato, ma con margini enormemente più ampi. Addirittura, potranno organizzare e dirigere associazioni finalizzate al sovvertimento dell'ordine democratico" - osserva ancora Scarpinato - "Si passa dall'agente segreto infiltrato all'agente segreto provocatore che organizza un'associazione sovversiva. Non solo, l'articolo 31 del Ddl Sicurezza consente agli agenti segreti la fabbricazione e il trasporto di materiale esplosivo".
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"Giustamente, l'associazione dei parenti delle vittime delle stragi ha lanciato l'allarme, perché chi conosce la storia d'Italia sa che queste condotte sono state compiute da esponenti dei Servizi Segreti all'interno della strategia della tensione. L'articolo 31 del Ddl Sicurezza - ha concluso - colpisce al cuore l'equilibrio democratico della Repubblica italiana".
"I Servizi Segreti - spiega ancora Scarpinato - sono un po' come la 'scatola nera' dello Stato" e loro, grazie a una serie di riforme promosse negli anni, "possono già intercettare anche se non si è in presenza di una notizia di reato". Grazie alla "tecnica dello sgocciolamento legislativo", cioè "con una norma inserita in un provvedimento e un'altra inserita da un'altra parte, come ad esempio la legge di bilancio", i Servizi hanno acquisito sempre più potere. Ma ora, con questo articolo 31, la situazione, incalza il senatore, "si fa davvero allarmante".
"Facendoci tornare indietro di anni con il pensiero - interviene la pentastellata Alessandra Maiorino - all'epoca della strategia della tensione". Gli agenti dei Servizi, inoltre, potranno parlare anche con i detenuti in carcere e vedersi riconoscere la "qualifica di agente di pubblica sicurezza". Il tutto, senza alcun bisogno di autorizzazioni e controlli preventivi o a posteriori.
Foto di copertina © Paolo Bassani
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