Il legale accusa la premier, i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario Mantovano di aver favorito la fuga del torturatore libico
Luigi Li Gotti, noto avvocato del foro romano e legale di diversi collaboratori di giustizia, ha presentato denuncia contro il governo alla procura di Roma per il caso di Osama Almasri, il torturatore libico, fatto rimpatriare martedì sera su un volo di Stato, sul quale spicca un mandato di cattura della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il legale ha denunciato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega ai servizi segreti, Alfredo Mantovano, per i reati di favoreggiamento personale e peculato (ex art. 314 co. 1 cod. pen). Nella denuncia si chiede che vengano “svolte indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici del suddetto Osama Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia”. Li Gotti, citando i reati, ricorda che secondo il reato di favoreggiamento personale (art. 378 co.1 cod.pen.) “chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l’ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti, è punito con la reclusione fino a quattro anni”.
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L’intera vicenda, ricostruita dai giornali e soprattutto dall’ordinanza della Corte d’appello di Roma che non ha potuto trattenere ulteriormente il ricercato per l’irreperibilità del ministro della Giustizia, evidenzia una serie di punti critici. Sabato 18 gennaio, la Corte penale internazionale aveva emesso il mandato di cattura per Almasri, uomo di fiducia del ministro dell’attuale governo di Tripoli e capo della polizia giudiziaria libica, accusato di crimini contro i migranti commessi nella prigione di Mitiga dal 2011. Lo stesso giorno, il generale si trovava a Torino, dove è stato arrestato dalla Digos. Tuttavia, l’assenza di un tempestivo scambio di comunicazioni con il ministero della Giustizia ha impedito la convalida dell’arresto e quindi ha portato alla liberazione del torturatore che è stato poi rimpatriato in Libia a bordo di un Falcon 900 dei servizi segreti italiani. La Corte Penale Internazionale ha accusato il governo italiano di aver rilasciato e rimpatriato in Libia l’uomo accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, “senza preavviso o consultazione con la Corte”.
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Sul caso, infatti, ci sono diversi aspetti poco chiari che suggerirebbero come la liberazione di Almasri sia in realtà stata dettata da una decisione politica. Anche per chiarire questa ipotesi, l’avvocato Li Gotti ha presentato denuncia contro Palazzo Chigi, il Viminale e via Arenula, per aver favorito le fuga del torturatore. Nel frattempo le opposizione stanno chiedendo con forza alla presidente Meloni e al ministro Piantedosi di riferire in Parlamento.
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