"La vita democratica dell'Italia è stata condizionata da prima che la Costituzione entrasse in vigore"
Pubblichiamo l’illuminante introduzione dell’ultimo libro dell’ex magistrato Luigi de Magistris dal titolo: “Poteri occulti” (Fazi Editore). Il volume, uscito ieri in libreria, è una ricostruzione attenta del ruolo eversivo dei poteri occulti nella storia italiana. Dalla Prima Repubblica a oggi - dalla strategia della tensione al piano di rinascita democratica della Loggia P2, dalla trattativa Stato-mafia alle politiche autoritarie e salva corrotti del governo Meloni. Un vero e proprio “golpe perenne” contro la Costituzione e la democrazia.
Poteri occulti
di Luigi de Magistris
I poteri occulti sono stati, e sono, protagonisti della storia italiana. Hanno partecipato, e partecipano, al governo del paese. Hanno inquinato, e inquinano, i processi democratici. Hanno rivestito, e oggi più che mai rivestono, un ruolo di primo piano nella vita economica italiana, da nord a sud. Raramente, però, sono citati nei libri di storia. Se è vero che di poteri occulti hanno discusso anche grandi intellettuali come Bobbio, Pasolini, Sciascia, è altrettanto vero che parlarne resta enormemente complicato. Proprio perché sono occulti, avvolti nel segreto, le zone d’ombra prevalgono sulle conoscenze in nostro possesso. Impossibile raccogliere dati, impossibile catalogare con precisione il fenomeno nelle sue ramificazioni, impossibile tracciare un quadro chiaro e coerente della sua distribuzione geografica ed evoluzione storica, impossibile individuare tutte le connessioni occasionali o sistemiche tra poteri occulti e poteri ufficiali, oltre che con il tessuto economico e sociale. Senza contare che spesso, quando qualcuno prova a far emergere il tema dei poteri occulti nel dibattito pubblico, viene pretestuosamente accusato di complottismo, di dietrologia.
Eppure, non si può comprendere la storia italiana senza parlare di poteri occulti. Nonostante le difficoltà di cui abbiamo detto, numerose indagini e risultanze processuali, nonché validissime inchieste giornalistiche, ci permettono di farlo. I poteri occulti non devono essere confusi con una sorta di SPECTRE, un’organizzazione onnipotente che muove tutti i fili della politica e dell’economia e che tiene sotto scacco l’intera cittadinanza. Allora sì che si corre il rischio di scadere nel cospirazionismo o nella paranoia. I poteri occulti sono invece soggetti di varia natura - politici, militari, faccendieri, imprenditori, professionisti, mafiosi, uomini dei servizi segreti o delle forze dell’ordine, persino magistrati - che si uniscono in strutture più o meno organizzate e con vincoli più o meno stretti, molto spesso di tipo massonico, e che prendono decisioni in segreto per poi ratificarle, direttamente o attraverso le loro persone di riferimento, nelle sedi del potere legittimo o nei loro ambiti professionali.
Il Governo di Giorgia Meloni alla Camera dei deputati © Imagoeconomica
I poteri occulti formano tra loro reti intricate e trasversali alla società, e in genere mostrano un buon livello di flessibilità e vari gradi di convergenza tra soggetti e interessi molto diversi. A volte i loro obiettivi si sposano con quelli del potere pubblico, altre volte sono fortemente in contrasto; in tutti i casi, i poteri occulti asserviscono le istituzioni a interessi privati e tendono a permeare di legalità formale quanto di più eversivo si possa realizzare: lo svuotamento dei principi fondamentali della Costituzione e della democrazia. Se è vero, infatti, che non vediamo quasi mai all’opera i poteri occulti, ne vediamo però gli effetti: quelli più diretti e drammatici, come le stragi e gli omicidi eccellenti, ma anche quelli più indiretti (eppure incisivi), come la predazione del denaro pubblico, la prevalenza di ristretti interessi privati su quelli pubblici, la corruzione dei processi democratici, le riforme oligarchiche, l’influenza economica e politica delle mafie, i depistaggi e gli ostacoli alle inchieste contro i potenti, lo Stato di diritto che resta lettera morta. La democrazia formale è sempre stata garantita, la democrazia sostanziale, invece, a quasi un secolo dall’entrata in vigore della Carta costituzionale, è ancora un miraggio. E per capire perché, la capacità eversiva dei poteri occulti in Italia non può essere trascurata. Volendo semplificare, potremmo dire che i poteri occulti riuniscono tutti quei soggetti che, per ragioni d’interesse o per convinzioni autoritarie, sono allergici ai principi costituzionali e al disegno di una società più libera e più uguale, e che sono disposti ad agire con tutti i mezzi pur di non vederlo realizzato. Per questo si può parlare di “golpe perenne” contro la Costituzione e la democrazia, una sorta di dittatura nascosta, frammentata e insieme pervasiva. La vita democratica del nostro paese è stata fortemente condizionata dai poteri occulti già da prima che la Costituzione entrasse in vigore: la strage di Portella della Ginestra del 1° maggio 1947 fu opera della banda di Salvatore Giuliano, ma voluta e orchestrata da un intreccio tra mafia, forze reazionarie e servizi segreti, fino ai vertici della politica nazionale: lo scopo era annichilire le sinistre e impedire che potessero trionfare alle storiche elezioni del 1948. Da allora, come vedremo nel capitolo 1, i poteri occulti hanno continuato a deviare il corso della storia repubblicana. Spesso hanno fatto ricorso alla violenza, con omicidi politici e stragi di innocenti che hanno avuto come braccio operativo mafie, organizzazioni criminali e il terrorismo neofascista. L’obiettivo della strategia della tensione era impedire l’avanzata delle sinistre e destabilizzare il paese, e anche la morte di Aldo Moro, per mano del terrorismo rosso, si inserisce in un quadro segnato dalle logiche della guerra fredda e dall’ingombrante presenza dei servizi segreti americani, che hanno fatto dell’Italia un paese a sovranità limitata.
Il tema dei poteri occulti è emerso con forza in seguito alla scoperta, all’inizio degli anni Ottanta, della loggia massonica segreta Propaganda Due (P2), diretta da Licio Gelli, a cui erano iscritti uomini politici, vertici militari e dei servizi segreti, imprenditori, professionisti, giornalisti, magistrati. Il piano di rinascita democratica della P2, con la sua concezione oligarchica della società e della Repubblica, vive oggi più che mai, e dai luoghi segreti in cui si riuniscono i poteri occulti è ormai emerso alla luce del sole, entrando nei programmi dei principali partiti e dei governi, come vedremo soprattutto nel capitolo 8.
Nel frattempo, le mafie e i poteri occulti sono cambiati. Ormai non ricorrono più alla violenza: preferiscono affidarsi all’influenza economica, a reti segrete di collusioni e cointeressenze a tutti i livelli e, all’occasione, a quella che chiamo “criminalità istituzionale”, cioè la mimetizzazione nelle istituzioni e il loro uso per finalità private e illegali, ma anche per colpire, ricorrendo alla legalità formale, chiunque osi fare indagini scomode o si metta d’ostacolo. Decisivo è stato il drammatico snodo del 1992-1993. Ne parleremo nel capitolo 2, riflettendo sull’evoluzione di Cosa Nostra e sulla trattativa Stato-mafia che segna, tra le bombe, il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. I poteri occulti, fino agli inizi degli anni Novanta, seguivano traiettorie oscure, certo, ma erano più leggibili; utilizzavano un simbolismo che li rendeva più facili da individuare, avevano obiettivi in qualche modo interpretabili con categorie politiche. Dopo l’ascesa al governo della destra berlusconiana e la conversione quasi totale dell’arco costituzionale allo spirito neoliberista del tempo, questi poteri sono divenuti sempre più invisibili e più ricchi, si mimetizzano ancora più facilmente e agiscono seguendo interessi economici predatori in sistemi corruttivi complessi e “privatizzati”, nei quali legale e illegale si confondono.
Licio Gelli © Imagoeconomica
Come vedremo soprattutto nei capitoli 3 e 4, le mafie, tassello fondamentale di questi sistemi, si sono in gran parte ripulite grazie agli ingentissimi capitali accumulati e reinvestiti nell’economia legale. Cosa Nostra, la Camorra e soprattutto la ’Ndrangheta contribuiscono direttamente o indirettamente a una fetta rilevante del PIL italiano, e se da un lato il consenso sociale di cui godono è calato, dall’altro, molto spesso, le élite politiche ed economiche sembrano non poter fare a meno di loro. Le mafie sono entrate nel cuore dell’economia e dello Stato e solo con inchieste molto valide e coraggiose si può riuscire a ricostruirne le trame.
È quello che ho provato a fare durante la mia attività di magistrato in Calabria. Nelle inchieste che ho portato avanti da sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro, mi sono imbattuto in un incredibile intreccio tra criminalità mafiosa, logge coperte, corruzione e criminalità istituzionale. Un sistema di poteri occulti che sembrava non conoscere confini, trasversale ai partiti, tenuto insieme dal collante della predazione del denaro pubblico (capitolo 5) e reso più saldo che mai dai vincoli di tipo massonico esistenti tra i diversi soggetti mafiosi, politici, economici e istituzionali (capitolo 6). La reazione del sistema non si fece attendere. Ho pagato un prezzo altissimo per quelle inchieste, sono stato allontanato dalla Calabria e poi costretto a dismettere la toga, dopo uno stillicidio di minacce, campagne mediatiche, interrogazioni parlamentari, ispezioni ministeriali, procedimenti disciplinari, civili e penali. Per colpire chi non intende chiudere gli occhi di fronte a poteri occulti e sistemi criminali non servono più i proiettili veri e propri: sono molto più efficaci i proiettili istituzionali, scagliati - come racconterò soprattutto nei capitoli 7 e 9 - con la complicità di una parte delle istituzioni e persino della magistratura. Addirittura i più alti vertici dello Stato, come spiegherò nel capitolo 10, si sono messi di traverso alla ricerca della verità, prestandosi di fatto a tutelare interessi indicibili e avversi alla democrazia. Come vedremo negli ultimi tre capitoli, poteri occulti e poteri ufficiali convergono sempre più spesso a minare le basi dello Stato di diritto e negare alla radice i principi di uguaglianza e libertà sanciti dalla Costituzione, in uno scenario internazionale condizionato dai fallimenti della globalizzazione neoliberista, dalla subalternità agli Stati Uniti, da venti di guerra sempre più tempestosi. Il governo della destra meloniana, ben lungi dal recidere i legami storici e ideologici con il neofascismo, persegue con arroganza riforme sempre più oligarchiche e autoritarie, mentre le disuguaglianze e la sofferenza sociale dilagano e i capitali mafiosi prosperano sempre più. Per questo dobbiamo mettere all’ordine del giorno una nuova questione morale, che unisca i servitori fedeli dello Stato e i cittadini desiderosi di «rimuovere gli ostacoli» alla piena realizzazione dell’uguaglianza e della libertà dei cittadini, come prescrive la Costituzione. Per riuscirci, bisogna fare attenzione a districare i fili dei poteri occulti, anche là dove non si crederebbe possibile trovarli.
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