"Nota personalità… nota personalità… nota personalità. Gracchiarono a lungo le autoradio quella sera del 3 settembre in via Carini.
Non si pronunciava il nome di dalla Chiesa in quei dispacci, non si facevano i nomi di Emanuela Setti Carraro e dell'agente Domenico Russo, che stava agonizzando sventrato dai colpi di Kalashnikov. Apparve infatti subito chiaro che la bestia mafiosa aveva superato il segno e che sarebbero venuti ancora giorni ben più neri, ben più difficili.
Era un venerdì.
Mi trovavo nella redazione dell’Ora, in compagnia di un collega che si occupava di politica regionale. Stavamo facendo le ultime telefonate di controllo prima di andarcene a casa. Ad un tratto, il mio collega assunse un colorito spettrale e riuscì solo a farfugliare: 'Dicono che hanno ammazzato dalla Chiesa".
In portineria, anch’egli stravolto, incontrammo un poliziotto che sentiva ripetere dalla sua ricetrasmittente: 'Hanno ammazzato nota personalità… hanno ammazzato nota personalità'.
Ricordo un’autobotte dei pompieri messa di traverso in via Carini per impedire l’afflusso di automobilisti curiosi. Ricordo un impressionante dispiegamento di forze: mai viste tante pistole che spuntavano dalle cinture dei pantaloni. Ricordo il grottesco carosello di decine e decine di volanti per l’intera nottata in ogni via di Palermo, quando ormai il peggio era accaduto.
E sirene, sirene, sirene. Sembrava che tutti gli uomini di tante polizie, sbalorditi di fronte all’ennesima dimostrazione di potenza del nemico, cercassero di darsi conforto alzando il volume, quasi a non voler sentire l’eco ancora assordante di quei colpi che avevano messo in ginocchio lo Stato italiano".
L'11 novembre al teatro Quirino di Roma vi è stata la presentazione dell’ultimo libro dello scrittore e giornalista Saverio Lodato 'Cinquant'anni di mafia' (edito da Bur-Rizzoli).
In quell'occasione l’attrice Lunetta Savino, davanti ad un pubblico numerosissimo, ha letto un estratto del testo intitolato "Un cronista in via Carini": una coinvolgente narrazione con il quale l'autore proietta tutte le emozioni vissute in quei terribili giorni del settembre 1982. Emozioni terribili, figli dell'ennesimo eccidio di Stato in terra di mafia.
"Ricordo il cardinale Pappalardo, il capo della Chiesa siciliana, giungere sul luogo del delitto a piedi, da solo, stralunato.
Ricordo le crocerossine in camice bianco, giunte lì per l’estremo addio a Emanuela.
Ricordo la raffica di ordini secchi di tanti funzionari, che purtroppo non significavano nulla.
Ricordo il buio pesto di quella sera, i fari delle auto che mi fecero pensare alla luce irreale dei comuni terremotati del Belice, quella notte del sisma, in un lontano gennaio del 1968, che sembrava sepolto nella mia memoria.
E ricordo ancora strani vecchietti, poveri pensionati cascati giù dal letto, vestiti alla meno peggio: alcuni in pantofole, altri con la giacca sopra la blusa del pigiama, con baschi e cappelli di lana.
Ricordo nugoli di bambini, silenziosi, impauriti dalla serietà di uno spettacolo che non capivano.
Rivedo affacciate a quei balconi, al primo, al secondo piano, le popolane del vicinissimo mercato del Borgo, mute, come vedette, che forse avevano visto tutto, certamente avevano sentito tutto; che magari non avrebbero mai parlato, ma che certamente, anche se restavano impassibili, avevano già espresso dentro di loro una condanna senza appello per gli autori della strage.
Sì, ricordo ancora qualche cosa. Ricordo che nessuno, quella notte, volle confermare ufficialmente che il nuovo agnello sacrificale si chiamava dalla Chiesa. Scene di isteria umana, ma allo stesso tempo fastidiose: le maschere di cera di tanti funzionari della prefettura, che non avevano amato dalla Chiesa vivo e avevano paura adesso, che era morto. Ricordo i colleghi, quella notte, disarmati, improvvisamente privi di certezze, senza taccuini, senza penne, che non prendevano appunti perché scolpivano nella memoria ogni particolare di quell’impetuoso fiume di notizie che scorreva di fronte ai nostri occhi.
Giunsi finalmente a tiro della A-112 bianca, la cui foto sarebbe stata pubblicata l’indomani da tutti i giornali del mondo.
Non ho nulla da aggiungere.
Lo strazio, la pena, la ripulsa di quella notte in via Carini sono diventati, per fortuna, patrimonio comune di tanti.
E dire che appena qualche settimana prima, all’indomani dell’intervista all’Unità, qualcuno, incontrandomi in quel palazzo, mi aveva detto:
'Ma questo dalla Chiesa chi cazzo si crede di essere? Nembo Kid?'.
Nembo Kid aveva chiuso.
4 settembre 1982".
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La rubrica di Saverio Lodato
ARTICOLI CORRELATI
Lodato: la lotta alla mafia è tornata all'età della pietra, prima di Falcone e Borsellino
Li Gotti: ''Lo Stato è sotto ricatto dei misteri del Paese, da Portella alle stragi di mafia''
Di Matteo si schiera in difesa del senatore Scarpinato
Roma, sold out al Teatro Quirino: presentato ''Cinquant'anni di mafia'' di Saverio Lodato
La giustizia di Meloni fa vincere i ''don Rodrigo''
di Roberto Scarpinato
Bongiovanni: ''A chi ci intima di fare un passo indietro, rispondiamo di lasciar perdere''
Scarpinato: ''Io e de Raho abbiamo abbiamo già la valigia in mano''
Cinquant'anni di mafia (e di Stato-mafia)
di Giorgio Bongiovanni
''Cinquant'anni di mafia'': su depistaggi e mandanti esterni ''non facciamo passi indietro''
A Roma la presentazione del libro di Saverio Lodato con Di Matteo, Scarpinato, Li Gotti, Baldo e Bongiovanni
Cosa pensano i familiari di Borsellino della foto Colosimo-Ciavardini?
di Saverio Lodato
Lorenzo Baldo e il coraggio di ''andare oltre noi stessi'' in questi 50 anni di mafia
Nelle parole di Giovanni Falcone il peso di ''Cinquant'anni di mafia''
Lodato: ''Cosa nostra eterodiretta, così mi disse Falcone''
Lodato ad Atlantide: ''L'agonia di Falcone cominciò col fallito attentato all'Addaura''
Saverio Lodato: ''Agostino ucciso nel culmine del suo isolamento, come Falcone e Borsellino''
Lodato: ''Prescrivete il reato di strage. Così Mori può star tranquillo''
Saverio Lodato: ''Falcone era convinto che dietro i delitti politici ci fosse Gladio''
Saverio Lodato: sullo Stato-mafia la Cassazione tradisce la ricerca di verità
''Falcone e Borsellino: Uccisi, Traditi, Dimenticati. Trent'anni dopo le stragi''