"A tu per tu con..." David Gentili
La presenza costante di uomini di 'Ndrangheta attorno all'universo del tifo organizzato milanese; gli affari sulla compravendita dei biglietti; la morte di Bellocco, rampollo della famiglia di Rosarno; la possibilità di una guerra bloccata sul nascere; le responsabilità eventuali delle società sportive anche sul piano etico e morale. Sono questi i temi che abbiamo affrontato assieme a David Gentili, membro del Comitato Antimafia del Comune di Milano, nella nuova puntata di "A tu per tu con...".
Un ragionamento che prende forma nella lettura dell'inchiesta condotta dalla Procura di Milano che, nei giorni scorsi, ha decapitato i vertici della curva Nord e della curva Sud di San Siro.
L'indagine, che come chiarito dal procuratore Marcello Viola ha riunito più "filoni investigativi", ha fatto emergere un "patto di non belligeranza fra le due tifoserie organizzate".
C'era un "patto di non belligeranza" tra gruppi all'apparenza rivali, per portare avanti "accordi" e a "pressioni" sui club per gestire, in particolare, il business della vendita a "prezzi maggiorati" dei biglietti delle curve. Uno spaccato inquietante in cui la 'Ndrangheta entra da protagonista nel mondo del tifo organizzato di Inter e Milan in nome degli affari.
Leggendo le carte si ha l'impressione che possa esserci anche altro. "L'inchiesta pone un fine ai traffici minori - commenta Gentili - Io sono convinto che l'omicidio Bellocco possa avere un movente più pesante di quello che è stato fin qui disegnato da Andrea Beretta". E poi ancora: "Con il merchandising ed i biglietti sicuramente si guadagna tanto. Ma c'è il tema della droga che in questa inchiesta non viene toccato e che probabilmente è una fetta di quella torta".
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