Il procuratore aggiunto reggino: "Organizzazioni criminali necessitano di teste raffinate"
Le mafie "più che bombe, nel senso tradizionale del termine, oggi sono capaci di sganciare bombe finanziarie. Mi riferisco alla loro enorme ricchezza. Sganciano bombe finanziarie sull’economia legale, sulle regole del mercato e diventano protagoniste all’interno di scenari sempre più ampi di azioni destabilizzanti, certamente antidemocratiche, che siamo oggi chiamati a contrastare con strumenti sempre nuovi e diversi. Noi ci siamo, quindi speriamo che i risultati arrivino".
Sono state queste le parole del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo intervistato dal 'Corriere della Calabria' a margine della giornata dedicata alla memoria organizzata da 'Libera Cosenza' in collaborazione con il liceo Classico Bernardino Telesio. Il dibattito è stato moderato dal giornalista Arcangelo Badolati.
"E’ fisiologico, - ha detto il magistrato - le organizzazioni che hanno obiettivi fortemente orientati a generare profitti illeciti di ingentissime dimensioni, nel momento in cui vengono immessi nel mercato legale, hanno bisogno non più soltanto della manovalanza di base ma di teste pensanti sempre più raffinate".
"Per questo è necessario che alla magistratura vengano dati gli strumenti necessari per contrastare il fenomeno.
Strumenti tecnologici all'avanguardia e, soprattutto, di un incremento delle intercettazioni: queste ultime", ha detto il magistrato, "sono sempre state al centro del dibattito, se ne parla da anni di riformarle, di modificarne anche l’utilizzo che la magistratura ne ha sempre fatto. Io ritengo che alle intercettazioni non si possa rinunciare, anzi che si debbano fare investimenti sempre più mirati. Le mafie oggi utilizzano strumenti sempre più difficili da penetrare. Ecco, l’evoluzione delle intercettazioni deve essere probabilmente questo, non devono essere limitate, ma ripensate per renderle sempre più efficienti ed efficaci".
Eppure mentre le mafie avanzano a gran velocità verso la modernizzazione (con investimenti nel dark web, criptovalute etc...) il governo sta valutando di tagliere i fondi per le intercettazioni e emanare una serie di leggi 'ammazza - indagini'.
Una strategia fallimentare dal momento che la ‘Ndrangheta è diventata un network mondiale, "operante in tutti i continenti". Per contrastarla - ha continuato - oggi occorre "essere al passo con le nuove tecnologie e soprattutto sfruttare fino in fondo tutte le risorse tecnologiche trasformate in evoluti strumenti di contrasto". "Credo che le mafie abbiano cambiato prospettiva": "È chiaro che negli anni hanno cambiato approccio. Speriamo che non si debba più assistere ad azioni violente come quelle di 30 anni fa, quando sono stati uccisi Falcone e Borsellino. E’ stato un trauma aver assistito alla loro fisica uccisione, è stato un trauma enorme per tutti noi" ha detto il procuratore aggiunto reggino.
Fonte: corrieredellacalabria.it
Foto © Davide de Bari
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