Il quarto episodio del podcast sull'urologo assassinato
Il telefono squillò con una risolutezza che tagliò l'aria densa dell'ufficio del Procuratore di Viterbo. La voce era calma ma autoritaria: era l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Quella telefonata segnò l'inizio di un altro capitolo sulla morte di Attilio Manca. Il suo omicidio è avvolto dalla stessa coltre nera che ha permesso la latitanza di Bernardo Provenzano. Da qui emergono voci di potere e indagini contorte che si intrecciano come fili sottili in un tessuto intricato. Sono sempre stati i giudici di Viterbo che per primi dichiararono pubblicamente l’interessamento alla vicenda da parte dell’ex Presidente della Repubblica.
Ad oggi, nessuno conosce il motivo dell’interessamento di Napolitano verso il caso di un ragazzo ufficialmente morto suicida. E che cosa si dissero il procuratore e il capo dello Stato? Domande lecite, ma cadute nel vuoto.
La presenza di nomi pesanti nel caso dell’omicidio di Attilio è una costante ed è difficile non notarli.
Anche chi ha indossato la divisa della Polizia di Stato ha avuto un ruolo in questa torbida vicenda: l’ex capo della Mobile di Viterbo, Salvatore Gava, lo stesso pubblico ufficiale già condannato a 3 anni, in via definitiva, per un falso verbale all’epoca delle violenze alla scuola Diaz.
Gava aveva erroneamente sostenuto che Manca fosse in servizio all'ospedale Belcolle nei giorni del ricovero di Provenzano a Marsiglia. Tuttavia, registri ospedalieri dimostrano il contrario, svelando altre domande e verità nascoste.
I giorni in cui è segnata la mancata presenza del giovane urologo sono quelli tra il 20 e il 23 luglio 2003, poi dal 25 al 31 luglio 2003 e infine nei giorni del 25, 26 e 31 ottobre 2003 (il 30 se ne era andato via intorno alle 15:30, prima quindi che terminasse il suo turno). L'urologo era quindi rientrato in servizio la mattina del 1° novembre. E proprio i giorni in cui il giovane urologo era assente dal lavoro coincidevano con il periodo nel quale Provenzano (tra esami preparatori, intervento alla prostata, e successivi esami di controllo) si trovava in Francia.
I giorni di assenza di Manca dall'ospedale Belcolle si trasformarono in un mosaico di indizi e coincidenze, rivelando la sua presenza in luoghi e momenti cruciali che sollevavano nuove domande sulla sua morte e sulle persone coinvolte.
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