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referendum costituzionale 2016di Maurizio Ribechini
L'ex magistrato Antonio Ingroia a BN parla della riforma costituzionale ed evidenzia tutti i rischi della possibile vittoria del Sì al referendum.

A margine della presentazione del suo libro "Dalla parte della Costituzione", svoltasi questo martedì 18 ottobre a Roma, Blasting News ha intervistato Antonio Ingroia, ex magistrato e già candidato alle scorse elezioni politiche.

"La riforma costituzionale continua il progetto di Licio Gelli"

Dottor Ingroia, nel sottotitolo del suo libro si fa riferimento addirittura a Licio Gelli, crede questa riforma costituzionale si possa addirittura equiparare ai progetti della P2?
"Io credo che la cosa più significativa, di cui non si parla abbastanza del dibattito referendario, è il fatto che questa Riforma non è un qualcosa che #Renzi tira fuori dal cilindro. Ma è l'appendice e la conclusione di un progetto che parte da molto lontano e Licio Gelli ne è stato uno degli artefici in Italia dagli anni '80 con il Piano di Propaganda Democratica; pure le lobby finanziarie legate anche alla massoneria internazionale e attorno alla commissione Trilateral già negli anni '70 avevano progettato analoghi interventi sulla base di un principio: la democrazia è un inciampo e le Costituzioni democratiche uscite dal Dopoguerra, soprattutto quelle del sud Europa (come scrive il rapporto di JP Morgan) sono un intralcio per il decisionismo del potere centrale e al funzionamento dell'economia. Questo lo diceva la Trilateral negli anni '70, Licio Gelli negli anni '80, JP Morgan nel 2013 e oggi Renzi è l'ultimo anello di una catena che in Italia ha avuto altri esempi importanti come Craxi, Cossiga e Berlusconi."

"Se vince il Sì l'Italia non sarà più la stessa"

Quali conseguenze concrete vede quindi qualora il Sì vincesse il #referendum?
"L'Italia perde molto, perché cade uno dei punti della democrazia partecipata, dato che come scritto nell'articolo 1 della #Costituzione italiana la sovranità appartiene al popolo. Mentre con questa controriforma una delle due Camere (e non è vero, come dicono, che non avrà poteri, ma potrà rallentare fortemente l'attività legislativa) non sarà elettiva: i senatori non saranno eletti da parte dei cittadini. Questo è un modo per intaccare fortemente un principio fondamentale della nostra democrazia: l'Italia non sarà più quella di prima".

Tratto da: blastingnews.com

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