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azione civile web0di Azione Civile*
Tutti gli aderenti di Azione Civile ed il suo Presidente Antonio Ingroia sono particolarmente vicini al dr. Nino Di Matteo e a tutti i pm di Palermo del processo sulla trattativa Stato-mafia.
In piazza, a Roma, il 14 novembre c’erano tante persone con l’obiettivo di “rompere il silenzio”, con l’obiettivo di avere Verità.
Era di queste ore l´ennesimo “rifiuto” del Presidente “emerito” Napolitano ad essere ascoltato dai giudici al processo Borsellino quater. Quando avrebbe dovuto, piuttosto, lui, “spontaneamente”, offrire collaborazione. E cosa diceva in quelle intercettazioni delle quali ha “preteso” la distruzione? In qualitá di massima carica dello Stato, avrebbe dovuto dare l´esempio di come si comporta un cittadino davanti alla Legge. Lo status di Presidente non gli concedeva certo di esserne al di sopra.

Ed invece si è sottratto ostinatamente ancora una volta ed ha ottenuto esattamente e vergognosamente proprio ciò che voleva, e cioè la Corte d’Assise di Caltanissetta ha ritenuta la sua deposizione superflua alla luce delle testimonianze già acquisite durante il dibattimento. Ma in che Paese viviamo? La Legge non è uguale per tutti? Il nostro sgomento, la nostra indignazione e la nostra rabbia sono infinite. Lo ha deciso la Corte d'Assise di Caltanissetta in quanto ritiene la sua deposizione superflua alla luce delle testimonianze già acquisite durante il dibattimentoLo ha deciso la Corte d'Assise di Caltanissetta in quanto ritiene la sua deposizione superflua alla luce delle testimonianze già acquisite durante il dibattimento.Lo ha deciso la Corte d'Assise di Caltanissetta in quanto ritiene la sua deposizione superflua alla luce delle testimonianze già acquisite durante il dibattimento.
In questo grave momento è intollerabile che chi lotta ogni giorno per cercare Verità e Giustizia, rischiando anche la propria vita, venga sovraesposto, isolato ed ostacolato in vari modi.
Ricordiamo la frase scritta qualche anno dal nostro Presidente Antonio Ingroia, tutt´ora attualissima:
“Abbiamo varcato l’anticamera della verità, ora siamo entrati nella stanza della verità. Pensavamo, però, di trovare una stanza illuminata, invece era buia. Qualcuno aveva sbarrato le finestre e qualcuno aveva fulminato le lampadine. Siamo da soli e con le candele …”
Ancora oggi, per la ricerca della Verità è buio pesto e le vite del pm siciliano Nino Di Matteo e degli uomini della sua scorta, sono seriamente in pericolo.
Il processo in questione è a carico, lo sappiamo bene, anche di nomi eccellenti, e purtroppo non ci è difficile capire il perché politici e istituzioni non ne parlino. Tutti i media, in un Paese civile, dovrebbero dare luce e voce a questo argomento e a Nino Di Matteo, ma, al contrario, i riflettori si sono spenti ed il silenzio e la negazione sulla trattativa Stato-mafia sono diventati sport nazionale, o quasi.
Gli unici che continuano, imperterriti, ad impegnarsi ogni giorno per informare i cittadini sul lavoro di Nino Di Matteo e del pool di Palermo sono i meravigliosi cittadini del mondo civile che, con Scorta Civica, Agende Rosse, movimenti, ecc … organizzano giornate informative, manifestazioni, presidi giornalieri per riaccendere l’interesse e scuotere le coscienze.
Dov’è lo Stato, dove sono le Istituzioni? Perché anche la Boldrini tace?
Il Presidente Mattarella, egli stesso colpito tremendamente dalla mafia, come puó mantenere un silenzio a dir poco imbarazzante: dovrebbe scostarsi nettamente dall’operato del suo predecessore ed essere “lui” il primo esempio di Libertà, portando a gran voce a Nino Di Matteo ed a tutto il pool antimafia un messaggio chiaro e forte di vicinanza e solidarietà.
Azione Civile si rivolge al Presidente della Repubblica e chiede a lui, insieme al suo Presidente Antonio Ingroia, un serio e forte segnale:
“Egregio Presidente Mattarella, in qualità di Capo dello Stato e Presidente del CSM, La invitiamo calorosamente ad esprimere solidarietá al dr. Nino Di Matteo ed ai magistrati del pool di Palermo. Impedisca che si ripeta il destino di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino e delle loro scorte.”
Sabato 14 qualcosa si è mosso, il Presidente del Senato Pietro Grasso ha scritto, per Nino Di Matteo, una lettera inviata a Salvatore Borsellino e da lui letta durante la manifestazione “Rompiamo il silenzio”: “Caro Salvatore,…con questo messaggio voglio unire la mia alle tante voci che sono in piazza oggi, a Roma e in molte altre città, in difesa dei valori democratici alla base della nostra Costituzione e a sostegno di Nino Di Matteo. 
Come uomo, come cittadino, come ex magistrato e come Presidente del Senato della Repubblica non ho mancato di far sentire il mio sostegno nei mesi scorsi al giudice Di Matteo, sia pubblicamente che in contatti privati, ma l'occasione di oggi, che dimostra un affetto diffuso e sentito tra i cittadini, è ancora più utile per ribadire con forza che la mafia non è riuscita con le sue minacce, ne’ tantomeno con le sue sanguinarie stragi, a fermare il lavoro della magistratura in passato, non ci sta riuscendo ora e non ci riuscirà in futuro…..”
Ma è più che evidente che questa inchiesta disturba e preoccupa alcuni Signori, Potenti e Politici perché potrebbe radicalmente cambiare l’assetto Istituzionale del Paese, in caso venissero accertate le responsabilità “inconfessabili” che si temono. Un terremoto che farebbe tremare l’Europa tutta.
Noi tutti di Azione Civile alziamo la voce ancora una volta e pretendiamo si possa far chiarezza sui rapporti tra Stato Italiano e mafia negli anni delle grandi stragi, nelle quali persero la vita, tra gli altri, anche i Giudici Falcone e Borsellino. Così non deve essere per Nino di Matteo, il pool di Palermo e tutti gli uomini delle scorte. Li vogliamo vivi e pretendiamo Verità.
Azione Civile chiede un impegno serio e preciso di tutti gli organi competenti affinchè i magistrati vengano finalmente messi in condizione di lavorare nella massima serenità potendo avvalersi di strumenti legislativi adeguati. Non devono sentire il peso del linciaggio morale se scoprono veritá scomode. Devono potere assolvere quel compito di cui si sono fatti carico giurando sulla Costituzione Italiana.
L’indipendenza della magistratura deve essere una bussola per tutti quei cittadini che vogliono continuare ad essere uguali davanti alla Legge.

* Azione Civile - Area Legalità - Familiari Vittime di Mafia

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