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"Non vogliamo che ci siano avvoltoi in via D'Amelio, ipocriti che portino corone e onori fasulli". Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso il 19 luglio 1992 dalla mafia (e non solo), nonché fondatore del Movimento delle Agende Rosse, ha risposto così alle polemiche sulla manifestazione che si svolgerà a Palermo il 19 luglio, per il 31esimo anniversario della strage di via D'Amelio. "Ho giurato - ha spiegato Borsellino, intervenuto questa mattina alla conferenza stampa del “Coordinamento 19 luglio” che ha promosso il corteo “Basta Stato Mafia” - che non avrei più permesso simboli di morte laddove c'è l'Albero della pace voluto da mia madre e dove intendo realizzare un Giardino della pace". "Le esternazioni del ministro Nordio - ha aggiunto -, al di là del loro esito, hanno mostrato la volontà di demolire la legislazione pensata da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per dare gli strumenti necessari a combattere la criminalità organizzata. Non deve essere consentito". "L'antimafia non si è spaccata oggi, le varie organizzazioni non hanno lavorato all'unisono anche perché si occupano di cose diverse. Libera di beni confiscati, le Agende Rosse di giustizia e verità. Purtroppo, quello che mi ha addolorato in questo ultimo anniversario è chi ha trovato la maniera di attaccare i Movimento delle Agende Rosse, predicando che non ci siano divisioni”, ha continuato Salvatore Borsellino.

Quanto alla presenza di Giorgia Meloni a Palermo, in occasione della fiaccolata serale del 19 luglio, e delle ultime esternazioni del Guardasigilli Carlo Nordio, il leader delle Agende Rosse ha detto che “se avrò modo di incontrare la premier le vorrei chiedere come si concilia il suo entrare in politica dopo la strage di via D'Amelio e la morte di Paolo Borsellino e le esternazioni di un suo ministro che promette di smantellare la legislazione antimafia di Giovanni Falcone attaccando proprio l'articolo del concorso esterno in associazione mafiosa eliminando il quale la quasi totalità dei processi per mafia verrebbero ad essere annullati. Io da Giorgia Meloni non mi aspetto parole ma fatti. Lo censuri o la faccia uscire dal governo come si merita". Al latere della conferenza stampa del “Coordinamento 19 luglio”, Jamil El Sadi, uno degli organizzatori della manifestazione che il prossimo 19 luglio partire dall’Albero Falcone (ritrovo ore 15:00), ha fatto sapere che “anche questa volta abbiamo tutte le autorizzazioni come le avevamo per la manifestazione del 23 maggio. Speriamo che questa volta non ci siano ripensamenti dell'ultima ora alla luce dell'arrivo del presidente del consiglio Giorgia Meloni. Ci auguriamo che le ‘frange antagoniste’ non manganellino ancora una volta, perché abbiamo ancora le lesioni dello scorso 23 maggio”. Numerose le sigle e le associazioni che hanno aderito al corteo che partirà dall'albero Falcone per arrivare in via D'Amelio tra le quali molti sindacati studenteschi e no, il movimento delle Agende rosse, appunto, ma anche Libera, Our Voice, Arci, Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, Radio Aut, Rifondazione Comunista Palermo, Collettivo rivolta popolare, Sinistra Italiana, e il Forum Sociale Antimafia. In merito alla “spaccatura” dell’Antimafia (con alcune istituzioni), Jamil ha sottolineato che “è necessaria nel momento in cui alcune istituzioni hanno tradito il debito con la cittadinanza nella ricerca di verità e giustizia”. “Lo Stato deve colmare il debito e fino a quando ci sarà questa ipocrisia di fondo tra ciò che la politica, per esempio, dice e ciò che fa, è evidente che la ‘spaccatura’ è serve, anzi è necessaria perché è una questione di coerenza delle realtà sociali con il territorio e i diari che lo affliggono”, ha concluso il giovane.

Foto © Paolo Bassani

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