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Dal palco dell’Unipol Arena arriva l’urlo dell’ex Pink Floyd: “Scendete in piazza per dire: niente più armi all’Ucraina”

Il co-fondatore e storico bassista dei Pink Floyd, Roger Waters, 80 anni il prossimo settembre, continua a macinare Sold out durante il suo tour italiano dal titolo: “This is not a drill!(Questa non è un'esercitazione!). Lo ha fatto di nuovo dal palco dell’Unipol Arena di Bologna, dove il grande artista e genio della musica è stato accolto dagli applausi del pubblico in delirio. Un concerto che segna il passo alla musica, quella vera e ancora capace di raccontare per emozionare. Questo è quanto deve aver percepito il pubblico fin dal primo brano, quando le note di “Comfortably Numb” hanno ufficialmente aperto le danze. Dunque, un evento musicale e non un semplice concerto, pensato per puntare il dito contro un modello sociale distopico e basato sulla lotta per la sopravvivenza; al punto tale da essere considerato troppo politico. “Sapevo di potere contare su Bologna, a volte altrove quando dico queste cose mi fischiano e mi dicono di pensare a cantare” ha detto Waters dopo il suo discorso contro le armi nucleari e “per il popolo ucraino massacrato per colpa di leader che non si parlano”. Infatti, il genio ribelle dei Pink Floyd che dal palco dell’Unipol Arena ha gridato: “Scendete in piazza per dire: niente più armi all’Ucraina”, non ha nemmeno trascurato temi di grande attualità attraverso immagini dedicate ai diritti dei rifugiati, dei nativi americani, dei palestinesi e, soprattutto, della libertà. Al grido di “Free Assange”, Waters ha lanciato un appello per la liberazione del giornalista scomodo per l’occidente: il fondatore di Wikileaks, Julian Assange.
Dal palco aperto a 360° e sovrastato da schermi uniti a formare una grande croce, Roger Waters ha emozionato il pubblico con la sua voce inconfondibile e lo ha fatto per quasi tre ore. Nel suo repertorio, brani come “Another brick in the Wall”, “Wish You Were Here” e “Money” si mescolano alle immagini per raccontare di scenari apocalittici e di esseri umani sempre più simili a zombie che “vivono” tra guerre, epidemie e virus. Insomma, il tour d’addio di Roger WatersThis is not a drill” - forse per abitudine - sembra non temere le critiche. L’ex bassista dei Pink Floyd è stato raggiunto più volte dalle critiche per le sue posizioni politiche. Recentemente, il Consiglio Comunale di Francoforte ha infatti deciso di annullare il concerto di Waters previsto per il prossimo 28 maggio, accusandolo di antisemitismo e di essere putiniano per le sue dichiarazioni sulla guerra in Ucraina e sul conflitto tra Israele e Palestina. Decisione che ha visto Waters reagire attraverso un’azione legale nei confronti del comune tedesco e “in nome della libertà di espressione”. Insomma, Roger Waters, tra applausi e sold out, inarrestabile, sembra voler procedere sulla strada di un successo intramontabile e immune ai condizionamenti. D’altronde, lo stesso Waters è stato chiaro fin dall’inizio del suo tour d’addio: “Se siete fra quelle persone che amano i Pink Floyd, ma odiano le posizioni politiche di Roger, potete anche andare a fare in c... al bar”.

Fonte:La Repubblica

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