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Nel suo ‘tour d’addio’ il genio ribelle dei Pink Floyd ha lanciato un nuovo appello per la liberazione di Julian Assange

La Germania ti rifiuta? L’Italia invece ti accoglie a braccia aperte”. Questo l’invito che un gruppo di attivisti italiani ha rivolto al co-fondatore dei Pink Floyd, Roger Waters, pochi giorni prima del concerto al Mediolanum Forumdi Assago dove, tra l'altro, Waters ha registrato il tutto esaurito. Uno ‘schiaffo morale’ ben assestato al Consiglio Comunale di Francoforte che, nei giorni scorsi, ha attirato su di sé non poche polemiche per aver annullato il concerto di Waters previsto per il prossimo 28 maggio, accusandolo di antisemitismo per le sue posizioni sulla guerra in Ucraina e sul conflitto tra Israele e Palestina. Alla decisione del comune tedesco non solo è arrivata la reazione immediata dello stesso Waters che ha incaricato il suo manager, Mark Fenwick, di avviare un’azione legale “in nome della libertà di espressione”, ma anche quella di numerose star della musica e dello spettacolo che hanno deciso di firmare una petizione per far esibire l’ex frontman dei Pink Floyd a Francoforte. All’interno della petizione lanciata sul sito “chenge.org” dalla scrittrice e podcaster americana, Katie Halper, si legge: “Noi artisti, musicisti, scrittori e altri personaggi pubblici e organizzazioni siamo profondamente turbati dai recenti sforzi dei funzionari tedeschi per screditare e mettere a tacere il musicista Roger Waters. Waters crede ‘che tutti i nostri fratelli e sorelle, in tutto il mondo, indipendentemente dal colore della loro pelle o dalla profondità delle loro tasche, meritino pari diritti umani ai sensi della legge’- ha spiegato Halper -. I funzionari che diffamano Waters si stanno impegnando in una pericolosa campagna che fonde volutamente le critiche alle politiche illegali e ingiuste di Israele con l'antisemitismo. I funzionari in Germania, gli organizzatori di concerti e le piattaforme musicali non devono soccombere alla pressione di quegli individui e gruppi che preferirebbero vedere rimossa la musica di Waters piuttosto che impegnarsi con i problemi che la sua musica mette in risalto".
Intanto, da anima ribelle del rock, il genio dei Pink Floyd, Roger Waters, sta continuando il suo tour d’addio: “This is not a drill!” (questa non è un'esercitazione!) e, dal palco del Mediolanum Forum di Assago (in replica venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile, ndr) lo ha fatto con un invito: “Se siete fra quelle persone che amano i Pink Floyd, ma odiano le posizioni politiche di Roger, potete andare a fare in c... al bar”. Alle parole di Waters - ha scritto “La Repubblica” - si è aggiunto anche il “boato” favorevole del pubblico presente. Durante il concerto, ai testi e alle melodie suonate da Roger Waters insieme alla sua band, si è aggiunta anche la potenza delle immagini. Tra "Another brick in the wall" e "The powers that be", il cui ritornello recita: “Sono i poteri forti, se li vedi arrivare faresti meglio a correre”, sono state trasmesse le immagini che ricordano Mahsa Amini e George Floyd, insieme ad un elogio per Chelsea Manning e un appello per la liberazione di Julian Assange. Infatti, Waters sostiene da tempo la causa di Assange e per questo ha allestito una postazione per aiutare gli attivisti del “Comitato per la Liberazione di Julian Assange - Italia” a distribuire volantini e far conoscere le loro iniziative a sostegno di Julian Assange. Una decisione accolta con entusiasmo dagli attivisti italiani che dalla loro pagina facebook hanno fatto sapere: “Abbiamo intercettato circa 2000 persone distribuendo volantini su Julian Assange e sulla campagna social di Stella Assange e Roger Waters”. E ancora: “Riteniamo assurdo che chi difende il diritto di Assange di far conoscere crimini di guerra secretati sia a sua volta ridotto al silenzio per impedirgli di far conoscere il dramma palestinese - hanno ribadito gli attivisti sul sito “pressenza.com-. I concerti di Roger Waters sono inni alla libertà di espressione e vanno apprezzati come tali.  Non è necessario approvare tutto quello che dice, ma riteniamo necessario almeno ascoltarlo e consentirgli di dirlo”.

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