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Dalla legge n. 66/1963, che ha consentito alle donne l’accesso alla carriera giudiziaria, e dal d.m. del 1965, in cui diventarono magistrato le prime 65 donne, la magistratura è profondamente cambiata.

Dopo oltre un cinquantennio e un costante trend di crescita culminato, negli ultimi anni, con la prevalenza della componente femminile, la magistratura si sta lasciando alle spalle un assetto consolidato a favore della componente maschile.

Ormai dal 2015 prevalgono numericamente le donne, sicuramente incoraggiate dalla presenza di una legislazione che sempre più prevede strumenti volti a favorire la genitorialità e supportata, anche nella normazione secondaria del Csm, dall’adozione di strumenti volti a promuovere il “benessere organizzativo” e quindi, in ultima analisi, le pari opportunità.

Nella giornata internazionale della donna, in cui si celebrano le conquiste sociali, economiche e politiche delle donne, è doveroso ricordare Francesca Morvillo, l’unica donna fra i tanti magistrati uccisi da mano criminale, che ha pagato con la vita l’essere stata compagna di Giovanni Falcone e che ha speso la sua intera vita professionale al servizio dei più deboli: 17 anni in cui ha dedicato tutta la sua attenzione all’infanzia difficile, presso la Procura minorile di Palermo, in una realtà sociale estremamente complessa.

La moglie di Giovanni Falcone, magistrato, ed educatrice, è stata uccisa da Cosa nostra assieme al marito in quel terribile 23 maggio del 1992, ed è stata la prima ed unica giudice donna ad essere uccisa dalla mafia.

Dai documenti contenuti negli archivi del Consiglio superiore (desecretati in occasione del 25 anniversario della strage di Capaci), emerge una figura pronta sempre a insegnare ai più giovani a maturare una precisa coscienza civica e, ai meno giovani, a tenere sempre saldi determinati principi. Una figura che, nella giornata dedicata alla donna, testimonia il costante impegno delle donne verso una reale parità di diritti.

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