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Questo articolo, che riproponiamo ai nostri lettori, è stato scritto in data 03-02-2023

Il giovane cronista Jamil El Sadi, nelle pagine di questo giornale, ha ricordato quelli che sono stati i ventitré anni di impegno di ANTIMAFIADuemila. Un tempo in cui, tra sacrifici e difficoltà, abbiamo cercato di fare la nostra parte ed offrire un piccolo contributo nella ricerca della verità sulle stragi.
Perché di fronte all'orrore delle stragi di Capaci e via d'Amelio e dei tanti misteri non volevamo più delegare alla magistratura, alle forze dell'ordine ed ai familiari delle vittime una battaglia di civiltà che in realtà appartiene ad ogni cittadino onesto.
E' iniziato così un percorso che ha portato grandi soddisfazioni, ma anche delusioni cocenti.
Così come scrivemmo in passato la spinta interiore che animava ed anima questo gruppo di amici e colleghi va oltre ogni ragionamento logico legato a possibilità e mezzi per realizzare una simile iniziativa.
E l'aspetto spirituale che ha caratterizzato la nostra decisione ci ha fortificato nei momenti più duri che sarebbero venuti.
Con i lettori voglio condividere una riflessione che mi accompagna da tempo.
Sono un giornalista che si occupa di cronaca giudiziaria, mafie e sistemi criminali.
Sono un attivista. Credo che l'etnia, il sesso, la lingua, la religione, l'opinione politica o le condizioni personali e sociali non debbano essere discriminatorie di fronte ai diritti inviolabili di ogni essere umano.
Credo nella libertà di espressione, nella libertà di pensiero, nella pari dignità sociale tra uomini, donne ed altre soggettività.
Sono un personaggio che difende le proprie idee.
Spesso vengo etichettato come un "diverso" o vengo tacciato di eresia o follia.
Sono un eretico perché affermo di vivere delle esperienze, nel mio corpo e nella mia anima, che scandalizzano i luoghi comuni.
Sono un credente in Gesù Cristo, figlio di Dio, e credo che ci sia vita nell'Universo.
E' questa la diversità che spaventa?
Alla fede accompagno l'intelletto nell'impegno sociale.
Da laico amo fermamente la nostra Costituzione, la libertà e la giustizia.
Spesso il "diverso", nel corso della storia dell'umanità, è stato visto con timore.
"Diverso" era Martin Luther King, che veniva chiamato "negro" dai bianchi razzisti che erano al potere e che mostravano il proprio odio per il colore della sua pelle.
"Diverso" era Pier Paolo Pasolini, amato e rispettato da intellettuali e cineasti, ma chiamato "frocio" dai suoi nemici, infastiditi da quel suo essere contro il potere e la società. Quei fascisti che lo deridevano e lo perseguitavano fino a volerlo morto non sopportavano le sue scelte sessuali diverse. Ma a dar loro fastidio era soprattutto il suo ideale di libertà e giustizia che portava avanti in ogni suo scritto.
"Diverso" era Chico Mendes che fu ucciso per il suo impegno in favore degli Indios dell'Amazzonia, colpevoli di voler difendere il loro territorio ed il proprio diritto di esistere.
"Diverso" era il Mahatma Gandhi, indù e leader nazionalista indiano, con quella sua teoria "rivoluzionaria" della non violenza vissuta non come uno "strumento politico", ma come un valore ed un principio di vita. Fu incensato, amato e poi ingannato ed ucciso.
"Diverso" era il dottore argentino Ernesto "Che" Guevara. Un rivoluzionario, guerrigliero, combattente a favore dell'indipendenza dei popoli, che con le proprie azioni ha incarnato valori come il coraggio, la generosità, il rifiuto del compromesso, l'anticonformismo, la coerenza, l'utopia e la volontà di cambiare il mondo dando forma ad un "uomo nuovo". Anche lui fu perseguitato, tradito ed ucciso nelle montagne boliviane per volontà della Cia e degli Stati Uniti d'America.
Personalmente, da cristiano e pacifista aborrisco la lotta armata, anche se capisco le ragioni dei partigiani che dovettero difendere con la vita e con la forza i valori che oggi sono scritti nella nostra Carta e di grandi uomini come appunto "Che" Guevara.
Forse anche perché unisco figure apparentemente così all'antitesi posso apparire "diverso".
Rispetto al passato, sono onesto, essere "diversi" è più facile. E se ciò è possibile è solo perché tanti "diversi" ed "eretici" si sono fatti "martiri" dando la propria vita per la libertà di tutti gli uomini. Ed anche per loro non si può far altro che andare avanti nel cammino.
(Prima pubblicazione: 3 Febbraio 2023)

Foto © Paolo Bassani

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