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Quest’anno ricorre il 78°, del 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche della 60ª Armata del “1º Fronte ucraino” entrarono nella città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) scoprendo il vicino campo di concentramento di Auschwitz: quello che videro era davvero al di là di ogni immaginazione, non riuscivano a credere ai loro occhi. Una decina di giorni prima i nazisti, in ritirata, avevano portato con loro i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante il viaggio. Quelli rimasti erano scheletri ambulanti, senza vestiti o vestiti di stracci, gente orrendamente mutilata, cadaveri disseminati da ogni parte, forni crematori ancora fumanti, intorno puzza di carne bruciata, urla, disperazione: un autentico inferno che per la prima volta mostrava al mondo fino a che punto è stato possibile arrivare, da parte di una nazione, la Germania, che si riteneva la più civilizzata del mondo, con l’odio razziale, con il disprezzo verso i propri simili, con la voglia di uccidere o di sfogare i propri bestiali istinti, con il disprezzo della vita, della morte, delle idee, del colore della pelle, della religione, della diversità. La furia omicida dei nazisti, secondo stime attendibili avrebbe eliminato 6 milioni di ebrei e stava procedendo a passi spediti verso la “soluzione finale”, ovvero l’annientamento totale. Lo stesso fatto che, prima di ripiegare eliminassero in alcuni campi coloro che erano ancora in vita e che avrebbero potuto essere salvati, dimostra fino a che punto può arrivare l’odio. Ma non si trattava solo di ebrei: c’erano popolazioni delle regioni orientali europee occupate, ritenute “inferiori”, prigionieri di guerra sovietici, nazioni e gruppi etnici quali Rom, Sinti, Jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali, malati di mente e portatori di handicap, oltre che oppositori politici, in particolare anarchici e comunisti. Si calcola che la strage complessiva di tutte queste categorie, si aggiri intorno a 15 milioni di morti, a partire dal 1933, quando iniziò la segregazione degli ebrei tedeschi. Auschwitz mostrò a tutto il mondo quello di cui furono capaci i nazisti con i loro strumenti di tortura e di annientamento scientificamente studiati.
Nel ricordo di quella data , il 27 gennaio, è stata istituita la Giornata della memoria, in Italia con legge 20 luglio 2000 e alle Nazioni unite, cinque anni dopo, l’ 1.11.2005.
La parola Olocausto deriva dal greco olokaustos, che significa “bruciato interamente”, Per gli Ebrei indica il corretto sacrificio dato dall’ustione totale dell’animale sacrificato a dio, pertanto gli ebrei preferiscono, ma parlando solo di se stessi, indicare lo sterminio nazista con il termine Shoah, che vuol dire catastrofe, distruzione.
Il ritardo dell’ONU nell’istituire la commemorazione di questo giorno va attribuito alla diffidenza degli americani nei confronti degli ebrei e all’abituale loro anticomunismo, che li rendeva restii ad accettare che i sovietici fossero arrivati prima di loro a scoprire i campi di concentramento , malgrado fossero loro alleati e malgrado l’intervento sovietico, con i suoi 17 milioni di morti, fosse stato determinante nel cambiare gli equilibri della guerra e salvare il mondo dal nazismo.
Al fenomeno dell’odio contro gli Ebrei è stato dato il nome di antisemitismo, ma dovrebbe più correttamente parlarsi di giudeofobia, poiché non si tratta di odio contro i popoli semiti, discendenti da Sem, uno dei figli di Noè, ma di odio nei confronti degli ebrei.
Nel tempo si sono sviluppate varie forme di antisemitismo, principalmente quello razziale, quello religioso, quello complottista, quello di un immaginario distorto di cattiveria. La motivazione di fondo è stata comunque sempre quella di accaparrarsi le risorse e le ricchezze detenute dagli ebrei, anche perché per molto tempo ad essi era consentito praticare l’usura, ai cristiani era proibito.
Il pregiudizio razziale ha visto in prima fila prima la Germania e poi l’Italia, nella convinzione che, rispetto alla superiorità della razza ariana, la razza semita, identificata con quella ebraica , così come quella slava, fossero inferiori e destinate a servire la razza ariana. In origine anche quella italica era una razza inferiore.
Il pregiudizio religioso, molto diffuso in passato, partiva dal presupposto che “il popolo eletto” era in realtà il popolo deicida, sul quale sarebbe ricaduto, nei secoli, come si legge nel vangelo di Matteo, (27,35) il sangue di Cristo. Il processo a Gesù venne raccontato in modo da assolvere i Romani, nonostante Ponzio Pilato avesse firmato la condanna a morte, e far ricadere la colpa sul sinedrio. Questa frase del sangue di Cristo attribuita a Matteo, ha fatto scorrere fiumi di sangue ed è stata poi strumentalizzata dai Padri della Chiesa e da vari papi: “assassini… nemici di Dio, avvocati del diavolo, demòni” (San Gregorio di Nissa); “serpenti la cui immagine è Giuda e la cui preghiera è un raglio d’asino” (San Girolamo); “banditi perfidi, distruttori, dissoluti, simili ai maiali… Per il loro deicidio non c’è possibilità di perdono, dispersi in schiavitù per sempre… Dio odia gli ebrei e li ha sempre odiati” (San Giovanni Crisostomo).

Le persecuzioni
Se andiamo oltre le varie deportazioni o “cattività” degli ebrei a Babilonia o in Egitto, troviamo che a Roma Tiberio fu il primo imperatore a espellere gli Ebrei dalla città. Nel 70 Tito distrusse il tempio di Gerusalemme e iniziò la diaspora, la dispersione, nell’attesa del Messia che avrebbe ricostruito il Regno di David. L’imperatore Costantino promulgò diverse leggi contro gli ebrei, proibendo loro di possedere degli schiavi cristiani e di far circoncidere i loro schiavi; la conversione dei cristiani all’ebraismo fu messa fuorilegge; i servizi e le funzioni religiose vennero regolamentati, le congregazioni limitate
Le leggi repressive di Teodosio vennero ispirate da papa Leone Magno, (440-461) che paragonava gli ebrei ad “animali selvaggi”, a “scellerati, empi, abietti, miscredenti, sacrileghi carnefici di Dio […]. Servi e mercenari di Satana.”. sostenendo che essi non erano degni di vivere, che dovevano essere perseguitati con “la spada sguainata”.
Nel Medioevo le cose non cambiarono: le Crociate furono una grossa occasione per massacrare le comunità ebraiche presenti in Europa. Nel corso della prima crociata i numerosi ebrei rimasti a resistere all’interno del tempio di Gerusalemme vennero bruciati vivi. Furono espulsi dall’Inghilterra nel 1290 da Edoardo I che ne fece prima arrestare e giustiziare 300 nella Torre di Londra : da allora sino al 1655 non si hanno notizie di ebrei in Inghilterra. Nel 1396 oltre 100 000 ebrei furono espulsi dal regno di Francia mentre nel 1491 migliaia di loro furono espulsi dall’Austria.
L’età moderna si apre con il decreto di Ferdinando e Isabella di Spagna di espulsione degli ebrei , o con l’obbligo di conversione: 30 mila vennero condannati a morte dal Tribunale d’Inquisizione istituito per l’occasione, 165 mila emigrarono, 50 mila si convertirono e vennero chiamati maranos o conversi, ma nei loro confronti continuarono le persecuzioni, poiché furono accusati di falsa conversione.
Anche Lutero non si scostò dalla condanna: in un suo feroce libretto “Sugli ebrei e le loro menzogne” raccomanda di opprimerli, espellerli sino a dire: “siamo colpevoli di non ucciderli”.
Nel resto dei secoli la musica non cambia: il più tollerante degli illuministi, Voltaire, fu fortemente critico verso di loro, così come il socialista francese Proudhon e l’anarchico Bakunin.
L’odio venne alimentato dall’attribuzione di immaginari misfatti: gli Ebrei sarebbero stati , nel XIV secolo la causa della diffusione della peste nera, con l’avvelenamento dei pozzi, 900 di essi furono messi al rogo nel 1348 a Strasburgo, dove ancora non era arrivata la peste, solo, si fa per dire, 40 vennero bruciati in un sol colpo a Tolone. Attraverso le torture si arrivò a false confessioni e ad ulteriori massacri.
Altra accusa fu quella di bere il sangue dei bambini cristiani come atto di derisione dell’Eucaristia. Nei cosiddetti “libelli di sangue” si descriveva di un presunto sacrificio in cui un bambino veniva rapito, portato nella sinagoga, sottoposto a tortura, denudato, legato, processato da parte di una folla che, dopo averlo condannato a morte lo incoronava di spine e lo inchiodava a una croce di legno che veniva sollevata , mentre i presenti raccoglievano in ciotole il sangue che colava dalle ferite del bambino e lo bevevano. Alla fine veniva ucciso con una lancia, una spada od un pugnale che gli avrebbe attraversato il cuore.
Numerose le restrizioni, l’obbligo ad abitare nel Ghetto, di non entrare in città, di vestirsi di colore giallo, di indossare il cappello ebraico o un particolare distintivo ritondo in panno, con ol disegno delle tavole della legge, e successivamente della stella di David. Il primo ghetto nacque a Venezia e il secondo, qualche anno dopo, il 12 luglio del 1555 fu istituito a Roma da papa Paolo IV, chiamato serraglio degli ebrei: unico commercio consentito quello degli stracci e degli abiti vecchi. Nel 1572 Gregorio XIII impose, con scarso risultato, l’obbligo di ascolto di una messa domenicale, nella speranza che qualcuno si convincesse e si convertisse.
Nel 1855, con la pubblicazione del “Saggio sulla diseguaglianza delle razze umane” di Gobineau comincia l’antisemitismo razziale, con qualche concessione anche da parte del darwinismo, che parlava di razze più alte e razze più basse. In tempi più recenti, nel 1895 abbiamo in Francia l’affare Dreyfus, accusato di tradimento, condannato per il fatto di essere ebreo e riabilitato solo nel 1906
Circa tre milioni di ebrei europei , in buona parte russi, emigrarono negli Stati Uniti tra il 1881 e il 1930, ma anche lì non ebbero la vita più facile. Basti pensare all’accanito antisemitismo di Henry Ford, attraverso il suo giornale.
Non è che la vita degli ebrei nei paesi musulmani sia o sia stata migliore: in una nota di un autore contemporaneo (Benjamin) leggiamo: «”… sono costretti a vivere in una parte separata della città … perché sono considerati come creature impure … Sotto il pretesto della loro impurità, sono trattati con la massima severità e se solo si azzardassero ad entrare in una strada abitata dai musulmani, sarebbero aggrediti a colpi di pietre e sporcizia dai ragazzi … Per lo stesso motivo è vietato loro di uscire quando piove; poiché si dice che la pioggia li lava dallo sporco, il che avrebbe violentato i piedi dei musulmani … Se un ebreo è riconosciuto come tale per le strade, viene sottoposto ai più grandi insulti. I passanti gli sputano in faccia e, talvolta, lo picchiano … incomprensibilmente … Se un ebreo entra in un negozio per un qualche motivo ne viene immediatamente ordinata l’ispezione dei beni … Se la mano toccasse in maniera inutile le merci deve comprarle a qualsiasi prezzo scelga di chiedere il venditore”[132].»
Innumerevoli sono i massacri, come quello di 500 ebrei, nel 1864 a Marraken e a Fez in Marocco.
Il XX secolo è quello in cui l’antisemitismo fa il balzo più avanti, sino a teorizzare il genocidio e l’olocausto , con l’eliminazione di 6 milioni di ebrei da parte dei nazisti, che riempirono l’Europa di ghetti, di lager, di campi di lavoro forzati e di strumenti di sterminio.
Nella Russia zarista la persecuzione venne scatenata da uno dei più grandi falsi storici,” I Protocolli dei Savi di Sion o degli Anziani di Sion”, un documento segreto creato dalla polizia segreta russa l’Ohrana nel quale si parla di una congiura ad opera di ebrei e massoni per impadronirsi del mondo e instaurare un Nuovo ordine mondiale. Si tratta del primo documento della teoria complottista che descrive come dominare il mondo per mezzo del controllo dei media e della finanza e sostituire l’attuale ordine sociale con un nuovo sistema basato sulla manipolazione delle masse. I nazisti usarono il documento attribuendo al bolscevismo, propagandato come prodotto ebraico, tale disegno di conquista. Infatti accusarono gli ebrei di aver preparato teoricamente la Rivoluzione russa trovando che era di origine ebraica, ma convertito al luteranesimo il padre di Karl Marx,, così come Emma Goldman, filosofa anarchica lituana, Rosa Luxemburg, fondatrice del Partito Comunista Tedesco e Lev Trockij, il famoso fondatore dell’Armata Rossa. Anche Lenin, avrebbe avuto remote origini ebraiche, e dei 12 membri del Comitato Centrale del Partito Comunista Russo del 1918, nove erano ebrei.
Tale propaganda, portata avanti dall’Armata Bianca antisovietica e dalla Repubblica popolare di Ucraina condusse al massacro di 150 mila ebrei. La teoria del complotto ha teorizzato l’esistenza di un fantomatico “governo delle ombre” o “il polipo”, che manipolerebbe i vari governi mondiali, che orienterebbe la politica filoisraeliana degli Stati Uniti, comprendendone anche le scelte militari in Medioriente, compresa la guerra in Iraq o in Siria. Ma anche l’ONU, controllato dagli ebrei, sarebbe lo strumento per imporre questo nuovo ordine.
Sull’onda nazista si allineò anche l’Italia con le Leggi razziali del 5 settembre 1938, precedute dalla pubblicazione del Manifesto della razza (luglio 1938) e dalla campagna giornalistica “La difesa della razza. Solo di passaggio citiamo tra i firmatari del manifesto Santi Savarino, cui è intestato il Liceo di Partinico. Secondo “Il libro della memoria” il numero degli italiani arrestati e deportati è di 6806, quello dei morti di 5.969 , ma sono cifre approssimative , cui bisogna aggiungere quelli che si suicidarono, che furono uccisi mentre tentavano di sfuggire all’arresto o che morirono per gravi disagi e privazioni.

Il negazionismo
In tempi più recenti ha preso corpo la teoria del negazionismo, secondo la quale lo sterminio degli ebrei non sarebbe mai avvenuto, i campi di concentramento sono un falso storico dovuto e documentato con false immagini, e proiezioni l’Olocausto stesso sarebbe un’enorme finzione, funzionale alla demonizzazione della Germania, alle politiche sotterraneamente perseguite dai circoli ebraici mondiali e alla creazione e difesa dello Stato d’Israele: anche la Repubblica dell’Iran ha ripetutamente denunciato la politica del governo di Israele, affermando, tra l’altro, che la Shoah sarebbe stata esagerata nella sua immane portata, con intento mistificatorio da parte dei vincitori del secondo conflitto mondiale e che il ricordo di tale tragedia sarebbe utilizzato a fini strumentali da quello che viene definito il “regime” di Israele, al fine di giustificare il proprio operato e l’occupazione di terre palestinesi in base al diritto bellico.

Oggi
Il significato di questo giorno dovrebbe essere legato a due parole: “Mai più”, non dovrebbe mai più essere permesso che succedano simili cose. E invece in parecchie parti del mondo ancora si tagliano le teste, si fanno esplodere bombe su folle di innocenti, il tutto spesso in nome di una religione, che viene creduta quella unica e quella giusta da chi la professa. Eppure “non uccidere” è un precetto predicato da tutte le religioni. Purtroppo le religioni servono solo quando fanno comodo e quando diventano uno strumento per la realizzazione di strategie politiche.
Fra l’altro un altro tipo di olocausto si sta consumando oggi nel mondo, quello dei profughi di guerra, dei disperati disposti a mettere in gioco la propria vita e quella dei propri figli pur di non vivere più nel modo e nell’ambiente in cui sono vissuti. Non ci sono aguzzini spinti dall’odio razziale, ma circuiti mafiosi che lucrano sul traffico di esseri umani o di organi di esseri umani, ci sono bombe, commercio di armi, campi di accoglienza peggiori dei campi di concentramento, non un letto, non una coperta, non vestiti, non cibo, non acqua, non un posto per gli escrementi, non un posto in cui morire, a parte l’immenso cimitero del Mediterraneo. E intanto si innalzano altri muri, dall’Europa all’America ed è in continuo aumento il numero degli sciacalli che fanno la campagna elettorale agitando la bandiera della xenofobia sulla pelle di questi poveracci che, sognando un mondo diverso ne hanno trovato uno molto peggiore di quello da cui sono fuggiti. Un’ultima nota, su cui non mi soffermo, perché è il cibo quotidiano di ogni telegiornale, è quella della guerra in Ucraina e del numero impressionante di devastazioni e morti sinora provocato, si parla di 100 mila. Senza che ci sia alcuna voglia di aprire uno spiraglio di pace da nessuna parte. Ma in questo caso non si tratta di memoria, ma di presente.
Il che richiama il verso di un poeta italiano dell’800, Giacomo Zanella: “Se schiavi, se lacrime ancora rinserra – è giovin la terra”.

Nota: alcune notizie e cifre sono riprese da Internet

Tratto da: ilcompagno.it

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