Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.



L’intervento del senatore M5stelle a "In Onda" su La7 commentando l’arresto del boss di Cosa nostra

Matteo Messina Denaro ha goduto di protezioni ad altissimo livello. Non dobbiamo dimenticare che in questi anni sono stati arrestati diversi esponenti delle forze di polizia per favoreggiamento e sono stati condannati alcuni perché avevano portato fughe di notizie all’esterno su dove erano collocate le microspie e alcune telecamere. Non ha goduto soltanto di protezioni locali e di qualche professionista colluso. Ha goduto di una protezione di sistema perché conosce i segreti delle stragi, conosce i complici eccellenti delle stragi del ’92 e ’93 e per questo gode di un sistema di protezione che va al di là di quello tipicamente mafioso. Nessun mafioso può latitare per trent’anni di sola mafia”. Ha esordito così ieri sera il senatore Roberto Scarpinato a “In Onda” su La7. Assieme a David Parenzo e Concita de Gregorio - ospiti anche il professore Umberto Galimberti e il giornalista Marcello Sorgi - l’ex procuratore generale di Palermo ha esaminato l’arresto dell’ex superlatitante di Cosa nostra arrestato lo scorso lunedì 16 gennaio. Per Scarpinato la latitanza della primula rossa di Cosa nostra è stata curata da un sistema di protezione composto da “apparati di servizi segreti e delle forze di polizia”. “Ovvero a quelle strutte che hanno protetto in passato anche gli esecutori delle stragi di Bologna, di Brescia - ha spiegato -. Quello che viene chiamato lo ‘Stato profondo’, lo ‘Stato occulto’”. La politica, in tutto ciò, “è contingente: va e viene. Queste strutture, invece, sono filiere radicate all’interno dello Stato e non è un caso che nei processi per la strage di via d’Amelio siano stati replicati tutti i metodi di depistaggio che hanno caratterizzato la strage di Milano, quella di Bologna, la sparizione di documenti, l’eliminazione di personaggi che stavano per collaborare con la giustizia. È lo quando parlo di protezione non mi riferisco della politica, ma di organi interni allo Stato”. Per Scarpinato, Messina Denaro “non è più Diabolik, come lo avevamo battezzato, cioè un Capomafia estremamente raffinato che riusciva a sfuggire a tutte le indagini. Ha iniziato a commettere errori da principiante, da dilettante, come l’uso del telefonino o chattare. Perché evidentemente aveva deciso di lasciarsi prendere”. Qualcosa è cambiato quindi “e forse potrebbe spiegarlo meglio Giuseppe Graviano e il suo portavoce Salvatore Baiardo, che due mesi fa circa ha anticipato che Matteo Messina Denaro si sarebbe fatto arrestare. E questo era intrecciato con l’uscita dal carcere dei boss mafiosi che ancora sono dentro. Il futuro ci spiegherà quello che è accaduto”, ha spiegato il senatore.

ARTICOLI CORRELATI

Messina Denaro: arrestato per mafia Bonafede, i CC continuano la caccia ad altri bunker

Messina Denaro, identificato il concessionario che ha venduto l'auto

MMD, Pettinari a Rai News24: Non fermiamoci all'arresto, va trovata verità sulle stragi

Ardita: ''Messina Denaro ha ricevuto delle coperture. Va chiarito cosa è successo''

Una società civile prostrata

Gratteri: ''Intercettazioni? Sono il mezzo più economico e garantista per avere prove''

Giuseppe Lombardo: ''Mi chiedo come si possa limitare intercettazioni a reati di mafia''

Trovata l'auto di Messina Denaro, nel primo covo biglietti per Inghilterra e Sudamerica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos