L’intervista del caporedattore di ANTIMAFIADuemila: “Non dovremmo chiederci perché la mafia esiste, ma quali rapporti ha avuto nel tempo”
"Un’altra puntata trasmessa sul canale video di “Radio Saiuz", attraverso la conduzione di Alviano Appi e la partecipazione del caporedattore di “ANTIMAFIADuemila” Aaron Pettinari, ieri sera, ha ripercorso gli ultimi 150 anni di lotta alla mafia.
Dal primo omicidio eccellente commesso dalla mafia ai danni di Emanuele Notarbartolo, il sindaco di Palermo, ex direttore generale del Banco di Sicilia ucciso il 1° febbraio del 1893 con 27 coltellate, alle bombe esplose tra il 1992 ed il ‘93 per uccidere uomini delle istituzioni e distruggere parte del patrimonio culturale italiano al fine di ricattare lo Stato, “Radio Saiuz”, ha raccontato una storia, quella italiana, fatta di mafia, massoneria e sistemi criminali, notoriamente, ben integrati.
“Abbiamo rischiato che l’ergastolo ostativo venisse dichiarato incostituzionale - ha sottolineato Pettinari -”. Si tratta di “un attacco che sta provando a ridurre fino ad estinguere la norma voluta da Giovanni Falcone”, che prevede la collaborazione con lo Stato da parte dei detenuti come unica soluzione per ottenere "alleggerimenti” di pena a fronte di gravi reati di natura mafiosa, oppure, terroristica. Difatti, una circostanza che potrebbe realizzare uno dei dodici punti presenti all’interno del famoso “papello di Riina” che, ricattando lo Stato attraverso le bombe, tra le altre cose, chiedeva la modifica della legge sui collaboratori di giustizia oltre alla revisione del maxiprocesso, l’abolizione della legge sulla confisca dei beni sottratti alla mafia e la liberazione dei detenuti più anziani. “A 30 anni dalle stragi si rischia di compromettere seriamente questi tipi di istituto riducendoli ai minimi termini - ha precisato Aaron Pettinari -. In questo modo facciamo finta di non conoscere la logica criminale”.
Una logica criminale che, negli anni, ha compenetrato anche la massoneria, riuscendo ad evolversi oltre che a consolidare la propria presenza in tutto il Paese anche attraverso strategie non necessariamente di bellica natura.
“Non c’è la campagna stragista di un tempo - ha ricordato Pettinari -, ma questo non significa che la mafia, la ‘Ndrangheta, la Camorra e la Sacra Corona Unita, non siano altrettanto pericolose, oppure, che il sistema criminale non sia forte.” - prosegue - "Non dovremmo chiederci perché le mafie esistono ancora dopo 150 anni ma, che tipi di rapporti hanno avuto nel corso del tempo?”.
A partire dagli anni ‘70, la ‘Ndrangheta, ha compiuto un salto di qualità anche grazie ai rapporti costruiti con le massonerie. Un salto in avanti che, secondo Giuliano Di Bernardo (gran maestro del Grande Oriente d’Italia nei primi anni ‘90, ndr), avrebbe raggiunto il suo apice negli anni ‘80, quando, “gran parte delle logge massoniche calabresi erano infiltrate dalla ‘Ndrangheta”.
Una circostanza che potrebbe spiegare le dinamiche che hanno favorito il fenomeno mafioso fino a renderlo complesso e, come ha ribadito Aaron Pettinari, “sottovalutato”.
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