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Non si arresta l’ondata di stupore per la sensazionale scoperta che B. è pappa e ciccia con Putin. Ci aveva nascosto la liaison clandestina per 22 anni, evitando ogni contatto col satrapo russo e attaccandolo con parole di fuoco. Ma poi, quando sembrava averla sfangata, ha fatto coming out dinanzi a cento forzisti: il sistema ideale per blindare un segreto in cassaforte, salvo scriverlo a caratteri cubitali su un pizzino formato A3 in pieno Senato in una selva di telefonini e telecamere. Così la prima sorpresa per l’insospettato legame con Vlady si tramuta sui giornali in sincero sbalordimento. Gli osservatori più acuti, non potendo credere che davvero B. conosca Putin e tifi per lui, optano per spiegazioni etiliche (le 20 bottiglie di vodka) o psichiatriche: “Esternazioni fuori controllo”, “sproloqui”, “non si sa quanto inconsapevoli”, “forse ha perso il controllo” (Folli, Rep), “il Cav. psico-politico” (Foglio), “follie”, “mossa disperata di un leader autodistruttivo” (Domani). Altri, pur di non guardare la luna, si concentrano sul dito, anzi sulla “manina” della “talpa” che ha diffuso gli audio. Chi? Perché? “In FI è l’ora dei veleni: ‘Vogliono boicottare il governo. L’autolesionismo di chi rema contro il capo’” (Stampa). “Ultimo agguato al governo: gli audio rubati a Berlusconi” per “fermare Meloni” (Sallusti, Libero). “Agguato al governo” ma per “colpire Berlusconi” (Farina, Libero). Altri lacrimano inconsolabili perché B. non è più il bocciuolo di rosa di prima. Per Polito (Corriere) “dissipa il capitale di credibilità europea che si era conquistato negli anni” a suon di gaffe, leggi ad personam, mignotte, processi, condanne, prescrizioni, “diventando in Italia l’unico esponente del Partito popolare”, insomma il “centro di gravità di fronte ad alleati che non hanno il suo pedigree internazionale”. Folli si chiede “chi comanda in FI”, ma esclude che sia B., ormai “commissariato” dall’“ala ragionevole di Tajani” (testuale). Massimo Franco arriva financo a ventilare l’ipotesi estrema di “complessi rapporti personali con Putin”.

L’unica ipotesi scartata a priori è che B. abbia detto quelle cose perché le pensa (e perché in parte sono addirittura vere) e volesse farlo sapere a Putin perché quello sa qualcosa di lui, o perché sogna di volare a Mosca per mettere un cip sul negoziato che prima o poi partirà e prendersene il merito di mosca cocchiera. Ora però gli stupiti conservino un po’ di stupore per i prossimi audio “rubati” a B., uno più clamoroso dell’altro. 1) “Lo sapete che i miei capelli non sono miei?”. 2) “Credo che mi piacciano le minorenni”. 3) “Ho sempre sospettato che Ruby non fosse la nipote di Mubarak, ma non l’ho mai detto per non deludere la Casellati”.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

Foto © Imagoeconomica

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