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Presentata la candidatura al premio del Parlamento Europeo del giornalista recluso a Londra, da giorni positivo al Covid

"Questo è un caso politico. Dipende dall'ambiente politico, dalla comprensione del pubblico, questo è un caso politico in cui un prigioniero politico viene perseguitato da un governo molto potente che commette crimini e ovviamente l'assegnazione del premio Sacharov, che ovviamente è un premio incredibilmente famoso, può dargli protezione e nel caso di Julian può davvero salvargli la vita perché è in gioco la vita di Julian. Rischia 175 anni di carcere nella prigione degli Stati Uniti". A dirlo è Stella Assange, moglie di Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, intervenuta a un evento organizzato dall'eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Sabrina Pignedoli, per presentare la candidatura dell'attivista al Premio Sacharov del Parlamento europeo.

"Sono incredibilmente grata per la nomina di Julian per il Premio Sacharov di quest'anno. E' un riconoscimento del lavoro di Julian, che ha lavorato instancabilmente tutta la sua vita per la libertà di espressione e per garantire che le violazioni dei diritti possono essere smascherate e che la punibilità può essere portata contro i governi per i crimini e ora ne sta pagando le conseguenze", ha rimarcato Stella Assange. "Il messaggio che viene inviato è che i governi possono commettere crimini impunemente e possono anche imprigionare giornalisti in Occidente. Ciò sta portando a una corsa globale verso il basso in cui la responsabilità per i diritti umani non è più un valore da difendere, e che giornalisti, editori, persone che dicono la verità possono essere puniti", ha aggiunto.

La moglie ha inoltre affermato che il marito è stato contagiato dal virus del Covid nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, alle porte di Londra, dove è in attesa di conoscere il proprio destino dopo il via libera dei mesi scorsi della giustizia britannica alla sua estradizione negli Usa, che gli danno la caccia da anni. Morris ha precisato che il 51enne attivista e giornalista australiano è stato testato positivo sabato, giorno dell'ultima mobilitazione internazionale di suoi sostenitori contro la consegna a Washington (incluso un migliaia di persone che a Londra ha formato una catena umana attorno all'edificio del Parlamento di Westminster). Stella Assange ha aggiunto di essere "evidentemente preoccupata" per la sua salute - giudicata in passato a rischio da diversi medici - tanto più che il marito, sui cui sintomi attuali non sono stati forniti per ora dettagli, resta recluso in isolamento.

Julian Assange è in prigione nel Regno Unito dal 2019, dopo essersi visto revocare l'asilo dall'ambasciata dell'Ecuador a Londra, dove era rimasto rifugiato per 7 anni. E pur non avendo più da tempo alcuna pendenza con la giustizia britannica. Nei mesi scorsi, l'estradizione ha ricevuto il via libera tecnico finale dalla Corte Suprema del Regno, dopo una serie di gradi di giudizio; ma restano ancora pendenti ricorsi tecnici contro l'esecuzione del provvedimento politico finale, che spetta al ministro dell'Interno. WikiLeaks, diverse organizzazioni internazionali dei diritti umani, associazioni di giornalisti e organi consultivi dell'Onu hanno ripetutamente denunciato il suo caso come una persecuzione, imputando agli Usa di volergli far pagare il disvelamento d'imbarazzanti documenti segreti diffusi dalla stessa WikiLeaks una decina di anni orsono in partnership con alcune delle testate giornalistiche più prestigiose al mondo: documenti contenenti fra l'altro evidenze di crimini di guerra commessi in Iraq e Afghanistan. L'attivista australiano rischia sulla carta oltre oceano una condanna monstre fino a 175 anni di carcere, avendo Washington evocato nei suoi confronti pure l'accusa di "spionaggio": mai sollevata in precedenza nel Paese per una vicenda di pubblicazione mediatica di qualunque file riservato.

Foto © David G Silvers

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