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La possibilità di una guerra nucleare atterrisce molti cittadini. È dunque importante fare chiarezza sui pericoli reali, con l’augurio di diffondere un minimo di serenità in questo tragico momento. In primo luogo, occorre chiarire che Putin sta impiegando una parte piccolissima delle proprie risorse militari in Ucraina. Il che significa che ha ancora molto tempo e risorse a sua disposizione per piegare gli ucraini con le armi convenzionali. Inutile dire che non è nell’interesse della Russia sventrare con la bomba atomica un territorio che il Cremlino ambisce a governare. Mariupol, per fare un solo esempio, è un importante centro commerciale. Una volta disintegrata, non rimarrebbe più niente da spolpare.

Domandiamoci adesso che cosa accadrebbe dopo il lancio di una bomba atomica sull’Ucraina. Questa domanda è di fondamentale importanza giacché la strategia occidentale in Ucraina dovrebbe dipendere dalla sua risposta. Secondo l’idea dominante, la Russia non lancerebbe mai la bomba atomica, certa del contrattacco americano, che causerebbe la mutua distruzione assicurata. Sotto il profilo logico-strategico, questa valutazione è errata. Una volta lanciata la bomba atomica sull’Ucraina, la Russia non subirebbe alcun contrattacco. Miliardi di persone correrebbero a casa a guardare l’esplosione nucleare in Ucraina come videro l’attentato dell’11 settembre 2001 davanti al teleschermo. Gli Stati Uniti lascerebbero l’Ucraina alla Russia come hanno lasciato l’Afghanistan ai talebani. Biden non vuole mandare a morire nemmeno un soldato per difendere l’Ucraina. Figuriamoci se potrebbe decretare la morte di tutta la popolazione americana per vendicare quel Paese martoriato.

Il metodo più rigoroso per verificare la robustezza della nostra previsione è quello di passare in rassegna tutti i Paesi che hanno l’arma nucleare e poi interrogarci sulle eventuali reazioni di ciascuno nei confronti della Russia. Ebbene, oltre alla Russia, le potenze nucleari sono otto: Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Israele, Cina, India, Pakistan e Corea del Nord. Per motivi di sintesi, non entriamo in dettagli. Ci limitiamo a dire che, sotto il profilo logico-strategico, è inimmaginabile che uno di questi Stati lanci la bomba atomica sulla Russia come rappresaglia per un’eventuale bomba atomica sull’Ucraina. La Corea del Nord, l’India, la Cina e il Pakistan sono alleati o amici della Russia. Alcuni di loro non hanno nemmeno condannato l’invasione. Israele ha un territorio piccolissimo e basterebbe una sola bomba atomica russa per cancellarlo dalla faccia della Terra. Che siano la Francia e l’Inghilterra è impensabile. Degli Stati Uniti abbiamo già detto.

Un’analisi nel campo della sicurezza internazionale si costruisce in questo modo. Prima di ogni cosa, bisogna individuare il cuore del problema strategico. Subito dopo, occorre far discendere i ragionamenti dalla questione centrale. Nel caso dell’invasione dell’Ucraina, il cuore del problema strategico è che “Putin ha già vinto”. Questa affermazione non dice niente sui tempi della vittoria; il suo significato è puramente logico-strategico e, come tale, non si pronuncia sulla durata della guerra. Si limita a chiarire che, rimanendo invariate le condizioni attuali, l’Ucraina non può che perdere contro la Russia giacché Putin può vincere o con le armi convenzionali o con l’arma nucleare. Ovviamente questa previsione perderebbe di solidità se la Nato decidesse di chiudere i cieli o se inviasse i propri soldati a sparare contro i russi. Una volta individuato il cuore strategico fondamentale del problema, anche le valutazioni etico-politiche cambiano. È, infatti, fuorviante ricordare che i partigiani hanno combattuto contro l’invasore nazista, per legittimare la scelta dell’Unione europea di alimentare la guerra in Ucraina dall’esterno. È un ragionamento fuorviante perché non distingue, in via preliminare, tra due tipi diversi di guerra: le guerre che gli europei possono combattere, cioè le guerre tra gli eserciti che non dispongono della bomba atomica, com’è accaduto tra nazisti e partigiani, e le guerre che gli europei non possono combattere, come quella in Ucraina. L’intervento europeo al fianco degli ucraini scatenerebbe la terza guerra mondiale. Come disse Einstein: “Io non so con quali armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma la quarta guerra mondiale sarà combattuta con pietre e bastoni”. Einstein intendeva dire che la terza guerra mondiale avrebbe fatto retrocedere l’uomo all’Età della Pietra, a cui nessuno vorrebbe tornare per salvare l’Ucraina.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

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