di Sebastiano Ardita
“Mi chiamo Luigi Ilardo, sono il vicerappresentante provinciale di cosa nostra..., ho deciso di collaborare dopo essermi reso conto di quello che ho perduto lontano dai miei figli...e per essere di monito a quei ragazzi che come me sentono di raggiungere l’apice della vita entrando in determinate organizzazioni...”.
“Omicidio di Stato” è un racconto vero che ti incolla alle pagine come un thriller mozzafiato ed è un libro che DEVE essere letto da chi vuol capire la mafia.
Un libro rivolto proprio a quei ragazzi i di quartiere che investono la loro vita per scalare il vertice della mafia.
Luana Ilardo - la figlia di Luigi - con Anna Vinci ci racconta come si svolge la vita di chi sta già in quel vertice e ci spiega che tutti i beni del mondo, il “rispetto” da cui sono circondati gli uomini d’onore, ricchezza e potenza non valgono quanto un attimo di tranquillità trascorso nell’amore di una famiglia normale.
Ma soprattutto ci fa capire come tornare indietro quando si sta a capo di cosa nostra e decidere di raccontare le cose che la mafia ha fatto con la complicità di pezzi di Stato è un atto di grande coraggio, che può portare alla morte.
Questo racconto vero che ti tiene fino alla fine col fiato sospeso è prezioso per chi sta dentro e per chi sta fuori. Un messaggio che arriva come un fulmine dentro la comunità mafiosa, per far capire a tutti che quella è una vita nella quale alla fine “mangerai terra o galera”.
La sua scelta di stare con lo Stato, dopo tutto quello che le è capitato, è una opportunità da non perdere, da portare in giro, da raccontare ai giovani a rischio. È anche un modo per capire che la mafia con la sua arrogante potenza, il suo nichilismo e la sua vanità, non sarebbe stata nulla senza la complicità della società bene e dello Stato.
Perché... “molti attentati addebitati e commessi da Cosa Nostra erano stati commissionati dallo Stato”.
(Prima pubblicazione: 08-08-2021)
Tratto da: facebook.com
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