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Calogero Zucchetto era un giovane investigatore della squadra mobile di Palermo, un vero fuoriclasse nonostante i sui 27 anni. Aveva collaborato con il commissario Ninni Cassarà al "rapporto Greco Michele + 161" che descriveva il nuovo assetto di cosa nostra dopo l’inizio della guerra di mafia del 1981.
Il 14 novembre 1982, una domenica sera, mentre usciva dal bar "Collica" nella centrale via Notarbartolo di Palermo, due killer in sella ad una moto lo uccisero con cinque colpi di pistola alla testa. Si trattava di Pino Greco detto "scarpuzzedda" e Mario Prestifilippo, che il giovane agente conosceva bene e tampinava con le sue indagini.
Anni dopo furono condannati come mandanti i componenti della cupola mafiosa di Cosa Nostra, tra cui Totò Riina, Bernardo Provenzano e Raffaele Ganci.
Tutti d’accordo nel massacrare un ragazzo, un giovane agente di 27 anni che aveva dato fastidio così in alto al vertice della mafia.
Potremmo dire che lo Stato lo aveva lasciato solo, ma in verità in quel momento a Palermo lo Stato era lui: un ragazzino che andava in giro con un motorino per i vicoli per combattere contro un nemico molto più potente ed organizzato.

Tratto da: facebook.com

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