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di AMDuemila
"Se ci fosse stato Nino Di Matteo, il pm della trattativa Stato-Mafia, a capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria non avremmo assistito all'inaccettabile scarcerazione dal 41 bis di boss del calibro di Pasquale Zagaria. La responsabilità politica del ministro della Giustizia mi appare evidente". A dirlo è il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in un post Facebook questa mattina riguardo il tema della giustizia, che spesso è una “dea bendata”. Un argomento al quale, ha poi spiegato, "ci pensavo stasera tornando a casa dopo aver fatto visita alla famiglia di Lino Apicella, il poliziotto di Napoli barbaramente ucciso nell'adempimento del suo dovere", e "ci pensavo rivedendo il video del reportage della Rai degno del servizio pubblico. Mafie e istituzioni. Non si parla più, ai tempi del Coronavirus, di indagini eccellenti, come quelle che hanno portato all'arresto, per mafia, dell'avvocato Pittelli, uno dei protagonisti delle attività illecite che portarono, quando ero pm in Calabria, alla sottrazione delle indagini di cui ero titolare sul sistema criminale ed al mio allontanamento da Catanzaro". De Magistris ha poi proseguito: “Ci pensavo leggendo del sequestro preventivo di somme di denaro nei confronti del magistrato Palamara, indagato per corruzione. Questi, quando furono fermati i pubblici ministeri di Salerno che indagavano sulle attività criminali ai miei danni e del pool che mi coadiuvava, era presidente dell'associazione nazionale magistrati. Disse che 'il sistema aveva dimostrato di avere gli anticorpi'. Un sistema criminale, a mio avviso”. “Ci pensavo, nell'apprendere che il magistrato Mario Fresa, - ha continuato - relatore al Csm della vergognosa sentenza di condanna disciplinare nei miei confronti, in base alla quale furono fermate per sempre indagini sui rapporti tra ‘Ndrangheta, politica, istituzioni, colletti bianchi e massonerie deviate, risulta, da notizie di stampa, accusato di gravi violenze nei confronti della moglie. Poco prima di questi era stata la volta del Procuratore Generale della Cassazione Riccardo Fuzio, indagato per fatti assai gravi, anche lui negativo protagonista di vicende disciplinari ai miei danni".
In conclusione, l’ex magistrato ha parlato di un elenco "ancora più lungo, persone unite e determinate nel fermare uomini perbene che non facevano altro che servire lo Stato. Si sono messi in tanti e di impegno per strappare la toga. Avete raggiunto l'obiettivo, ma solo a metà. Hanno fermato la toga, il lavoro, le indagini, i processi. Ma la toga per me è un ideale, rappresenta la giustizia. L'ideale non si può strappare".

Foto © Imagoeconomica

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