Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Rino Giacalone
Ci hanno provato, ci stavano riuscendo. Stiamo parlando di chi attraverso i depistaggi stava riuscendo nel mandare in archivio due episodi omicidiari che ancora a distanza di tempo in una larga parte della società civile suscitano rabbia e indignazione. Il delitto del giornalista e sociologo Mauro Rostagno (Trapani 26 settembre 1988j e il duplice omicidio della giornalista del TG3 Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin (Mogadiscio 20 marzo 1994). Per Rostagno a ridosso dei 25 anni dal delitto si è riusciti a far celebrare un processo in Corte di Assise a Trapani, ed oggi che di anni dal delitto ne sono trascorsi 31, il prossimo 20 marzo il dibattimento arriverà in Cassazione. Il giudizio di appello ha lasciato condannato uno solo dei due imputati, il capo mafia di Trapani Vincenzo Virga, ribaltando il giudizio di primo grado, assolto è stato il conclamato killer fidato del latitante Matteo Messina Denaro, Vito Mazzara ex componente della squadra “azzurra” di tiro a volo. Il caso vuole che la Cassazione si pronuncerà proprio nel giorno del 26^ anniversario dei delitti Alpi Hrovatin. E’ di questi giorni la notizia che le indagini sul duplice delitto di Mogadiscio non vanno in archivio, il gip ha ordinato approfondimenti e di cercarli agli atti del processo per l’omicidio di Mauro Rostagno. Delitti all’interno di un crocevia fatto di servizi segreti, mafie, massoneria. Noi siamo tra quelli che lo sostengono da sempre, e con il procedere del tempo abbiamo raccolto elementi a conferma. Rostagno ucciso perché dava fastidio alla mafia trapanese, quella capace di infiltrarsi ovunque. Ilaria e Miran ammazzati perché probabilmente hanno toccato con mano quegli affari che Rostagno voleva denunciare giornalisticamente. Ma c’è un terzo delitto, quello di un uomo del servizio segreto militare, il SISMI, il maresciallo Vincenzo Li Causi, morto anche lui in Somalia il 12 novembre del 1993. Un uomo forte dei servizi, protagonista di operazioni internazionali, e poi nella squadra che libero’ nel 1982 il generale Usa Lee Dozier, rapito dalle Brigate Rosse, mandato a Trapani a guidare il centro Scorpione di Gladio, mentre Rostagno tornava a fare il giornalista proprio da una tv privata trapanese. Cosa ci stava a fare negli anni ‘80 Gladio a Trapani il maresciallo Li Causi aveva cominciato a raccontarlo ai pm trapanesi , ma nel mentre il SISMI lo mandò in Somalia dove però fu ucciso, si dice, da fuoco amico. Così è scritto sulle carte, ma non lo dice nessuna autopsia, perché mai eseguita. Rostagno si dice che aveva in mano lo scoop, un traffico di armi coperto dal Governo o comunque da apparati governativi. A dargli la notizia sarebbe stata Leonie Heuer, moglie del vice direttore del Sisde, il generale dei carabinieri Angelo Chizzoni. La donna davanti ai giudici ha negato di avere mai conosciuto o frequentato Mauro Rostagno, i giudici non le hanno creduto e l’hanno mandata sotto processo per falsa testimonianza, assieme a un maresciallo dei carabinieri e un paio di massoni.

Tratto da: articolo21.org

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos