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1 10 100 agende rosseLibro*
di Movimento delle Agende Rosse - "Peppino Impastato" Milano
La prefazione di Salvatore Borsellino

All'inizio di tutto c'è una sola Agenda Rossa.
A Paolo è stata regalata dall'Arma dei Carabinieri che fa stampare queste agende commemorative ogni anno di un colore diverso e per quell'anno, il 1992, è stato scelto il colore rosso.
Come la maggior parte di queste agende che vengono stampate ogni anno, quell'agenda con la copertina rossa finisce in un cassetto e lì sarebbe rimasta, come ricordo, insieme con tutte le altre agende dello stesso tipo.
Ma il 23 maggio del 1992 l'asfalto dell'autostrada tra Palermo e Punta Raisi, o quel che ne rimane dopo l'esplosione, si tinge di rosso, il rosso del sangue di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo, di Antonio Montinaro, di Vito Schifani, di Rocco Di Cillo.
Tornato a casa dall'Ospedale Civico di Palermo, dove Giovanni è morto tra le sue braccia, Paolo estrae dal cassetto quell'Agenda Rossa e da quel giorno, per i 57 giorni che seguono la strage di Capaci per arrivare alla strage di Via D'Amelio, Paolo non se ne separa più, neanche la notte, e riempie quell'agenda con la sua penna stilografica dall'inchiostro verde, con tutto quello che riesce a scoprire sull'assassinio di suo fratello Giovanni (Falcone), sui traditori dello Stato, sulle infiltrazioni della mafia all'interno delle istituzioni, dei servizi segreti e della stessa magistratura, sulla scellerata trattativa Stato-mafia che sarà la causa della sua stessa morte.
Quando il 19 luglio esce dalla sua casa a Villagrazia di Carini per andare al suo appuntamento con la morte, prende quell'Agenda Rossa e la ripone, come sempre, nella sua borsa di cuoio.
Quando alle cinque del pomeriggio in via D'Amelio, mentre suona il campanello della casa di sua madre che deve accompagnare dal cardiologo, esplode la 126 imbottita di Semtex che uccide Paolo, Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli ed Eddie Walter Cosina, qualcuno che era in quella via, in attesa dell'esplosione, si avvicina alla macchina di Paolo e porta via la sua borsa con dentro l'Agenda Rossa.
Quando due ore dopo qualcuno rimette la borsa sul sedile posteriore della macchina, nella speranza che prenda fuoco, l'Agenda Rossa nella borsa non c'è più.
Da qui comincia la nuova vita dell'Agenda Rossa di Paolo Borsellino.
Una Agenda Rossa nata da una speranza perduta, la speranza che la morte di Paolo fosse bastata a realizzare il suo sogno, avesse spinto la gente a ribellarsi, a lottare tutti insieme contro quel cancro, la mafia, che stava per entrare in metastasi e corrodere l'intero organismo del nostro paese.
Una Agenda Rossa nata da dieci anni di silenzio, il silenzio di un fratello che senza quella speranza aveva perso la forza di lottare e aveva infranto la promessa, fatta a sua madre, di non fare morire il sogno di Paolo.
Una Agenda Rossa che nasce dalla rabbia, la rabbia di un fratello che non si rassegnava a vedere morire quel sogno, il sogno di un fresco profumo di libertà che riuscisse a dissolvere il puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e della complicità.
Passano gli anni, ma non c'è Verità, non c'è Giustizia e allora 1, 10, 100 mani cominciano a levare in alto altre agende come quell'Agenda Rossa. Passano gli anni e quelle Agende Rosse levate in alto fanno fuggire gli avvoltoi che non si presenteranno più, ogni anno, in Via D'Amelio per portare ipocrite corone di fiori ed assicurarsi così che Paolo sia veramente morto.
Passano gli anni e 1, 10, 100 Agende Rosse manifestano per le strade a chiedere Verità e Giustizia e per proteggere quei magistrati che sulla difficile strada della Verità e della Giustizia, a Palermo a rischio della propria vita e di quella delle proprie famiglie, continuano a camminare.
Oggi 1, 10, 100 Agende Rosse, nelle mani di tanti giovani, si levano in alto insieme con un grido che incita alla RESISTENZA.
Oggi 1, 10, 100 Agende Rosse si levano incitando alla ribellione contro chi ha cercato di uccidere il sogno di Paolo, un sogno che era soltanto un sogno d'amore.
Oggi, domani, fino a quando non ci sarà Verità e Giustizia 1, 10, 100 Agende Rosse testimonieranno una speranza ritrovata, una speranza nata dalla rabbia, che soltanto nell'amore poteva ritrovare la forza per continuare a vivere.

Salvatore Borsellino

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