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scarantino-vincenzodi Salvatore Borsellino - 23 dicembre 2014
Cari lettori di questa pagina, già mi sarebbe stato difficile quest’anno scrivere i tradizionali augurii d “un sereno Natale” quando solo pochi giorni fa, in Pakistan, il Natale è arrivato, per 145 persone, tra cui 100 bambini, sotto le vesti di terroristi che, prima di essere a loro volta uccisi, hanno compiuto una delle stragi più terribili che sia dato di ricordare.
Poi stanotte, scorrendo i messaggi ricevuti su questa pagina trovo questa lettera firmata da Enzo Scarantino, il falso pentito utilizzato per depistare i primi due gradi del processo sulla strage di Via D’Amelio e costretto , sotto torture fisiche e psicologiche, a fronte delle quali impallidiscono anche quelle pratica dagli americani a Guantanamo, a mentire sulla sua partecipazione alla strage in cui fu spezzata la vita del magistrato Paolo Borsellino e dei componenti della sua scorta.

Ve la riporto integralmente e senza modificarne una virgola, insieme ad un altro messaggo ricevuto prudentemente mentre ero in cammino lungo la via Francigena, ricordandovi che Vincenzo Scarantino era semianalfabeta all’atto in cui fu preso, fino a restarne stritolato, negli ingranaggi di un vergognoso depistaggio messo in atto per allontanare la verità su quella strage e proteggere la congiura del silenzio che ha impedito per più di venti anni anche soltanto di pronunciare il nome di quella trattativa che di quella strage è stata la vera causa scatenante.

15 settembre:

“Egregio dott. Borsellino le chiedo scusa se la disturbo per questi miei problema non so piu cosa fare. Nel 92 mi e stata torta la vita. Oggi nessuno mi fa lavorare, con il proprio Avvocato non posso parlare con lei al telefono, ho una compagna che mi vuole bene. E poco fa arriva un aviso delle questura che devono chiedere informazione su Scarantino Vincenzo. non so piu cosa fare. Sono Emarginato di tutto e di tutti. Oramai de vivere sempre con il calpio al collo. non so piu cosa fare. mi scuso ancora. distinti saluti da Scarantino Vincenzo

Non chiedo niente a nessuno. desidero a meno que sti poco di vita che mi rimane. vorei morire con un po di serenita a meno morire in pace. perche non e vita questa. e sto male moralmente e psicogicamente. Vivo piu.”

Quando, 10 giorni dopo, ebbi modo di leggerlo, gli risposi così:

“Caro Enzo, leggo solo ora il tuo messaggio perchè sto rientrando da un cammino a piedi di 1000 Km lungo la via Francigena che mi è servito per stare solo e riflettere. Cercherò appena posso di entrare in contatto con te, non posso fare molto ma farò quello che posso.
Salvatore”

25 settembre:

“Egregio Dott.Salvatore La Ringrazio tantissimo risposta. Che quando ho letto il suo messagio e come vedere un luce di speranza che la mia vita e stato tutto buio. La ringrazio con tutto il cuore”

Preso dal ritorno ai miei affetti familiari ed al lavoro dopo 45 giorni di cammino solitario, non ho mantenuto, e me ne vergogno, la promessa di rientrare in contatto con lui e ieri ricevo questo altro messaggo

17 dicembre:

Egregio Dott.
Salvatore Borsellino.
Sono Enzo Scarantino che Le scrive mi sono sposato il 15 Novembre. Sono andatoto all'ufficcio dell'impiego ma loro non possono fare niente per me. prima ero andato alla Caritasi mi avevano datto una piccola speranza dopo ci torno porte chiuse. circa un anno fa cerco aiuto nei servizi sociali e mi dicono che loro non possono fare niente perche non sono residente a *******. Oggi sono residente ma loro non possono fare niente. Chiamo l'Avv. Giamporcaro e non risponde perche e sempre impegnatta. E non merito niente e anche lei non deve rispondere. Lo stato mi ha buttato proprio. perche mi considerano che sono il male della Giustizia. Io non merito questo trattamento perche io non vivo piu mi hanno distrutto a 22 anni che non anchio sono un vittima dello stato. chi unque puo dire di tutto le cose negativi su di me e io devo stare zitto non posso dire niente. Mia mogli nella carta quadagna 900 euro paga 750 di casa luce acqua elletricitta e mangiare e anche due figli da mantenere e a me nussuno mi da lavoro. Le chiedo perdono e solo uno sfogo. La saluto tanto.
 

Mi capita raramente di piangere ma ieri, leggendo queste povere righe di un uomo ritotto alla disperazione non sono riuscito o non ho voluto trattenere le lacrime.

Gli ho mandato un messaggio, quel poco che potevo dirgli.

“Caro Enzo, leggo il tuo messaggio a tarda notte, quello che ti hanno fatto rappresenta la vergogna dello Stato Italiano e se penso che ti hanno usato per depistare il processo per l'assassinio di mio fratello la cosa mi riempie ancora di più di rabbia, non so cosa posso fare me cercherò di fare quello che posso, almeno sciverò qualcosa per fare sapere alla gente com questo stato deviato usa le persone e poi le butta via.
Salvatore”

e questo è il resto degli scambio di messaggi che abbiamo avuto stanotte.

“Caro don Salvatore le chiedo scusa che le raconto questi miei problema desidero con tutto il cuore di chiederle scusa”

“Caro Enzo non devi chiedermi scusa, sono io a doverti chiedere scusa perchè non riesco ad aiutarti, ma purtroppo non sono ricco e non ne ho la possibilità, vorrei però riuscire a fare qualcosa perchè quello che scrivi mi fa davvero sentire male. Sei anche tu una vittima della strage di via D'Amelio, i ragazzi morti insieme a Paolo almeno sono morti subito ma a te ti stanno facendo morire a poco a poco e ti trattano come una verme mentre i veri vermi sono loro, chi ti ha costretto a mentire ed ora ti ha abbandonato e buttato via come uno straccio vecchio. Proverò a parlare con don Ciotti appena lo vedrò, lui potrebbe essere in grado di darti un lavoro e glielo chiederò in modo che spero non mi possa dire di no. Vorrei augurarti di passare un sereno Natale, ma come si fa ad augurarlo ad una persona disperata come te. Posso solo abbracciarti e spero che possa servirti a qualche cosa.
Salvatore”

“Caro signor Salvatore la ringrazio tantissimo delle sue parole che mi tirano su il morale. le auguro tanti auguri di buone feste. Enzo
Un abbraccio anche a Lei”

Forse, come quello a Massimo Ciancimino, mi rimprovereranno anche questo abbraccio, ma mia madre mi ha insegnato, come lo ha insegnato a Paolo ed a tutti i suoi figli, ad amare le persone che soffrono e purtroppo le sofferenze di Enzo Scarantino sono state causate e continuano ad essere causate da quegli stessi pezzi di Stato deviato che non solo continuano a non pagare per quello che hanno fatto ma che oggi di quello che hanno fatto continuano a godere i frutti e il potere che gliene è derivato

Ecco, i miei auguri per quest’anno lasciatemi fare a questo pover'uomo, ad Enzo Scarantino, che dopo tante sofferenze la vita gli riservi almeno un sorriso, una parola di conforto e che chi può, gli possa dare un aiuto attraverso un lavoro che lo aiuti a recuperare la sua dignità di uomo, quella che chi lo ha spinto su questo calvario ha perso per sempre.

Tratto da: 19luglio1992.com

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