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borsellino-salvatore-c-samuele-firrarello-fermoL'INTERVISTA
di Lorenzo Lamperti - 10 aprile 2014
"La mafia minaccia Di Matteo e le più alte istituzioni dello Stato non solo non lo difendono adeguatamente, ma non gli danno neppure solidarietà". Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso il 19 luglio 1992, spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it i motivi della manifestazione a Roma del 12 aprile. "Da mesi chiediamo il bomb jammer per il pm di Palermo. Alfano me lo aveva promesso personalmente ma non è mai arrivato. La mafia sa persino su quale macchina viaggia Di Matteo. Trattativa? Stanno ancora pagando le cambiali..."

Tutto pronto per la manifestazione di Roma, "Prima che sia troppo tardi", indetta da Salvatore Borsellino insieme alle scorte civiche costituitesi in varie parti d'Italia in difesa dei magistrati antimafia. Il fondatore del Movimento delle Agende Rosse spiega i motivi di questa manifestazione in un'intervista ad Affaritaliani.it.

Salvatore Borsellino, perché scendete in piazza? Che cosa succederà a Roma?
Succede che ci sarà un presidio in piazza Beniamino Gigli, vicino al Viminale. Ci sarà un presidio davanti al Viminale con cartelli e striscioni con persone che arriveranno a Roma da tutte le parti d'Italia. Si tratta dei rappresentanti delle scorte civiche formatesi in tutta Italia, sull'onda del presidio di scorta civica installato a Palermo, per manifestare solidarietà ai magistrati come Di Matteo, sottoposto a minacce di morte da Totò Riina. Riina è una belva rinchiusa in gabbia ma pur sempre una belva.

Pensa che Di Matteo e i magistrati antimafia non siano difesi adeguatamente dalle istituzioni?
Di Matteo non è sufficientemente tutelato. Non solo non è difeso adeguatamente, ma non ha ricevuto neppure la necessaria solidarietà.

Tra le altre cose chiedete che Di Matteo e la sua scorta vengano dotati di un dispositivo bomb jammer, giusto?
Esatto. Si tratta di un dispositivo che se fosse stato utilizzato per Falcone e Borsellino avrebbe potuto evitare quelle terribili stragi. Qualche mese fa, a margine di una riunione del comitato di ordine e sicurezza a Palermo, il ministro Alfano mi aveva personalmente garantito che il dispositivo era già stato predisposto per la scorta del pm Di Matteo. Peccato che immediatamente dopo al comitato ha detto che sarebbero stati avviati degli studi per testare l'efficacia del bomb jammer. Sono passati tre mesi e Di Matteo non ha ancora ricevuto il bomb jammer. Anzi, è venuto fuori un rapporto dove si dice che non può essere utilizzato in ambito urbano perché è nocivo alla salute delle donne in gravidanza e dei portatori di pacemaker. Ma curiosamente in questo rapporto non si specifica su quale tipologia di bomb jammer siano stati condotti gli studi. Basta fare una ricerca su internet per capire che ce ne sono di diverse tipologie, ma il rapporto è molto generico su questo punto.

C'è chi sostiene che il bomb jammer sia però già stato utilizzato da personaggi pubblici in Italia...
Pare che sia stato utilizzato durante la recente visita di Obama a Roma. Altre fonti sostengono che sia stato utilizzato anche in Vaticano durante l'ultimo conclave per impedire la fuoriuscita di notizie verso l'esterno.

Incontrerete Alfano durante la manifestazione?
Abbiamo chiesto, attraverso la prefettura di Palermo, che una nostra delegazione venga ricevuta dal ministro Alfano. Al momento non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Se non saremo ricevuti lo richiederemo a gran voce durante la manifestazione. Ovviamente resteremo nell'ambito di una protesta civile ma faremo sentire la nostra voce e troveremo il modo di farci ascoltare.

Che cosa vorrebbe dire ad Alfano?
Vorrei metterlo di fronte alle promesse non mantenute. Tra l'altro, a parte il bomb jammer, la scorta di Di Matteo è composta da tre macchine delle quali solo una ha i vetri oscurati. Perciò è semplice individuare su quale viaggia. Un particolare pericolosissimo.

Crede davvero che ci sia il rischio di una nuova stagione stragista?
Purtroppo penso che un eventuale attentato non sia impossibile, alla luce della fatwa lanciata da Riina. Il clima è troppo simile a quello del 1992, con il passaggio da un equilibrio politico a un altro. Anche oggi c'è un magistrato isolato e delegittimato dalle istituzioni stesse. Anche mio fratello era stato sottoposto a giudizio disciplinare del Csm. Non c'è vicinanza da parte delle più alte cariche delle istituzioni. Prendiamo il messaggio di fine anno: si è parlato dei due marò, mai di Di Matteo, un servitore dello Stato che proprio in quelle settimane continuava a subire minacce di morte.

Secondo lei la presa di Riina su Cosa Nostra è ancora forte?
Sebbene dal carcere non sia direttamente operativo è ancora il capo carismatico di una parte della mafia, della parte più sanguinaria. La richiesta di esecuzione potrebbe essere raccolta visto che non esiste un vero capo di Cosa Nostra, ma varie fazioni che si contendono il potere. Eseguire l'ordine di Riina darebbe prestigio e assicurerebbe agli attentatori il predominio.

Lei dice che le istituzioni non sono vicine a persone come Di Matteo. Secondo lei questo che cosa significa?
Significa che questo processo sulla trattativa non riguarda solo fatti di 20 anni fa, ma anche una congiura del silenzio che continua fino a oggi. Il silenzio sulla trattativa interessa troppe persone che fanno parte delle istituzioni. Non è un caso che siano state tentate, e ancora si tentino, tante diverse strade per allontanare questo processo da Palermo.

In un'intervista ad Affaritaliani.it Sonia Alfano ha affermato che la trattativa tra Stato e mafia continua ancora. Lei è d'accordo?
Sicuramente si stanno pagando le cambiali... La prima trattativa è servita a salvare la vita a tanti politici dopo l'omicidio di Salvo Lima. Quella trattativa ha portato all'omicidio di Paolo. Ma non c'è stata solo una trattativa: la seconda fase ha portato Cosa Nostra a individuare le forze politiche emergenti in grado di sostituire la Democrazia Cristiana. La mafia non può esistere senza avere referenti nel potere politico. Oggi continua la congiura del silenzio e le minacce di Riina potrebbero anche essere lette come un messaggio di disponibilità, ancora una volta, a sporcarsi le mani e assumersi le responsabilità di qualche lavoro sporco.

Crede che Renzi sia stato convincente finora in tema di lotta alla mafia?
Renzi parla molto di economia ma trascura la criminalità organizzata. Bloccare, confiscare i beni mafiosi e combattere con efficacia la criminalità organizzata potrebbe risolvere tanti problemi finanziari sarebbero risolti.

Tratto da: affaritaliani.it

Foto © Samuele Firrarello

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