Dopo l’annuncio del cosiddetto “piano di pace” Trumpo-Netanyahu-Blair, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha orgogliosamente dichiarato che il suo Governo non è affatto complice di genocidio come da più parti affermato (in particolare dalle piazze gremite di inizio ottobre) bensì “complice di pace”. Prima di lei, in un’intervista al Corriere della Sera del 30 settembre, era stato l’amministratore di Leonardo Roberto Cingolani a smentire che il colosso italiano degli armamenti avesse in alcun modo fornito materiale bellico ad Israele nei due anni trascorsi. Peccato che i giochi di prestigio con i quali egli ha cercato di rendere la questione più complessa di quanto fosse, abbiano in realtà sortito il risultato di smentire pesantemente proprio le affermazioni fatte dal ministro degli esteri Antonio Tajani tese a sostenere che in questi due anni ogni fornitura o supporto ad Israele erano stati sospesi. Con ciò confermando l’inchiesta pubblicata da Altreconomia nella quale si documentano le collaborazioni con Israele nel campo delle forniture belliche sia pure sulla base di contratti stipulati precedentemente al 7 ottobre 2023. Non solo, trovano indirettamente conferma anche le accuse in tal senso contenute nell’ultimo report di Francesca Albanese a proposito del consorzio che produce gli F35 usati per radere al suolo Gaza; il fatto che Cingolani affermi l’impossibilità di Leonardo (socio di maggioranza) di intervenire su tale consorzio la dice lunga sulla pretesa infondatezza delle accuse mosse dalla Relatrice speciale ONU. In fatto di complicità dovremo anche chiederci come mai i nostri Carabinieri operino da tempo in Cisgiordania quali istruttori della polizia dell’Autorità Nazionale Palestinese, entità definita “corrotta” e “da riformare” nello stralodato “pano di pace” trumpiano. E poi corrotta da chi? Ma dallo stesso Netanyahu (pure lui accusato di corruzione) che ha usato le forze di polizia dell’ANP a supporto delle azioni dell’esercito e della polizia di Israele nella repressione dei palestinesi nei “Territori Occupati”. E ora si parla di inviare i nostri Carabinieri anche a Gaza, a supporto di una “Gaza International Transitional Autority” che, come ha scritto Monica Maggioni sulla Stampa del 12 ottobre, ha il sapore di un esperimento tecnocratico volto a trasformare le forme di governo espresse fin qui dalle democrazie liberali, basate sulla rappresentanza, in consigli di amministrazione aziendali. Trump parla infatti di “Board della Pace” al cui interno egli sarà il Ceo o Ad e il cui obiettivo non sarà certo soddisfare le legittime rivendicazioni del popolo palestinese bensì gli appetiti di immobiliaristi (tra i quali il genero del presidente americano), multinazionali dell’energia (vedasi BP e consociate per il gas di fronte alle coste della Striscia) e miliardari delle imprese tecnologiche chiamati a realizzare concretamente un esperimento di sorveglianza sociale fondato sullo sviluppo in tal senso dell’intelligenza artificiale. Carabinieri che dovrebbero quindi supportare un degno piano di rapina dal sapore neocoloniale! Se questo è lavorare per la pace...
Complici di pace?
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- Walter Ferrari
